Welcome back! L’officina fiorentina Ermini, vincente negli Anni ’40 e ’50 grazie ai motori sviluppati autonomamente partendo dal basamento Fiat 1100 e dotati di testata a doppio albero a camme in testa, torna a far parlare di sé. In Occasione del Salone di Ginevra presenterà l’ultima evoluzione del progetto 686, il cui nome deriva dal peso della vettura.
Biposto. Con telaio tubolare a traliccio in acciaio, carrozzeria e pannelli in carbonio realizzati da Osella nonché derivati dal prototipo PA21 da competizione. Una barchetta con sospensioni pluriregolabili, quasi certamente Öhlins, tipo push-rod – ovvero a triangoli sovrapposti con puntoni diagonali che lavorano in compressione – sia all’avantreno sia al retrotreno. A trazione posteriore. La nuova creazione Ermini ha tutte le carte in regola per essere un fulmine a ciel sereno nel panorama delle track car. Specie considerando che verrà mossa da un 4 cilindri 2.0 turbo da circa 300 cv, di probabile derivazione Renault, abbinato a una trasmissione sequenziale a 6 rapporti by Sadev. Unità foriera di uno straordinario rapporto peso/potenza di 2,29 kg/cv. Promette una velocità massima di 270 km/h (autolimitata) e uno scatto da 0 a 100 km/h in meno di 3,5”. Andrà a insidiare “mostri sacri” quali Radical SR3 SL, KTM X-Bow GT e Lotus 2-Eleven.