Avete perso la testa – come biasimarvi – per la Ferrari 250 GTO? Se avete 53 milioni di euro da investire… forse ne risparmiate uno! Sì, perché la berlinetta di Maranello è l’auto più costosa al mondo. Venduta dall’italo americano Paul Pappalardo – collezionista del Connecticut che l’acquistò nel 1974 – a un compratore restato nell’anonimato, è stata costruita nel 1963 e rientra nel lotto dei 36 esemplari prodotti ufficialmente dal 1962 al 1964. Nel dettaglio, la GTO passata di mano per pochi spiccioli – quasi 39 milioni di euro! – è particolarmente preziosa in quanto vinse il Tour de France, competizione a tappe simile alla Mille Miglia, nel 1963.250 GTO, del resto, è una delle Ferrari più vincenti, e affascinanti, mai realizzate. Il nome sta per Gran Turismo Omologato; fu la vettura del Cavallino incaricata di fronteggiare (con successo) l’emergente concorrenza straniera nel Mondiale costruttori d’inizio Anni ‘60. Creata dall’equipe di Giotto Bizzarrini, venne soprannominata “la papera” per la linea bassa e sinuosa abbinata alla coda tronca sormontata da un piccolo spoiler. Capace d’unire il carisma d’una granturismo alle prestazioni d’una Sport, sotto il profilo meccanico fu tutt’altro che rivoluzionaria: il propulsore era il noto V12 3.0 della 250 Testa Rossa, con l’unica differenza della lubrificazione a carter secco anziché umido, mentre il telaio tubolare in acciaio a longheroni e traverse derivava dalla 250 GT SWB con interasse di 2.400 mm, sebbene lievemente irrigidito.Costruita da Scaglietti, venne dotata di carrozzeria in alluminio, 4 freni a disco e, soprattutto, di un nuovo cambio manuale a 5 rapporti. Grazie alla massa contenuta in 880 kg – cui conseguiva un rapporto peso potenza di 2,93 kg/cv – scattava da 0 a 100 km/h in 5,6 secondi. Una prestazione da brivido per l’epoca. Dal 1962, anno in cui il campionato costruttori fu legato alla categoria GT, garantì alla Ferrari una tripletta d’allori mondiali, soffrendo solamente nell’ultimo anno di carriera agonistica (1964) la concorrenza delle AC Cobra, mosse da un possente V8 Ford di 7,0 litri. Fu una delle poche vetture di piccola serie a trovarsi a proprio agio tanto in pista quanto su strada. Come lasciato intuire dal prezzo stellare, è oggetto di culto per i collezionisti.