Sono passati diversi giorni ma le parole di Kristian Ghedina affiorano ancora nella mia testa, assieme al rumore secco dei miei sci, sul muro ghiacciato della 3Tre di Madonna di Campiglio. “Su una pista preparata per una gara mondiale i materiali sono fondamentali. Per fortuna abbiamo lamine con il filo perfetto, altrimenti non staremmo in piedi in questa ricognizione. Figurati poi in gara, a lottare con il cronometro tra i paletti…”. Un’emozione da brividi per chi – come me – è appassionato di sport invernali. Su strada l’equilibrio è meno precario, certo, ma in fondo le cose vanno allo stesso modo: è indispensabile un mezzo ben equilibrato ed efficiente per tracciare una bella traiettoria e per aver tutto sotto controllo nelle manovre d’emergenza. Ci ripenso mentre sto pennellando una sequenza di curve veloci con la nuova Q2 2.0 TDI 190 cv S tronic quattro Sport, l’Audi più ammirata nelle ultime tappe della Coppa del Mondo, che la Casa dei Quattro Anelli sponsorizza da anni. E’ lei che mi ha portato in Trentino, ad assistere alla slalom speciale in notturna, e che sto continuando a usare, apprezzandola man mano sempre di più.
Al primo incontro con la Q2, devo essere sincero, non c’era stato il proverbiale colpo di fulmine: tanta simpatia ma niente amore. Un test veloce, nel traffico caotico e sull’asfalto disastrato di Roma, non aveva fatto emergere il principale pregio della macchina, la versatilità. Per (non) definirla in Audi hanno coniato apposta l’hashtag #untaggable, forse criptico per la classica casalinga di Voghera ma ben centrato: fa capire a chi mastichi l’inglese e sia pratico di Instagram quanto sia difficile trovare una etichetta per un mezzo così compatto, con muscoli da SUV e dettagli da coupé. Ok, ci sarebbe sempre “crossover” ma è una parola che a sua volta dice ben poco e anche le sue rivali, la Mini Countryman su tutte, sfuggono ai soliti schemi.
Lunga 419 cm e con una carrozzeria dai tagli geometrici, nella quale c’è anche lo zampino di Italdesign, l’Audi Q2 se la cava bene in città. Qui trova facilmente parcheggio e finisce poi spesso per catalizzare l’attenzione, con le sue fiancate scavate. Sulle strade aperte, invece, fa valere l’indovinato rapporto tra larghezza delle carreggiate, passo (260 cm) e altezza relativa del baricentro. Sarà merito anche dei cerchi da 19” o dell’assetto regolabile (entrambi opzionali) ma la “mia” Q2 mi ricorda quegli sci polivalenti, che stanno a metà strada tra quelli da pali stretti e da slalom gigante: svelti nella serpentina e rigorosi in appoggio. Nonostante i pneumatici invernali, è precisa e allarga la linea impostata solo se esagero con l’andatura. E, grazie al peso contenuto, cambia direzione in un amen, mentre la trazione integrale quattro trasferisce la coppia in modo sempre discreto ed efficace per una motricità al top e una gran fluidità d’azione.
Con le ruote grandi e gli pneumatici dal fianco basso non le si possono chiedere miracoli sulle buche più secche. Anche così, tuttavia, il comfort è più che accettabile e, complice la buona silenziosità, non è un problema far digerire alla famiglia tappe autostradali da 300 km. In ogni caso è meglio evitare di spingersi oltre prima di fare una sosta: alla lunga i passeggeri posteriori potrebbero iniziare a lamentarsi perché lo schienale è un pelo verticale e la superficie dei finestrini non è particolarmente estesa. E sottolineo potrebbero, perché mica tutti hanno figlie esigenti e precisine come le mie…
In questo quadro, il motore turbodiesel 2.0 TDI fa chiaramente un figurone. Abituato a smuovere modelli di ben altra stazza, ha vita facile sotto il cofano della Q2. Con 400 Nm di coppia stabili tra i 1.900 e 3.300 giri e una potenza massima di 190 cv costanti tra 3.500 e 4.000 giri spinge sempre in modo deciso. Ben supportato dall’ultima edizione del cambio a doppia frizione S tronic a sette marce, dolce e veloce più che mai, permette di scattare da 0 a 100 in 7,3 secondi e di raggiungere eventualmente i 218 km/h. A ben vedere, di birra ce n’è addirittura troppa: la tentazione di stuzzicare l’acceleratore è forte e alla fine i consumi medi si allontanano dai 4,9 l/100 km promessi dalla Casa. Facendo poi i conti per bene, scopro che l’esemplare che sto guidando, equipaggiato tra le altre cose con rivestimenti speciali Alcantara e pelle, fari a Led, strumentazione Virtual Cockpit e sistema di navigazione MMI Plus, costa oltre 50.000 euro, il doppio della versione d’accesso. Per un uso tranquillo a 360°, insomma, l’utente medio farebbe bene a orientarsi sul nuovo 1.600 TDI da 116 cv associato alla trazione anteriore. E per chi fa pochi chilometri all’anno ci sono anche due interessanti proposte a benzina, sempre a due ruote motrici: 1.0 a tre cilindri turbo TFSI sempre da 116 cv e 1.4 TFSI da 150 cv, con la tecnologia cylinder on demand, che disattiva due cilindri quando non serve piena potenza. Non c’è che da scegliere in base alle proprie necessità: la Q2 è pronta a fare indifferentemente da prima o da seconda macchina di casa.