Con l’elettrificazione che prende sempre più piede nel mercato dell’auto, tutti ci troviamo costretti costretti a familiarizzare con una nuova terminologia. Di pari passo con l’arrivo di tante nuove auto elettriche e ibride, si sono infatti diffuse parole mai sentite e sigle inedite, non sempre di facile e immediata comprensione. Vediamo allora di fare chiarezza una volta per tutte con un glossario in cui abbiamo selezionato quegli acronimi e quei termini con cui è ormai indispensabile avere confidenza.
EV
Impossibile non partire dall’accoppiata di lettere più utilizzata, quella che viene spesso inserita da alcune Case nel nome dei loro modelli. EV sta infatti per Electric Vehicle e distingue in modo inequivocabile le auto elettriche da quelle alimentate con carburanti fossili, ossia a benzina, gasolio o gas. Emblematico, tra gli altri, il caso della Kia EV3.
BEV
L’aggiunta di una sola lettera potrebbe fare poca differenza, ma non è così. BEV incarna l’idea di Battery Electric Vehicle, ossia di veicolo elettrico a batteria. C’è realmente bisogno di sottolineare questa cosa? La risposta è sì, perché certe auto elettriche possono tecnicamente essere alimentate a idrogeno. Non tergiversiamo e affrontiamo subito la questione.
FCEV – auto elettriche, sì, ma a idrogeno
Questo è l’acronimo di Fuel Cell Electric Vehicle, che si traduce letteralmente in auto elettrica a celle di combustibile, come la Toyota Mirai che si vede qui sotto. Nel serbatoio viene immagazzinato l’idrogeno che, una volta convogliato nella cella a combustibile, reagisce con l’ossigeno dell’aria producendo elettricità, calore e acqua.
Isolare l’idrogeno è tuttavia un processo che richiede molta energia e con le tecnologie attuali il processo non risulta efficiente. Tuttavia c’è chi crede che un domani questo sarà il modo ottimale per alimentare un motore elettrico.
PHEV
Ecco un’altra sigla lunga e sempre più spesso citata nei listini delle Case automobilistiche. Qui non si parla più di auto elettriche, bensì di un Plug-in Hybrid Electric Vehicle, ovvero di un veicolo ibrido elettrico plug-in. Una PHEV è pertanto un’auto ibrida che si può caricare anche con la spina e che vanta una certa autonomia in modalità elettrica. Esaurita la carica, questo genere di auto può però sempre viaggiare bruciando carburante fossile. Proprio come la Honda CR-V PHEV che si vede qui in basso.
MHEV
Cambia l’iniziale e cambiano anche la tipologia di ibrido e il suo funzionamento. Con un Mild Hybrid Electric Vehicle il ruolo dell’elettrificazione si fa secondario. In questo caso il motore elettrico, di potenza limitata, si limita ad assistere il motore a scoppio, senza avere la forza necessaria a fare viaggiare l’auto. A dare forza motrice alle ruote sono sempre bielle e pistoni. Questa tecnologia si trova per esempio sulla Suzuki Swift.
ICE
No, lasciate perdere la parola che conoscete bene in inglese, perché qui il ghiaccio non c’entra. La sigla ICE sintetizza Internal Combustion Engine. Non serve essere grandi poliglotti per cogliere il senso di queste parole: motore a combustione interna, ovvero un generico motore a scoppio.
REX
Evitiamo facili ironie sul fatto che le auto elettriche siano elettrodomestici. La sigla REX è la contrazione di Range Extender, locuzione che identifica un piccolo motore a combustione interna presente a volte sulle auto elettriche e impiegato come generatore. Il suo compito è quello di ricaricare le batterie anche in movimento, aggirando l’annoso problema dell’autonomia.
Ampere, Volt e Watt
Ok, queste parole non sono sigle, ma conoscerle potrebbe essere comunque utile. Si tratta infatti delle unità di misura utilizzate per esprimere le prestazioni elettriche. C’è una simpatica similitudine che spiega i tre concetti facendo un parallelismo con un fiume. Gli ampere sono la quantità di acqua che porta il nostro corso d’acqua, i Volt sono assimilabili alla velocità a cui scorre il fiume e i Watt esprimono la forza con cui l’acqua spinge verso valle.
kW e KWh
Quando nella scheda tecnica di un’auto è presente la sigla kW, questa esprime i kilowatt, che sono l’unità di misura della potenza del motore, a prescindere dal fatto che questo sia elettrico, a carburante fossile. Un kilowatt è pari a 1.000 Watt e a 1,36 cavalli vapore, o cv che dir si voglia. La stessa unità di misura è utilizzata per indicare anche la potenza di ricarica garantita da una colonnina o il flusso di energia che può passare da un cavo di ricarica. Aggiungendo un’acca alla fine si ottiene invece il kilowattora. Nelle bollette è l’unità usata per quantificare l’energia consumata. Nelle auto elettriche e ibride esprime invece la capacità della batteria.
kWh/100 km
Questo è il rapporto usato di norma per esprimere il consumo di un’auto elettrica. Ribaltando la questione si può avere la percorrenza media calcolata in km/kWh. Il paragone con i classici km/litro è servito sul proverbiale piatto d’argento: anche in questo caso si vede quanta strada si copre consumando un’unità della nostra fonte di energia. Niente vale più di un esempio numerico: se un’auto ha una batteria da 60 kWh e procede al ritmo di 5 km/kWh, la carica si esaurirà dopo 300 km.
WLTP
Chiudiamo l’elenco con WLTP, acronimo di Worldwide Harmonized Light Vehicles Test Procedure. Si tratta di una procedura di prova per veicoli leggeri armonizzata a livello mondiale. Da qualche tempo rappresenta il sistema impiegato sulla scena internazionale per misurare e omologare i consumi – siano essi di carburante o di energia, nel caso di un’auto elettrica – e la conseguente autonomia. Peccato che l’attendibilità dei valori indicati sia sempre limitata, con i dati reali che sono sempre lontani da quelli dichiarati. Volete fare più strada con una singola carica? Ecco cinque consigli per aumentare l’autonomia elettrica.