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Aston Martin Lagonda: per pochi, anzi pochissimi

La Casa britannica annuncia l’erede dell’ammiraglia sportiva del 1976. Mossa da un V12 5.9 da almeno 570 cv, sarà destinata ai mercati del Medio Oriente. Per possederla non basterà essere ricchi: Aston Martin sceglierà i clienti da “invitare” all’acquisto

Avveniristica, raffinata e ricca di elettronica, nel 1976 l’ammiraglia Lagonda ebbe successo in Medio Oriente. Risollevano le sorti – e rimpinguando le casse – di Aston Martin. Ora la Casa britannica ci riprova con il sequel della super berlina.Basata sulla nota piattaforma VH della factory di Gaydon, potrà contare sulla carrozzeria integralmente in fibra di carbonio e verrà costruita a mano dal medesimo team che in passato si è occupato della hypercar One-77. Sebbene non siano state diffuse informazioni in merito alle caratteristiche tecniche della vettura, è assai probabile adotti il dodici cilindri a V di 5.935 cc attualmente appannaggio delle “sorelle minori” Rapide S, Vantage, DB9 e Vanquish, magari nello step più spinto da 573 cv. Qualsiasi nababbo potrà possederla? Assolutamente no. L’esclusività di Lagonda è tale che saranno “invitati” a entrarne in possesso solamente un ristretto numero di clienti, selezionati direttamente dalla Casa madre. Citando il mitico Totò: «Ma mi faccia il piacere!». Il prezzo, date le infinite possibilità di personalizzazione, non verrà reso pubblico.

 

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