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Opel e l’idrogeno, l’altra sostenibilità

Stellantis continua a credere in questa soluzione, che ha grandissime potenzialità ma scarsa diffusione

Il sogno è sempre lì, in attesa di realizzarsi: viaggiare a emissioni zero (dallo scarico esce solo acqua), senza ansia da autonomia e con prestazioni all’altezza di un veicolo con motore endotermico. In poche parole: l’auto (o il furgone) a idrogeno. Una tecnologia, quella delle celle a combustibile, in cui Opel crede dal 1997, quando faceva ancora parte del Gruppo General Motors. La cosa che ha dell’incredibile è che in Opel – che nel frattempo è passata da GM a PSA e poi a Stellantis – sono riusciti a convincere anche il nuovo management della validità dell’investimento. Evidentemente le fondamenta ci sono, le potenzialità sono immense.

Opel Vivaro idrogeno Germania

Grandi potenzialità inespresse

Prima di procedere, alcune precisazioni: le emissioni di questa tipologia di veicoli sono pari a zero solo se l’idrogeno viene ricavato da fonti green e se, come nel caso dell’Opel Vivaro e-Hydrogen, che è anche plug-in, l’energia elettrica utilizzata per ricaricare il suo pacco batterie deriva a propria volta dalle rinnovabili. Diversamente, il teorema vacilla. Seconda precisazione: la tecnologia delle fuel cell è ormai “collaudata”, è stata messa a punto diversi anni fa e ha dimostrato la propria validità. Se si parla dell’auto a idrogeno come di un sogno è perché tuttora rimane una soluzione di nicchia. Ci hanno investito e/o ci stanno investendo in tanti (BMW, General Motors, Hyundai, Stellantis, Toyota…) però le criticità legate alle difficoltà di trasporto dell’idrogeno costituiscono tuttora un freno alla diffusione di questa soluzione. Terza: in Germania, Paese leader in questa tecnologia, esistono incentivi che coprono fino all’80% del differenziale di prezzo tra un veicolo a idrogeno e uno “normale”. Ciò significa che anche dal punto di vista economico questa tecnologia deve fare ancora grandi passi per potersi definire davvero competitiva a 360°.

Ciò significa che anche dal punto di vista economico questa tecnologia deve fare ancora grandi passi per potersi definire davvero competitiva a 360°

Opel Vivaro e-Hydrogen

Non si tratta di una novità assoluta: l’Opel Vivaro e-Hydrogen è già disponibile in Germania e in Francia, Paesi in cui l’infrastruttura di distribuzione dell’idrogeno è molto più capillare rispetto alla media europea; sul suolo tedesco, in particolare, ci sono circa 100 stazioni attive. Non a caso, in Germania è già entrato a far parte della flotta di Miele, il produttore tedesco di elettrodomestici. L’autonomia di questo furgone tocca i 400 km (di cui 50 con la sola batteria) e bastano tre minuti per fare rifornimento di idrogeno. Opel Vivaro-e Hydrogen ha un volume di carico fino a 6,1 metri cubi, mentre portata e peso rimorchiabile si attestano a 1.100 kg. Due le lunghezze disponibili: M e L, 4,95 e 5,30 metri rispettivamente.

rifornimento Opel Vivaro idrogeno

Come funziona

Il principio di Opel Vivaro-e Hydrogen è relativamente semplice: partendo da idrogeno e ossigeno, le celle a combustibile producono l’energia per azionare il motore elettrico. L’unico prodotto di questa reazione è il vapore acqueo, che fuoriesce dagli scarichi. Il sistema plug-in con celle a combustibile di Opel Vivaro-e Hydrogen integra le celle a combustibile e l’attuale unità di trazione sotto il cofano del veicolo. La batteria di Opel Vivaro-e BEV (veicolo elettrico a batteria) viene sostituita da tre serbatoi di idrogeno a 700 bar.

serbatoi cilindrici idrogeno Opel

I cilindri in fibra di carbonio possono essere riempiti in soli tre minuti e garantiscono una percorrenza di oltre 400 km. Non ci sono dunque conseguenze sul volume di carico, che rimane compreso fra 5,3 e 6,1 m3, mentre la portata sale a 1.100 kg. Opel Vivaro-e Hydrogen con celle a combustibile da 45 kW è in grado di generare sufficiente potenza per guidare tranquillamente in autostrada, mentre la batteria agli ioni di litio da 10,5 kWh posizionata sotto i sedili anteriori garantisce la potenza di picco quando è necessaria una maggiore dinamicità, per esempio all’avvio e in fase di accelerazione.

Gli sviluppi futuri

La domanda che sorge spontanea è la seguente: arriverà il momento in cui la rete di distribuzione dell’idrogeno potrà dare slancio alle potenzialità di questa tecnologia? Se sì, quando? Purtroppo, com’era facile immaginare, nemmeno il top management di Opel impegnato nell’idrogeno sa dare una risposta precisa. Ovviamente, alla prima domanda la risposta è sì, altrimenti l’investimento non sarebbe giustificato. C’è molta più incertezza invece sulla seconda questione. Di base, però, è bene mettersi l’anima in pace: non è detto che per rendere redditizio l’investimento sull’idrogeno servano grandi numeri. Potrebbe anche rimanere una tecnologia “circoscritta” ad alcuni Stati e rivelarsi una buona opportunità di business per i pochi che ci hanno continuato a credere. In altre parole, non è detto che un domani viaggeremo su auto fuel cell. In ogni caso, staremo a vedere.

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