Qual è il mezzo migliore per muoversi in una grande città risparmiando tempo e denaro? Prendiamo ad esempio Milano, dove per scoraggiare l’utilizzo dell’auto e incentivare i mezzi alternativi in centro, è stata definita l’Area C, con accesso a pagamento.La domanda su quale sia la soluzione ideale se la pongono ogni giorno moltissimi cittadini, confrontandosi e talvolta scontrandosi per la conquista di un po’ di spazio (leggi qui l’articolo sulle regole di convivenza tra automobilisti e ciclisti).Certamente il tema della mobilità in città ci appassiona (leggi qui il confronto bici elettrica/scooter) ma non abbiamo mai preso una posizione ideologica. Un po’ perché come moltissimi italiani siamo al tempo stesso automobilisti, motociclisti e ciclisti; un po’ perché siamo convinti che, con un minimo di tolleranza e buon senso, nelle nostre città ci sia spazio per tutte le passioni, a due e quattro ruote.Oggi, però, c’è una sfida da affrontare. È per questo che ci siamo messi al volante di un’auto “go-kart feeling”, la MINI Cooper S Paceman ALL4, e le abbiamo caricato nel bagagliaio un’altra MINI, questa volta a due ruote, la MINI Folding Bike. Direzione: limite Nord-Ovest di Area C.LIVESi chiama Folding Bike Lime ed è una bici pieghevole – o intermodale come si usa dire adesso, visto che si può trasportare con facilità – marchiata MINI.Fino a non moltissimi anni fa, bicicletta pieghevole significava un nome soltanto: Graziella. Telaio in acciaio pieghevole, ruote da 20” e portapacchi molto robusto: chi di voi non è mai salito in piedi sul portapacchi?. La Graziella (approfondisci qui) è divenuta nel tempo talmente diffusa tra i ciclisti di ogni età dagli anni ‘60 in poi, da identificarsi con un genere intero, quello appunto delle bici pieghevoli con ruote da 20 pollici.Oggi la bici pieghevole ha abbandonato quell’aria un po’ economica e popolare di un tempo, anche perché moltissime Case – due pertutte, le anglosassoni Brompton e Dahon – propongono modelli interessanti per contenuto tecnico e appeal estetico. Contenuti di cui di certo non difetta la MINI Folding Bike Lime by MINI: telaio monotrave e forcella sono in alluminio, materiale che contribuisce a mantenerne contenuto il peso (11,7 kg sulla nostra bilancia). Tra le caratteristiche principali di questa bici ci sono il tubo sella e il tubo manubrio completamente estensibili, che consentono alla bici MINI di adattarsi ai ciclisti di ogni taglia.Per girare a Milano, città quasi completamente pianeggiante, basta probabilmente una single speed o al massimo una bici con cambio a tre velocità. Ma la Folding Bike non si pone confini e con un mix di componenti Neos-Sram per il cambio a otto velocità (cassetta 11-32) sembra pronta ad affrontare anche le salite più impervie. I freni sono Avid di tipo V-brake (come quelli delle mountain bike prima dell’era dei dischi) e le ruote, ovviamente, hanno un diametro di 20”, misura standard per le bici pieghevoli, garanzia di agilità e minimo ingombro.La Folding Bike si piega grazie a uno dei sistemi tra i più diffusi, molto simile a quello della nuova Graziella: permette di reclinare completamente su se stessi tubo manubrio e telaio, oltre che i pedali. Se avete intenzione di pedalare con la Folding Bike anche di sera, dovrete prima pensare a rendervi visibili perché non sono previste luci di serie; in compenso ci sono catarifrangente anteriore e posteriore. Il prezzo di 560 euro è allineato a quello di altre bici pieghevoli di pari livello.RIDEBici nel bagagliaio e direzione Milano, con sosta in corrispondenza del limite Nord-Ovest di Area C, da cui si scorge il trionfale Arco della Pace.La destinazione è Porta Romana, limite opposto della zona con accesso a pagamento. Due le ipotesi: pagare 5 euro, il costo giornaliero della “congestion charge”, tenere la bici nel bagagliaio e avventurarci tra le contorte vie del centro; oppure parcheggiare la MINI Cooper S Paceman e proseguire in bici.Scegliamo una terza via: io mi avvio in auto verso Porta Romana percorrendo la Cerchia dei Bastioni – evitando così il centro – in senso antiorario mentre Sara, la nostra biker, inizia a pedalare la Folding Bike, affrontando prima le strade bianche del Parco Sempione, poi l’area ciclo-pedonale del centro lungo la direttrice Castello-Duomo, e infine il corso di Porta Romana, particolarmente insidioso a causa del pavé sconnesso.Il responso del cronometro? Forse perché la Cerchia era insolitamente poco trafficata ma, contro i pronostici, al volante della Paceman ci metto un minuto meno rispetto a Sara in sella alla Folding Bike; 16 minuti contro 17. Attraversando il centro avrei impiegato di più? Forse. Certamente, oltre al consumo di carburante necessario, avrei speso i 5 euro del ticket.Riscontro cronometrico a parte, la Folding Bike può essere il mezzo giusto per affrontare la giungla urbana? Ecco le nostre impressioni.In sella – molto comoda – ci si sente a proprio agio, nonostante l’interasse particolarmente corto (tipico delle bici con le ruote da 20”): tubo sella e manubrio possono essere regolati per adattarsi anche ai ciclisti più alti. Comode le manopole, caratterizzate da una superficie d’appoggio per le mani molto generosa.Come se la cava la Folding Bike sul pavè e sugli ostacoli cittadini? Il telaio appare solido, nonostante le varie giunture per consentire il trasporto.Le ruote da 20” garantiscono raggi di sterzata da record, se confrontati con quelli delle bici da città tradizionali con ruote da 28”. Per contro, hanno ovviamente meno inerzia per superare gli ostacoli. La sezione degli pneumatici Schwalbe KOJAK 35-406 è piuttosto stretta,se paragonata a quella della Graziella di una volta: questo significa scorrevolezza ma per contro meno grip e, un po’ di attenzione in più quando occorre attraversare le temutissime rotaie del tram. I freni ci sono sembrati fin troppo potenti, per quanto ben gestibili; il cambio preciso e senza indecisioni.