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Prova BMW M2: in pista diamoci del tu

L’onda lunga dei festeggiamenti per il 50° anniversario di BMW M, portati avanti in lungo e in largo nel 2022, continua a far sentire i suoi effetti. Per le celebrazioni a Monaco hanno infatti sparato novità come fuochi d’artificio e qualcuna di loro è un po‘ a scoppio ritardato. Recentemente è stata presentata la BMW XM e ora tocca alla BMW M2, di cui ormai si parla da diverso tempo ma che arriva solo ora nelle concessionarie italiane. Inutile girare tanto attorno alla questione: dopo una prova in pista a Vallelunga – ahimè breve – posso dire che l’attesa è ben ripagata.

A me gli occhi!

Sotto il sole e schierata in corsia box, la BMW M2 sembra ancor più aggressiva e seducente che in foto. Gli elementi che caratterizzano di più il frontale sono la prese d’aria squadrate e il doppio rene frameless, ovvero senza cornice, che si sviluppa in orizzontale. Se nei fascioni paraurti prevalgono le linee dritte, le fiancate sono invece movimentate da passaruota stondati, che si allargano per dare un tetto ai cerchi anteriori da 19 pollici e a quelli posteriori da 20. L’auto non sarà il massimo dell’understatement, ok, ma si fa una maledetta fatica a toglierle gli occhi di dosso. Quali sono i colori più indovinati? A mio avviso i due dedicati in esclusiva proprio alla M2, ovvero l’azzurrino chiamato Zandvoort Blue oppure lo sfavillante Toronto Red. Li vedete qui sotto assieme a un grigio che non stona affatto.

Doppia coppia

Tra i dettagli che spiccano facendo un giro attorno alla M2 c’è la doppia coppia di terminali di scarico che spunta minacciosa dall’estrattore. A soffiare nei loro tubi è il classico tre litri TwinPower Turbo, che i tecnici BMW hanno affinato per bene, lavorando a tutto campo. Grazie alle evoluzioni e agli affinamenti, il sei cilindri arriva a sviluppare la potenza 460 CV e la coppia di 550 Nm, quest’ultima stabile tra i 2.650 e i 5.870 giri.

L’auto è proposta di serie con il cambio automatico M Steptronic a otto marce con sistema Drivelogic. A richiesta si può però avere la M2 anche con cambio manuale, con un sovrapprezzo di 550 euro. Il maggior coinvolgimento nella guida ha anche un altro prezzo da pagare: 2 decimi in più nello scatto 0-100 con il crono che passa da 4,1 secondi a 4,3, ammesso di fare tutto per benino con frizione e leva. La trazione – e non potrebbe essere altrimenti – è posteriore.

A ogni re il suo trono

Parlando di dotazione standard, questa prevede normali sedili con poggiatesta separato. A catalogo ce ne sono però di altri due tipi con poggiatesta integrato e dettagli nei colori BMW M, una tentazione cui non è facile resistere. Per gli amanti dei dettagli racing il massimo sono quelli a guscio con schienale di carbonio, materiale in cui – tra l’altro – si può avere pure il tetto, risparmiando 6 kg sulla bilancia.

BMW M2 sedili

All’interno la scena è dominata dal Curved Display, un pannello che nasconde la strumentazione da 12,3 pollici e l’infotainment da 14,9. Qui però il tempo stringe e c’è da buttarsi tra i cordoli. Tutto sarà anche connesso e avanzato, ma a me interessa che il posto di guida si lasci regolare per bene e che volante e pedaliera siano ben allineati. Si entra in pista…

BMW M2 plancia
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