fbpx

Prova BYD Seal U DM-i Design – La PHEV che si crede elettrica

Guidando questa vivace ibrida ricaricabile sembra di essere al volante di un’elettrica. Completo l’equipaggiamento di serie, di alto livello il comfort. Ma non chiedetele sportività

La posizione di guida è “dominante”, la visibilità è buona (salvo che dal piccolo lunotto) ed è facile prendere confidenza con l’auto, nonostante le dimensioni. Positivo trovare nel tunnel, nei dintorni della levetta in cristallo per gestire la marcia, vari comandi fisici. Fra questi, i selettori della modalità di funzionamento (elettrica o ibrida) e dei driving mode (Eco, Normal, Sport, Snow, Sand e Muddy, gli ultimi due assenti nella versione FWD).

Il dominio degli elettroni

I responsabili della BYD definiscono la Seal U DM-i (la sigla sta per Dual Mode intelligente) una “electric dominant plug-in”. Vuol dire che, nella trazione, il motore a benzina (per il quale viene dichiarata un’efficienza termica teorica record: oltre il 43%) svolge un ruolo secondario rispetto all’elettrico. Inizio il test con la batteria quasi completamente carica e scelgo la modalità EV, ossia elettrica pura. Dopo una cinquantina di km, dando un’occhiata al cruscotto (un ben leggibile display LCD da 12,3”) mi rendo conto che la vettura è passata automaticamente in modalità HEV, ossia ibrida. Lo switch è stato impercettibile: merito del 1.5 che è entrato in azione praticamente senza farsi sentire, e della risposta all’acceleratore che è rimasta quella di un’auto elettrica.

Il motivo di tanta fluidità di spinta è presto spiegato. In città, o finché non si richiede molta potenza, i motori lavorano in serie e sempre dando priorità alla trazione elettrica: significa che il 1.5 turbo si limita a generare al bisogno corrente per la batteria, senza essere connesso alle ruote. E il brio non manca: del resto la Casa dichiara 5,9 secondi nello 0-100, una prestazione di livello (mentre la punta massima è limitata a 180 km/h).

Un powertrain trasformista

Durante la marcia, il cruscotto informa di quanti kW si stanno impegnando o recuperando. Peccato che frenando si percepisca un po’ troppo la transizione dalla frenata rigenerativa all’entrata in gioco i dischi, ma c’è di buono che la prima è regolabile su due livelli (impostandola dal menu di gestione dell’energia). Quando la richiesta di potenza cresce, per esempio adottando una guida brillante o a velocità autostradali, si passa al funzionamento parallelo: il 1.5 viene collegato alle ruote davanti (tramite un rapporto fisso) e, sempre nella logica dell’ottimale efficienza di sistema, collabora con le unità elettriche sino a divenire preponderante alle andature più elevate.

Il tutto senza alzare la voce, e senza evidenziare il cosiddetto “effetto scooter” caratteristico di molte ibride. E in autostrada, a velocità di crociera, ancora una volta sembra di guidare un’elettrica pura: se di rumorosità si può parlare, questa è principalmente dovuta all’aria che scorre sulla carrozzeria. L’efficienza in modalità ibrida, ossia al netto della percorrenza in EV, ci è parsa buona (specie se consideriamo che si parla di un SUV da 2.100 kg): fra città e strade ad alto scorrimento, guidando con un minimo di attenzione, secondo il computer di bordo abbiamo spuntato una media vicina ai 16 km/l.

Prendetevela comoda

La vivace risposta all’acceleratore, comunque, non fa della BYD Seal U DM-i Design una sportiva. Lo sterzo è poco diretto, anche se il suo feedback migliora selezionando la modalità Sport, e le sospensioni sono votate al comfort, che come avrete intuito è uno dei principali atout di questa cinese. Buche e sconnessioni sono filtrate a meraviglia, ma il rovescio della medaglia è che fra le curve si finisce per desiderare un assetto più “fermo”, perché rollio e beccheggio sono sensibili anche se non si esagera con l’andatura. Morale, questa è un’auto da godere (e guidare) in relax.

BYD SEAL U DM-i: ma quanto costa?

Le prime consegne della ibrida plug-in firmata BYD sono attese in giugno. Il listino parte dai 39.800 euro della Seal U DM-i Boost, mentre per la più prestante Design che ho guidato occorrono 47.800 euro; non ancora annunciato il prezzo della futura Comfort con batteria più capace. Per tutte le versioni la garanzia è di 6 anni (il triplo del minimo di legge) o 150.000 km sull’intero veicolo, con estensione a 8 anni o 200.000 km per la batteria e a 8 anni o 150.000 km per i motori elettrici. La BYD SEAL U DM-i punta al relax anche sotto questo aspetto.

Articoli correlati
Prova BMW M5 G90: gioco di prestigio
Prova Mini Aceman - La giusta via di mezzo?
Prova Kia EV3 - Il SUV elettrico compatto che pensa in grande