Analizzando tutti i modelli presenti in listino, la piattaforma Mercedes Classe C è sicuramente quella che vanta più declinazioni. A catalogo ci sono infatti la berlina, la station wagon, la cabriolet, la spider SLC, la SUV GLC e ora anche la sua variante sportiva, la GLC Coupé. Rispetto alla GLC vulgaris, anche Mr Magoo riuscirebbe a riconoscere nel tetto e nella coda i suoi due principali elementi distintivi. Il primo ha i montanti del parabrezza più orizzontali, disegna un arco più basso e scende più svelto verso il posteriore. Il lato B, invece, ha un’aspetto più atletico e muscoloso.
Le scelte stilistiche impongono di pagare dazio sul fronte della visibilità posteriore e della versatilità. Il dato dichiarato per la capacità del bagagliaio è interessante, da 491 a 1.400 litri, ma al di là dei numeri si deve fare in conti con una soglia di carico alta e un vano poco sviluppato in altezza. La forma spiovente del padiglione non crea invece problemi ai passeggeri posteriori. Anche i più alti hanno diversi centimetri di aria sopra la testa, con gli schienali anteriori a debita distanza dalle ginocchia. Neanche a dirlo, in prima fila si sta da re, con davanti una plancia curata e con un mobiletto centrale molto massiccio, che appaga la vista limitando appena lo spazio per le gambe. L’unico appunto si può fare al sistema telematico Garmin, optional sulla versione base Exclusive e di serie sulle intermedie Business e Sport, che non è all’altezza del resto della macchina per grafica e logiche di funzionamento.
Una volta in movimento, la Mercedes GLC Coupé impressiona per la sua consistenza e per come faccia sentire padroni della strada. Se fosse un pugile sarebbe probabilmente un peso medio-massimo, con i suoi 473 cm di lunghezza e un peso che – per la versione 220d in prova – supera le 1,8 tonnellate. Ciò non significa però che non sia anche docile: a meno che proprio non ci si vada a infilare in qualche vicoletto, non mette soggezione e si lascia guidare con grande disinvoltura. Parte del merito va sicuramente all’assetto sportivo e ribassato di 15 mm rispetto alla GLC standard ma un ruolo importante lo giocano anche le eventuali sospensioni regolabili. A richiesta se ne possono avere due due tipi: quelle meccaniche, Dynamic Body Control, e quelle pneumatiche, Air Body Control. Entrambe si gestiscono in punta di dita assieme a tutta l’elettronica di bordo attraverso il comando del Dynamic Select, che prevede 5 modalità di guida: si va dalla risparmiosa Eco, alla dinamica Sport+, passando per Comfort e Sport e con l’aggiunta poi dell’Individual, per incrociare a piacere i vari settaggi dell’acceleratore, dello sterzo e del cambio automatico.
Tornando un attimo allo sterzo, va sottolineato come la GLC Coupé abbia un diverso rapporto di demoltiplicazione, più diretto di quello della GLC. Ciò permette di muovere meno le mani sul volante nei tratti ricchi di curve, a tutto vantaggio del piacere di guida. Proprio quest’ultimo rappresenta una bella sorpresa con SUV di Stoccarda. Alla faccia del baricentro alto, la macchina si appoggia bene sulle ruote da 18” (a richiesta ce ne sono anche di più grandi) e percorre le traiettorie con una scorrevolezza ben superiore alle aspettative. E con la trazione 4Matic tarata per favorire leggermente le ruote posteriori (la ripartizione standard della coppia è 45:55) anche l’uscita dalle curve avviene in modo tondo e omogeneo.
Quanto al motore, il classico turbodiesel 2.1 da 170 cv della versione 220d si conferma la soluzione più indicata per in nostro mercato. Con una coppia di 400 Nm costanti tra i 1.400 e i 2.800 giri, ha tutta l’elasticità che serve per muovere in scioltezza la GLC Coupé, ben supportato dal cambio 9G Tronic che, con le sue nove marce, riesce a tenerlo sempre nell’arco più favorevole della curva d’erogazione. Con questo motore il listino parte da 54.330 euro, con di serie, tra le altre cose, anche l’interno in ecopelle Artico e la telecamera posteriore. Difficile però accontentarsi e non cedere alla tentazione degli allestimenti più ricchi.