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Mercedes-Benz SL, 60 anni di storia

Il 12 marzo 1952 veniva presentata alla stampa una delle auto più rappresentative della storia: la 300 SL. Il suo soprannome? Ali di Gabbiano...

Sessant’anni portati splendidamente, e degnamente celebrati in occasione della più grande fiera mondiale dedicata alle auto d’epoca: le nozze di diamante tra la Mercedes-Benz 300 Sport Leicht (questo vuol dire SL per esteso) e la storia automobilistica saranno infatti celebrate a Essen, dal 21 al 25 marzo prossimi.Correva il 1952 e, in casa Mercedes, le ferite belliche erano ancora evidenti. La rinascita passava per due linee-guida: lusso e sportività. Il primo veniva soddisfatto con la Typ 300, presentata al Salone di Francoforte; il secondo con ciò che si aveva in casa, e il surplus di tre menti d’eccezione: Wilhelm Haspel, lungimirante boss di Daimler-Benz; Fritz Nallinger e Rudolf Uhlenhaut, rispettivamente direttore tecnico e responsabile di progetto.Dal nulla alla strada – anzi, alle competizioni su strada –  passarono due anni: il progetto battezzato W194 prevedeva un telaio a traliccio di tubi, molto leggero e con elevata rigidità torsionale. Si sviluppava verticalmente all’altezza delle fiancate, costringendo i progettisti a incernierare le portiere sul tetto. Nascevano così le celeberrime Ali di Gabbiano, che trovarono massima espressione nella SL stradale del 1954. Ma questa è un’altra storia…Il cuore era il tre litri della Typ 300: il propulsore della paciosa berlina venne rivisitato in profondità, arrivando a erogare 175 CV di potenza massima. Sospensioni e cambio non erano specifici per le corse: derivavano anch’essi dalla serie. E, a dispetto dell’indubbia bellezza della carrozzeria, proprio per questo non lasciavano presagire un grandissimo futuro agonistico per la SL.Il 12 marzo 1952 – di qui l’ormai imminente sessantesimo compleanno – la presentazione alla stampa fu il prodromo alla prima partenza in gara. La Mille Miglia, non una gara qualsiasi. Vinse il biellese Bracco, su Ferrari: una vittoria che egli stesso definì la più bella della propria carriera. Fu più una vittoria dell’uomo che della macchina: a Firenze, la SL 300 di Kling-Klenk era in vantaggio di due minuti, divenuti uno di svantaggio a Bologna. Sigarette e brandy alimentarono il talentuoso e sregolato Bracco, che poi incrementò il distacco fino a Brescia.Fu l’unica sconfitta degna di memoria storica della Sport Leicht: Le Mans, Nürburgring e Carrera Panamericana furono violati con teutonica puntualità. Fu quest’ultima il canto del cigno della W194: il progetto della W196 (la Formula 1 iridata nel 1954 e 1955 con Fangio) era ormai maturo. Senza tralasciare la W198, che dalla W194 ricevette il propulsore opportunamente riveduto (fu la prima auto della storia a iniezione diretta di carburante) e ribadì per 3.258 volte – a tanto ammontò la produzione fino al 1963 – il fascino della Ali di Gabbiano.

 

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