Durante il Salone di Francoforte hanno lasciato fare, assumendo apparentemente una posizione d’attesa (ma il loro stand con scivolo e tappeti elastici era fantastico) mentre i concorrenti si sbizzarrivano con i fuochi d’artificio. Adesso hanno deciso di rispondere. Non con un petardo, però, bensì con una cannonata! MINI s’è desta, rivoluzionando il proprio bagaglio tecnico.
Il kart feeling non si discute. Tatuaggio perenne per il brand inglese, vede rinnovati colori e contorni del disegno originario. Debuttano così cambi manuali sincronizzati elettronicamente con i propulsori, onde non perdere giri nei passaggi di rapporto, un inedito telaio e sospensioni adattive forti di ammortizzatori a regolazione elettrica (2 setup). Una rivoluzione. Ottenuta grazie a valvole a portata variabile “annegate” negli steli, in grado di incidere sia in compressione sia in estensione sulla risposta tanto alle imperfezioni dell’asfalto quanto alle sollecitazioni nella guida al limite. Porgendo la mano anche a quanti temevano che l’assetto hard, tipico del passato, costituisse un vero e proprio attentato alle otturazioni dei denti.
L’antipasto prima dell’abbuffata. Le sospensioni regolabili anticipano la grande novità del futuro: ai motori a 4 cilindri si affiancano inediti tricilindrici. Anch’essi caratterizzati dalla tecnologia TwinPower Turbo. Pacchetto tecnico che, nel caso dei propulsori a benzina, si compone di sovralimentazione mediante turbocompressore, iniezione diretta, fasatura variabile sia lato aspirazione sia lato scarico e controllo continuo delle valvole analogo al Valvetronic BMW. Non meno ricercati i motori a gasolio, forti anch’essi del turbocompressore e caratterizzati dall’iniezione diretta common rail con pressione massima di 2.000 bar.
I nuovi propulsori, disegnati in funzione della disposizione trasversale nel vano motore, tipica di MINI, e forti di supporti idraulici, dispongono di un contralbero d’equilibratura per l’annullamento delle vibrazioni. Testata e basamento, da tradizione BMW, sono in alluminio. Spicca, nel dettaglio, il 3 cilindri 1.5 turbo benzina, “parente” non troppo lontano dell’unità appannaggio della coupé ibrida BMW i8, forte di 136 cv e 22,4 kgm di coppia sin da 1.250 giri/min, elevabili a 23,5 kgm grazie alla funzione overboost. Unità che condivide con l’inedito 4 cilindri turbo benzina di 2,0 litri – caratterizzato da due contralberi d’equilibratura e forte di 192 cv e 28,6 kgm (30,6 kgm grazie all’overboost) – sia il regime massimo di rotazione (6.500 giri) sia l’integrazione del turbocompressore nel collettore di scarico, a tutto vantaggio della riduzione del ritardo di risposta (lag) alle pressioni dell’acceleratore. 3 cilindri, infine, anche per il TD candidato a divenire il best seller della gamma: un 1.5 da 116 cv e 27,5 kgm. Non c’è che dire: MINI scommette sul 3!