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Michelin: obiettivo sicurezza fino alla fine

I francesi ampliano l'offerta all'interno della gamma di pneumatici allseason con una versione a misura di SUV e con la sesta generazione degli invernali Alpin. Tra le novità c'è la garanzia di poter contare sulla massima aderenza fino all'usura completa del battistrada

L’offerta di pneumatici “4 stagioni” è in rapida evoluzione, tuttavia il mercato si muove con ritmi molto più lenti. Per anni gli automobilisti italiani sono rimasti fedeli alle coperture estive, affidandosi alle catene da montare in caso di emergenza, per poi convertirsi al doppio cambio stagionale che evita spiacevoli sorprese. E oggi che un solo pneumatico consente di affrontare con tranquillità ogni condizione climatica, nel rispetto del , il cambio di tendenza procede a rilento in tutta Europa e lo confermano i dati di vendita, che vedono gli invernali sempre preferiti, con quote che superano il 30 per cento del totale. Ecco quindi che lo sviluppo deve proseguire parallelamente per entrambe le tipologie, come dimostra Michelin che ha appena presentato le ultime novità che vanno a completare la gamma aggiungendo soluzioni innovative.Da oggi anche per SUV e crossoverLa famiglia CrossClimate è la più recente all’interno della gamma della Casa francese. Lanciata nel 2015 oggi si sdoppia con l’offerta delle coperture CrossClimate+ per vetture piccole, medie e compatte e le nuove CrossClimate SUV sviluppate espressamente per crossover e SUV con trazione integrale o a due ruote motrici. A queste si aggiunge poi una terza proposta, quella degli Agilis CrossClimate, pneumatici all-season specifici per il trasporto leggero che si distinguono per un’esclusiva costruzione con tre mescole differenti che si attivano in funzione di temperature e condizioni del terreno.Tre tecnologie vincentiTutti questi prodotti sono accomunati da caratteristiche che permettono di acquistare un solo treno di pneumatici e utilizzarlo quotidianamente senza preoccuparsi dell’alternarsi delle stagioni. L’obiettivo comune degli all-season è quello di combinare il meglio delle tecnologie estive e invernali, ma Michelin si è impegnata nella ricerca di soluzioni che consentano di mantenere queste caratteristiche inalterate per tutta la durata del battistrada, fino al raggiungimento del limite legale di 1,6 millimetri. Un risultato che gli ingegneri dichiarano di avere raggiunto con l’azione combinata di tre innovazioni. La prima è concentrata in una particolare mescola in grado di adattarsi alle temperature più rigide e a quelle tipicamente estive assicurando un’elevata aderenza. La seconda interessa la scultura del battistrada, con un disegno a V la cui funzione è quella di esercitare un effetto “artiglio” in presenza di neve, che si mantiene costante fino all’usura completa. La terza e ultima tecnologia interessa le lamelle, elemento indispensabile per assicurare la trazione e la frenata su fondi innevati, che sui tasselli delle CrossClimate hanno una struttura 3D e una funzione autobloccante. Le dimensioni attualmente disponibili per le versioni + e SUV sono 80, alle quali si aggiungono le 26 misure degli Agilis CrossClimate per furgoni e van.Sulla neve usurati come nuoviPer chi in inverno preferisce viaggiare su pneumatici specifici per questa stagione, Michelin propone gli Alpin6, che come la sigla lascia intendere rappresentano la sesta generazione delle coperture che negli anni Novanta hanno introdotto il nuovo concetto di gomme invernali, con mescole a base di silice e la presenza di lamelle sul disegno del battistrada per favorire l’aderenza su fondi innevati. Come per la serie CrossClimate, l’evoluzione è concentrata nella ricerca di una costanza di prestazioni in accelerazione, trazione e frenata su neve per tutta la durata del battistrada, che peraltro i test effettuati indicano essere superiore di circa il 20 per cento rispetto ai concorrenti diretti.Bimescola a stratiAnche in questo caso le tecnologie impiegate sono due e la prima è costituita dalle lamelle che non hanno una sezione costante, ma un disegno a goccia d’acqua. In questo modo, quando il battistrada è nuovo hanno una funzione standard, mentre con l’usura i tagli si allargano progressivamente, fino a generare canali che migliorano l’evaquazione dell’acqua e l’aderenza sulla neve. Questa soluzione è abbinata a un battistrada bimescola, diverso da quelli standard che utilizzano compound differenti tra le spalle e la zona centrale. Per gli Alpin6 la differenza è a strati, quindi cambia in funzione dell’usura, con una mescola più rigida quando la copertura è nuova, e più morbida nella zona più vicina alla carcassa. Di conseguenza questi pneumatici non hanno il tradizionale indicatore di usura che indica il limite di efficacia nelle condizioni invernali con una profondità di 3 o 4 millimetri, sostituiti da indicatori graduati che segnalano chiaramente l’usura in termini percentuali: 75, 50 e 25 per cento.L’innovazione è pertanto concentrata nella capacità della copertura di evolversi con l’obiettivo di mantenere inalterate la rigidità longitudinale e laterale, ma anche l’efficacia delle lamelle per un’aderenza ottimale sulla neve. Le “gocce” che si aprono con il consumo contrastano infatti la rigidità del battistrada che in condizioni normali riduce l’aderenza sulla neve. I risultati evidenziano prestazioni eccellenti, certificate dal TÜV SÜD tedesco, quando l’usura è prossima al limite legale; con 2 millimetri di profondità della scultura gli spazi di arresto sulla neve risultano inferiori di 5,9 metri rispetto alla media dei concorrenti a una velocità di 40 km/h.Etichetta europea, è tempo di cambiareI risultati ottenuti con le ultime generazioni delle famiglie CrossClimate e Alpin ha convinto Michelin a intraprendere un’iniziativa il cui obiettivo è quello di arrivare a un aggiornamento dei criteri di certificazione dell’etichetta europea per la classificazione energetica. I francesi ritengono infatti che sia giusto valutare la rumorosità e la resistenza al rotolamento delle coperture con battistrada nuovo, poiché questa è la condizione più penalizzante, mentre sarebbe da rivedere quella della frenata sul bagnato. L’idea è quella di imporre i test con il disegno prossimo al limite massimo consentito, così da fornire una valutazione più valida ai fini della sicurezza.

 

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