Squadrata come una baita di montagna, alta come un palazzo a quattro piani e pesante come un tank della seconda guerra mondiale, la quarta generazione della Discovery è restata a listino per ben dodici anni, forte dell’apprezzamento incondizionato da parte dei fan più tradizionalisti del marchio Land Rover, del notevole spazio a bordo, della disponibilità di sette posti e, soprattutto, della spiccata vocazione off road tipica del brand britannico. Ora però tutto cambia e, in occasione del Salone dell’auto di Parigi, Discovery abbandona l’aspetto da fuoristrada pura debuttando in una nuova veste “crossoverizzata”. Senza rinunciare a una modularità degli interni da riferimento e senza snaturare la propria indole: l’off road resta il suo terreno di conquista.La quinta generazione di Discovery è lunga 4,97 metri – 14 cm in più rispetto alla precedente – e può contare su di un interasse aumentato di 3,8 cm. La gamma motori ha come entry level il 4 cilindri 2.0 Td4 da 180 cv e 430 Nm di coppia, garante di uno scatto da 0 a 100 km/h in 10,5 secondi, cui si affianca il quadricilindrico, sempre alimentato a gasolio, 2.0 Sd4 biturbo da 240 cv e 500 Nm (0-100 km/h in 8,3 secondi). Un cambiamento epocale rispetto al passato, quando gli unici propulsori a gasolio disponibili erano caratterizzati dall’architettura a 6 cilindri a V. Tradizione, quest’ultima, fatta salva dalla presenza a listino del 3.0 Td6 da 249 cv e 600 Nm. L’unica proposta a benzina è costituita dal V6 3.0 Supercharged – sovralimentato mediante compressore volumetrico – da 340 cv e 450 Nm, accreditato di uno 0-100 km/h in 7,1 secondi. Tutti i propulsori lavorano in abbinamento a un cambio automatico ZF a 8 rapporti del tipo mediante convertitore di coppia, corredabile delle ridotte.Il fuoristrada è, da sempre, terreno di conquista di Discovery. Una tradizione confermata dalla nuova generazione che può contare su di una dotazione tecnica degna di una 4×4 estrema. Alla trazione integrale permanente, all’altezza da terra maggiorata di 43 mm – ora raggiunge i 28,3 cm – alla profondità massima di guado cresciuta di 20 cm e agli angoli di attacco, dosso e uscita pari rispettivamente a 34°, 27,5° e 30° si accompagna il sistema Terrain Response 2 che consente di adattare alle caratteristiche del terreno l’erogazione del propulsore, la soglia d’intervento del controllo di stabilità e trazione, la gestione della trasmissione, l’assetto della vettura, variabile sino a +75 mm grazie alla presenza delle molle pneumatiche (di serie a partire dall’allestimento SE), e la percentuale di bloccaggio dei differenziali. Funzioni attivabili scegliendo tra sei diversi programmi di marcia o, più semplicemente, delegando all’elettronica ogni decisione. Vengono armonizzati in funzione del setup selezionato anche l’ABS e il limitatore della velocità in discesa, mentre il sistema All-Terrain Progress Control mantiene automaticamente una velocità compresa tra 2 e 30 km/h, così che il guidatore possa concentrarsi esclusivamente sulla gestione dello sterzo.Il design attinge a Range Rover Sport e Discovery Sport, portando in dote linee più moderne e armoniche che in passato oltre a un Cx record (0,33) per la 4×4 britannica, ma senza dimenticare un elemento distintivo quale il rialzo della parte terminale del tetto. Grandi cambiamenti anche sottopelle, dato che l’adozione della scocca in alluminio dell’architettura Land Rover SUV full-size comporta un dimagrimento medio di 480 kg. Modifiche che non hanno intaccato la praticità della vettura, forte come in passato di tre file di sedili e di sette posti, ma con le sedute oggi configurabili individualmente sia grazie ai comandi posti lungo il portellone o i montanti C, sia tramite il display touchscreen del sistema d’infotainment, sia da remoto, mediante smartphone. Un tocco hi-tech cui si accompagnano la capienza dei portaoggetti cresciuta del 65% e una capacità di carico di 1.231 litri con cinque persone a bordo, che diventano 2.500 litri una volta abbattuta la seconda fila di sedili.Off road sì, ma senza rinunciare a una capacità di traino di ben 3.500 kg, a una dotazione di sicurezza completa, forte di tutti i più moderni ritrovati inclusa la frenata automatica d’emergenza e il cruise control adattivo, e a una raffinatezza in abitacolo – per accedere al quale è possibile ribassare l’assetto della vettura di 40 mm – sinora sconosciuta. Massima espressione di tanta ricercatezza è la versione First Edition, realizzata a tiratura limitata (2.400 esemplari) e forte di finiture personalizzate in alluminio per portiere e plancia, distintivi esclusivi, una gamma colori audace e una dotazione full optional. L’ingresso nell’era della multimedialità è testimoniato dall’adozione del sistema d’infotainment InControl Touch Pro che porta in dote un display da 10 pollici, la massima compatibilità con i device Android e iOS, 6 prese a 12 Volt, sino a 9 connettori USB, la navigazione “porta a porta” – prosegue tramite smartphone anche una volta parcheggiata la vettura – e la funzione hotspot Wi-Fi 4G.In vendita dalla primavera 2017, la nuova Discovery è disponibile negli allestimenti S, SE, HSE e HSE Luxury. È una vettura per le famiglie e, soprattutto, per gli sportivi. Basti pensare che accostando lo specifico bracciale impermeabile Activity Key alla D del distintivo Discovery lungo il portellone si blocca il veicolo e si disabilita il normale telecomando, che può essere lasciato all’interno dell’auto. È così possibile correre, nuotare o praticare qualsiasi attività all’aria aperta senza preoccuparsi di perdere le chiavi. Good job Land Rover!