Una razza di tori tra le più forti
Già, dall’anonima sigla 400TP si passa all’evocativo nome Miura, che identifica una razza di tori da combattimento tra le più forti, intelligenti e spietate. Al Salone di Ginevra del ’66, la Miura è la vera star. Il nome Lamborghini, fino a quel momento sconosciuto nel mondo dell’auto, in poco tempo è sulla bocca di tutti. Anche perché, a dimostrazione ulteriore della sua personalità, Ferruccio parcheggia la sua Miura arancione davanti al casinò di Monte Carlo nel fine settimana del Gran Premio di Formula 1.Il risultato della “piazzata”? La viabilità attorno al Casinò si blocca. Letteralmente.
Non sorprende dunque che gli ordini schizzino verso l’alto, con le casse dell’azienda che si riempiono di denaro oltre ogni più rosea aspettativa e la fama dell’azienda che segue a ruota. Nel 1968 è il turno della Islero (un’evoluzione della 400 GT), seguita dalla Espada (a 4 posti). Nel 1970 arrivano la Jarama e la piccola Urraco 2.500-V8. La gamma è ormai al completo, ma nel 1972 l’inaspettato. Ferruccio Lamborghini cede l’azienda all’industriale svizzero Georges-Henri Rossetti.