Sabato 1 e domenica 2 ottobre si è svolta la settima edizione del Porsche Festival, per la seconda volta l’evento è stato ospitato dal Porsche Experience Center Franciacorta: un grande parco giochi con 5 tracciati dove è possibile vivere in pieno l’esperienza di guida Porsche.
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Il Porsche Festival si svolge dal 2015, ma quest’anno ha battuto ogni record con un totale di 9.127 visitatori e oltre 1000 Porsche che hanno preso parte alle tradizionali sfilate sul circuito. L’ingresso è a pagamento ma l’evento è aperto a tutti, clienti e non della Casa di Zuffenhausen, appassionati e famiglie, bimbi compresi, grazie all’area kids a loro dedicata. Due giorni nel quale prendere contatto con il mondo Porsche, in cui si possono provare diverse esperienze di guida in modo totalmente inclusivo. Quest’anno per la prima volta anche le persone diversamente abili hanno potuto provare le emozioni della pista. Porsche ha infatti pensato di adattare alcune auto per la guida con comandi manuali. Le auto sono disponibili tutto l’anno: chi vuole farsi un regalo e guidare una Porsche in pista è avvisato.
Porsche Festival 2022, un’edizione speciale
Quella di quest’anno è stata un’edizione da ricordare, non solo per i numeri ma anche per alcune ricorrenze. Al Porsche Festival 2022 si sono infatti celebrati i 50 anni della Carrera RS, vera e propria icona del mondo Porsche, un’auto che ha tracciato le regole delle gran turismo sportive.
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Inoltre ricorre il 70°anniversario dei Porsche Club. Due eventi importanti, festeggiati con la presenza di auto uniche, che hanno fatto la storia del Marchio, alcune delle quali arrivate direttamente dal museo Porsche di Stoccarda. Tra le auto da ammirare la 918, la più potente al Porsche Festival con i suoi 887 cavalli; una delle 30 Porsche 911 GT2 RS Clubsport Manthey-Racing prodotte nel mondo; la 356 America Roadster del 1953: la Porsche più storica presente alla manifestazione.
Concorso di restauro, premiata l’auto del Centro Porsche Milano
A proposito di vetture storiche, al Porsche Festival 2022 per la prima volta si è svolta la premiazione del Concorso di Restauro, giunto alla sua settima edizione e in precedenza ospitato dalla Fiera Auto e Moto D’epoca di Padova. Pietro Innocenti – AD di Porsche Italia – ha annuncia le tre auto finaliste del concorso. A vincere è stata la Porsche 356 Speedster del 1956 restaurata dal Centro Porsche Milano; seconda classificata la 911 2.4 E del 1972 del Centro Porsche Padova, terza la 911 2.2 T Targa del 1970 restaurata dal Centro Porsche Latina.
La Porsche Taycan che accelera con un dito
Porsche, per far sì che anche chi ha perso l’uso delle gambe sia in grado di provare le emozioni della pista, ha dotato alcune auto di comandi manuali. Per adattare le auto si è rivolta Fadiel, un’azienda specializzata del settore. In particolare è stato scelto un sistema molto innovativo, un dispositivo che si indossa sulla mano come con una specie guanto e che permette di controllare l’acceleratore con una leggera pressione di una leva che viene a trovarsi sotto il pollice. Il sistema si interfaccia in modalità wireless direttamente alla centralina della vettura. I vantaggi sono diversi: non si vede nulla, niente cerchiello montato sopra o sotto il volante (il sistema di solito utilizzato come acceleratore con i comandi manuali); il volante non viene toccato e tutti i comandi presenti rimangono perfettamente accessibili. Il sistema Fadiel può inoltre essere utilizzato per la domotica, ad esempio per comandare il cancello e il box di casa. Più tradizionale invece il comando del freno: il pedale è collegato meccanicamente tramite una leva. Spingendola si aziona il freno. Semplice no? La leva sulla Taycan è stata posizionata sulla destra sotto il volante, in una posizione comoda per la guida.
Pronti, partenza, via
Ci siamo: finalmente è giunto il momento di salire sulla Porsche Taycan con i comandi adattati. Passare dalla carrozzina al sedile non è difficile: il pianale è più basso, come su tutte le sportive, e le porte sono più ampie rispetto a una normale berlina. Il sedile con regolazione elettrica rende tutto ancora più facile. Marco, l’istruttore di guida Porsche che sarà al mio fianco in pista, mi aiuta a indossare l’acceleratore. Dopo un paio prove con l’acceleratore da fermi si parte tutti insieme in fila, uno dietro l’altro. Il turno non è riservato e in pista si va insieme a chi guida la Taycan in modo normale. Brava Porsche, un’ottimo esempio di inclusione. Prima un giro lento per conoscere la macchina e la pista. Poi il ritmo si alza, a seconda delle capacità di guida. Non c’è fretta, l’importante è divertirsi. L’istruttore è rassicurante: con il massimo della calma dice sempre cosa fare e ogni giro viene voglia di spingere un po’ di più, in modo del tutto naturale. Per chi come me è abituato all’acceleratore a cerchiello occorre un po’ più di pratica con il nuovo sistema di guida. Poi le cose migliorano: man mano va sempre meglio e si spinge sempre più. La Taycan ha limiti di tenuta molto elevati e le curve si possono affrontare a velocità superiori a quelle dettate dalle normali sensazioni di guida. Il limite, come speso accade, è più nella nostra testa che dettato dalla tenuta dell’auto. Occorre solo abituarsi all’idea della velocità.
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Il peso delle batterie sulla Taycan si fa sentire in frenata, l’auto inoltre tende a veleggiare. Un effetto della mappa “tranquilla” impostata sull’auto. Nonostante questo la Taycan a trazione posteriore ci delizia anche con qualche piccolo traverso, subito tenuto a bada dall’elettronica.
Una prova di partenza con il launch control conferma che la Taycan è un razzo: gli oltre 400 CV si fanno sentire e la spinta è vigorosa e costante, da elettrico. I giri volano via e la mezzora del turno finisce alla svelta. Come è andata? Bene considerando che è la prima volta in pista dopo tanto tempo e con comandi di guida manuali. Il sorriso che mi ritrovo stampato in faccia la dice lunga. Marco mi lascia con un invito “passa di qui se ti capita che ci facciamo un giro”. E come no?