Da molti considerata la prima, vera, supercar dell’età moderna, la Lamborghini Miura ha scritto alcune pagine indelebili del grande libro della storia dell’automobile. Impossibile, per la Casa di Sant’Agata Bolognese, non celebrarne degnamente il cinquantenario. E quale miglior modo che realizzare una serie limitata di 50 esemplari della Aventador?Per evocare lo stile della Miura, la supersportiva del Toro adotta una speciale verniciatura bicolore, massima espressione del programma Lamborghini Ad Personam, che riprende le tinte della vettura del 1966, mentre i loghi esterni neri, le targhette commemorative e i cerchi in lega anteriori da 20 pollici e posteriori da 21 pollici, disponibili in argento e oro, completano la personalizzazione. Ampio ricorso al carbonio in abitacolo.Nessuna modifica a livello meccanico. Il noto V12 6.5 aspirato eroga 700 cv e 690 Nm di coppia in abbinamento alla trazione integrale permanente con giunto Haldex, al cambio robotizzato a 7 rapporti e ai differenziali autobloccante posteriore e a controllo elettronico anteriore. Il peso della vettura si attesta a 1.575 kg, complice la monoscocca in fibra di carbonio, cui consegue un rapporto peso/potenza di 2,25 kg/cv e, soprattutto, uno scatto da 0 a 100 km/h in 2,9 secondi toccando una velocità massima di 350 km/h. Prestazioni ben diverse dalla storica Miura, la cui prima generazione, identificata con la sigla P400, era mossa nel 1966 da un V12 3.9 da 355 cv. Fu un successo, al punto da rendere immediatamente obsolete le altre sportive dell’epoca. Nel 1968 venne realizzata la versione S da 370 cv e nel 1971 la SV (Super Veloce) da 385 cv. Uscì di produzione nel 1973 e venne sostituita dalla Countach nel 1974. Il valore odierno di una SV oscilla tra gli 800mila euro e 1.300.000 euro. E il prezzo della Aventador ad essa ispirata? Top secret.