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Prova Dacia Spring – Piccola, leggera ed economica: davvero serve altro?

In teoria sì: un look gradevole. Ma ora c'è anche quello...

Il volante che si regola solo in altezza, il sedile che non lo fa nemmeno e lo schienale che cambia inclinazione a scatti non sono i presupposti ideali per una posizione di guida ottimale. Tutto sommato invece la Dacia Spring non delude da questo punto di vista. Chiunque riesce insomma a trovare una sistemazione soddisfacente.

posto guida Dacia Spring Extreme

E lo stesso vale anche per i due passeggeri posteriori. Certo, quando la loro altezza è superiore alla media lo spazio per le gambe è risicato ma stiamo sempre parlando di una macchina di 3 metri e 70 o poco più. Per lamentarsi ci vuole insomma un bel coraggio.

divano Dacia Spring Extreme

Ogni cosa al suo posto

La plancia è bene organizzata. Lascia infatti tutti i comandi a portata di mano e ha tanti vani per sistemare chiavi, telefono e quant’altro. Discutibile è giusto la scelta della cornice bianca per la strumentazione, che genera qualche riflesso sul parabrezza. Occorre poi fare un po’ l’abitudine al fatto che al cambio manchi la posizione Parking, ma è una cosa che si supera in breve tempo. E poi c’è un rassicurante freno a mano a leva, alla vecchia maniera.

Dacia Spring Extreme

Girotondo

Una volta in marcia la prima cosa che colpisce è il raggio di sterzata ridottissimo. La scheda tecnica parla di 4,8 metri e al di là dei numeri si riesce a fare inversione in un fazzoletto d’asfalto. Si tratta di un bell’asso nella manica per destreggiarsi negli spazi più angusti e per capitalizzare le dimensioni tascabili della carrozzeria. Sempre a proposito di sterzo, la Casa dice di aver lavorato anche sulla sua messa a punto. Feeling e precisione non sono obiettivamente il massimo ma non bisogna dimenticare la filosofia del mezzo, che ha una spiccata vocazione urbana non ha la parola sportività nel suo vocabolario.

Dacia Spring Extreme

Al trotto, non al galoppo

Che il temperamento sia tranquillo lo dimostra anche il powertrain. Provata nella versione Extreme 65, la Dacia Spring sfodera una progressione fluida e regolare. Per gli amanti dei numeri la piccola rumena (nelle cui vene scorre però sangue orientale: ricordiamo che è derivata dalla Renault City K-ZE prodotta anche con motore termico in Cina, in primis per il mercato locale) liquida la pratica 0-100 in 13,7 secondi, come una qualsiasi utilitaria. Attenzione invece alla velocità massima: con una punta di 125 km/h è meglio guardarsi bene alle spalle prima avventurarsi sulla terza corsia dell’autostrada.

Dacia Spring Extreme

Il piano B

L’habitat della Spring – e scusate se sono ripetitivo – restano i percorsi urbani e extraurbani. Qui, se guidata con piede felpato, riesce davvero a raggiungere l’autonomia dichiarata, con un consumo medio di appena 13,5 kWh/100 km. Per ottenere i migliori risultati in termini di efficienza il pilota può contare anche su due aiutini elettronici. Il primo è la modalità Eco, che annacqua le prestazioni per privilegiare le percorrenze. Il secondo è la funzione B del cambio, che aumenta l’intensità della frenata rigenerativa in rilascio, permettendo in molte situazioni di guidare semplicemente modulando le pressione sull’acceleratore.

Patti chiari, amicizia lunga

In definitiva la Dacia Spring non sarà una macchina che farà battere forte il cuore agli appassionati. Tuttavia propone una formula intelligente, quella della citycar elettrica amica dell’ambiente e del portafogli. In un uso a 360 gradi mostra alcuni limiti, bisogna esserne consapevoli. ma presa per quello che è ha tutto il suo senso.

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