fbpx

Chevrolet Corvette Z06 Convertible: apriti cielo!

Capote in tela e scocca in alluminio più rigida del 20% rispetto alla “sorella” coupé per la roadster americana. Mossa dal noto V8 6.2 supercharged, può contare su 634 cv, quasi 90 kgm di coppia e trasmissione automatica a 8 marce oppure manuale a 7 rapporti

Era dal 1963 che non se ne vedeva una. Si era pressoché estinta. Ora, 51 anni dopo, è tornata. Chevrolet Corvette Z06 è nuovamente disponibile in versione roadster. La configurazione ideale per essere travolti dal sound del V8…

Derivata da C7 Stingray, settima generazione della muscle car americana, l’inedita spider condivide con Z06 Coupé il possente V8 6.2 (LT4) a fasatura variabile e iniezione diretta di benzina appannaggio di C7 base, sovralimentato però mediante compressore volumetrico (anziché aspirato) così da erogare 634 cv e 861 Nm (87,9 kgm). Una “cura” che evoca un nome mitico: ZR1. Interpretazione estrema del tema Corvette (C6), mossa anch’essa da un poderoso V8 6.2 supercharged e accreditata di 647 cv e 83,5 kgm. Z06 MY15 che, peraltro, con ZR1 condivide la lubrificazione a carter secco anziché umido. Il propulsore LT4, come accennato, si avvale dell’operato di un compressore volumetrico, più precisamente un’unità Eaton R1740 da 1,7 litri in grado di lavorare a 20.000 giri/min – 5.000 giri più veloce rispetto al componente appannaggio di ZR1 – grazie a dimensioni particolarmente contenute che favoriscono la rapidità di riposta alle pressioni dell’acceleratore.

Immutata, rispetto alla versione targa – Z06 Coupé è infatti caratterizzata da un hard top amovibile in carbonio –, la scelta tra la trasmissione manuale a 7 marce o automatica a 8 rapporti GM del tipo mediante convertitore di coppia. Ciò che cambia sono piuttosto la scocca in alluminio, più rigida del 20% sebbene in assenza di specifici rinforzi strutturali – caratteristica che scongiura aggravi di peso –, e la disposizione delle prese d’aria per il raffreddamento di cambio e differenziale (in blocco secondo lo schema transaxle), trasferite lungo il fondo piatto. Confermato l’impianto frenante, composto da dischi autoventilanti e baffati in acciaio anteriori da 370 mm di diametro e posteriori da 365 mm sui quali lavorano pinze a 6 e 4 pistoncini, così come i cerchi in lega rispettivamente da 19 e 20 pollici abbinati a pneumatici ultra ribassati 285/30 e 335/25. Non costituiscono una novità, del resto, nemmeno le appendici aerodinamiche in carbonio: più precisamente splitter anteriore, minigonne e alettone.

Analogamente alla coupé – e grazie alla notevole resistenza torsionale del telaio – è previsto il pacchetto opzionale Z07 Performance, votato ai track day. Cresce il carico aerodinamico, legato principalmente allo specifico alettone a incidenza variabile, e debuttano sia dischi carboceramici Brembo da 394 mm di diametro all’avantreno e 390 mm al retrotreno, sia pneumatici semi racing Michelin Pilot Super Sport Cup. Immutati lo schematismo delle sospensioni, a triangoli sovrapposti in corrispondenza d’entrambi gli assali, e gli ammortizzatori a smorzamento magnetoreologico, mentre deriva da C7 Stingray il Driver Mode Selector che consente d’adattare in base a diversi programmi di marcia l’operato del launch control, del controllo di stabilità e trazione nonché del differenziale autobloccante (meccanico) a gestione elettronica.

 

Articoli correlati
I motori alla Milano Design Week 2024
Parco auto italiano sempre più vecchio: ma anziché comprare si sceglie sempre più il noleggio
Alfa Romeo: non va bene Milano? Allora “Alfa Romeo Junior!”