Business class
La Audi A8 MY 2024 riserverà anche poche sorprese una volta a bordo, visto che i suoi arredi non sono certo stati stravolti. Ciò non toglie comunque che la macchina sappia strappare un sorriso compiaciuto. Si siede comodi su un sedile ampio, che in questa versione S Line è pure rivestito in pelle e Dinamica. Una volta sistemate le varie regolazioni tutto è a portata di mano. Il tunnel centrale sarà anche ingombrante e magari difficile da scavalcare, ma nella guida la sua presenza non è opprimente. Le finiture appagano la vista e il tatto e di criticabile c’è solo il feedback di alcuni comandi aptici. Molto positivo è anche il quadro per chi siede dietro, tanto spazio per le gambe e per la testa, anche nel caso che l’auto monti il tetto panoramico.
Due assi nella manica
Quando le ruote iniziano a muoversi si deve mettere in conto un minimo di timore reverenziale. Inutile nascondersi dietro un dito: la Audi Q8 è lunga circa cinque metri ed è larga due, misure non proprio semplicissime da gestire quando si manovra in spazi stretti. A questo aggiungiamo pure il fatto che la forma del muso non aiuta a percepirne al volo gli ingombri esatti e che la visibilità posteriore è discreta e nulla più. Il SUV coupé tedesco ha però un paio di assi nella manica che fanno una grossa differenza. Da una parte c’è uno stuolo di sensori che, insieme alla telecamera posteriore, consentono di orientarsi al meglio. Dall’altro può essere ordinato come optional il sistema di sterzata integrale, che rende sterzante anche l’asse posteriore. A bassa velocità questo gira in senso opposto alle ruote anteriori fino a 5°, riducendo il diametro di sterzata e migliorando l’agilità. Alle andature più sostenute il retrotreno ricalca invece il movimento dell’avantreno con un angolo fino a 1,5°, a vantaggio della stabilità.
Dinamismo insospettabile
Così equipaggiata, la Audi Q8 sembra dimenticarsi come incanto delle dimensioni della carrozzeria e si muove con una disinvoltura insospettabile sulle rotonde e nei passaggi stretti. Il dinamismo colpisce anche quando ci si avventura nel misto. Intendiamoci, con una massa di 2,2 tonnellate non si può certo pretendere che sia sgusciante come una RS3. Tuttavia, complici magari anche eventuali cerchi maggiorati (quelli della prova erano da 22 pollici, contro i 21 di quelli standard), la Q8 disegna le traiettorie con precisione, senza lamentare grandi inerzie.
Sensibile al tocco
Da questo punto di vista, comunque, gioca un ruolo determinante la modalità di guida selezionata. La Audi Q8 si dimostra in questo senso più sensibile di altre concorrenti alle impostazioni del drive select. Se in Comfort le sospensioni si preoccupano più che altro di filtrare le asperità della strada e il cambio privilegia la dolcezza rispetto alla rapidità nelle cambiate, dynamic aggiunge un po’ di pepe all’insieme. Lo sterzo si fa più incisivo, le sospensioni pneumatiche diventano per magia più controllate e la trasmissione si fa più solerte nel mettere in pratica gli ordini del pilota, con il motore che tende a girare più alto. In altre parole nella funzione più tranquilla la Q8 ha poco da invidiare in termini di comodità alle più aristocratiche berlinone in virtù anche di una notevole silenziosità, mentre nel set-up più sportivo sa anche garantire un certo piacere di guida.
Un vero capolavoro
Per chiudere, due paroline vanno spese per il motore, che si conferma una tra le migliori unità del segmento. La sua erogazione è infatti sempre corposa con un tiro deciso sin dai bassi regimi, una progressione impressionante ai medi e buona propensione all’allungo. Il tempo di 6,1 secondi nello scatto 0-100 fotografa bene la vivacità di questo V6, che – se trattato con i dovuti riguardi – non chiede nemmeno molto più degli 8,1 litri ogni 100 km dichiarati dalla Casa.