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Test Dacia Sandero Stepway 2017 1.5 dCi 90 Easy-R

La cinque porte rumena si rinnova in diversi dettagli e supera con disinvoltura la difficile prova del traffico napoletano, grazie anche al cambio automatico.

Passano gli anni ma la Dacia Sandero Stepway fa spallucce e tira dritta per la sua strada, senza dar l’idea di voler imboccare il viale del tramonto. Pur essendo un prodotto ormai maturo, continua a far registrare record di vendite e a dare un grosso contributo alla crescita di Dacia in Italia, beneficiando in parte della moda che premia i modelli con taglio un po’ fuoristradistico. In generale sono Stepway sette Sandero su dieci o, per dirla in altre parole, una Dacia ogni quattro immatricolate in Italia è una Sandero Stepway, e scusate se è poco.

Quello della longevità della Dacia Sandero Stepway – ma anche della Sandero in generale – è un segreto di Pulcinella. Alla base c’è un progetto indovinato, che la Casa sa poi aggiornare puntualmente con interventi mirati. Esattamente come quelli introdotti con questo model year, che debutterà nelle concessionarie nel weekend del 21 e 22 gennaio. I suoi segni distintivi sono molti  e danno una rinfrescata alla vista d’insieme pur senza toccare di fatto le lamiere. Inediti sono in particolare i fari, che creano una nuova firma luminosa grazie a una diversa organizzazione delle lampade e un disegno più geometrico. La mascherina, dal canto suo, è sulla stessa lunghezza d’onda e sfoggia un inedito motivo a rettangoli che viene poi ripreso anche dalle luci di coda. A fare da contorno al tutto e a impreziosire la linea ci sono poi dettagli che creano l’effetto del metallo satinato.

Questo tipo di finitura si ritrova ora anche nell’abitacolo, attorno alla strumentazione, sul volante con corona in pelle, nel mobiletto centrale, vicino al cambio e sui pannelli delle porte, dove finalmente approdano anche i comandi degli alzacristalli. Oltre ad avere così la sua parte, l’occhio può inoltre approfittare della nuova retrocamera posteriore (di norma optional), che supporta i sensori di parcheggio per capire in men che non si dica quali siano i margini di manovra negli spazi stretti. Un’altra new entry importante nella dotazione, stavolta di serie, è l’Hill Start Assist. Come avrà capito chi mastica l’inglese, questo dispositivo aiuta nelle ripartenze in salita, impedendo alla macchina di arretrare per qualche secondo una volta rilasciato il freno. Restando ancora all’interno, spiccano poi i rivestimenti in tessuto tecnico 3D con nuove cuciture.

La Stepway non riceve invece la novità più grossa della gamma Dacia Sandero 2017. ovvero il nuovo motore mille aspirato a tre cilindri SCe 75. La motorizzazione d’accesso per la Stepway è il 900 turbo da 90 cv, offerto in listino a 11.950 euro. Per 500 euro in più si possono avere anche il cambio robotizzato Easy-R o la doppia alimentazione, benzina e GPL, sempre molto apprezzata dai clienti Dacia. Sul fronte diesel c’è invece il 1.500 dCi da 90 cv, che costa invece 12.950 con trasmissione manuale e 13.450 con quella robotizzata. Sono cifre uguali a quelle del model year 2016, nonostante le migliorie introdotte, e che comprendono, tra le altre cose, il cruise control, il climatizzatore e il sistema multimediale Media Nav Evolution.

E proprio la Dacia Sandero Stepway 1.5 dCi 90 Easy-R è stata protagonista del breve test, organizzato nel sempre caotico traffico di Napoli. E il fatto che la Casa volesse dare una prova che la macchina sia davvero “a prova di vita reale”, come dice la pubblicità è più di un sospetto. Ebbene, la promessa si può dire mantenuta: la cinque porte rumena se la cava alla grande anche nel non facile habitat partenopeo.

Pur non avendo dimensioni tascabili, la Sandero Stepway si muove bene negli spazi stretti dei vicoli. La forma della carrozzeria, la seduta rialzata e i finestrini ampi permettono sempre di avere un’idea precisa degli ingombri. Il resto lo fa il raggio di sterzata contenuto, che permette di fare inversione in poco spazio, mentre se si dovessero sbagliare i conti si potrebbe sperare ancora nella presenza degli inserti in plastica per non fare danni alle lamiere. Un’altra caratteristica che si apprezza molto è il comportamento sullo sconnesso. La Stepway, con il suo assetto rialzato e le sospensioni rinforzate, non fa una piega nemmeno sul tormento fondo napoletano. Buche e sconnessioni vengono digerite bene, così come gli avvallamenti, e c’è pure la possibilità di superare piccoli gradini meglio che con altre rivali.

Due paroline le merita anche l’accoppiata motore-cambio. L’Easy-R , in particolare, è un robotizzato classico e non ha la rapidità e la fluidità nelle cambiate dei doppia frizione che stanno prendendo piede sul mercato. Tuttavia, visti la concretezza dell’offerta e lo spirito non certo sportivo della Stepway, la scelta convince, anche perché il piccolo turbodiesel ha una coppia generosa, che assicura comunque rilanci vivaci. E poi diciamolo: non dover usare la frizione negli ingorghi congestionati è sempre una gran cosa.

 

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