Le forme squadrate delle lamiere della Santa Fe hanno permesso ai progettisti Hyundai di capitalizzare bene i 483 cm di lunghezza e di creare un abitacolo davvero ampio e accogliente. In prima e in seconda fila si sta benone e ci mancherebbe solo, viste le dimensioni e la categoria d’appartenenza.
L’unico appunto lo faccio al mobiletto centrale, che io sfioro con il gomito, in base alla mia regolazione della posizione di guida. Sono però certo che non tutti rileveranno la stessa cosa. Quel che sorprende positivamente è però come anche in terza fila si goda di una buona sistemazione, facendo avanzare giusto un pelo gli occupanti della fila centrale. Di spazio, insomma, ce n’è per tutti e anche per tutto. Tanto per dare un’idea, la versione a cinque posti ha un volume utile che va dai 711 ai 2.032 litri. A portellone sollevato l’apertura misura 812 mm in altezza e 1.275 in larghezza, per la gioia di chi si sposta con bici al seguito.
Il peso c’è ma non si sente tanto
Nonostante la stazza importante, la Santa Fe non crea grosse difficoltà in manovra. Il taglio squadrato facilità la percezione degli ingombri in manovra, al di là degli aiutini elettronici. Con il salire della velocità, poi, la prima impressione che si fissa in testa è di una buona fluidità di marcia.
Questa Hyundai si rivela sempre gradevole, dimostrandosi docile e mai impacciata, alla faccia di una massa nell’orbita delle due tonnellate. Occorre dire che l’esemplare XClass in prova aveva cerchi da 20″, che offrono un maggior sostegno in traiettoria rispetto a quelli da 18 della Business. Anche con le ruote di maggior diametro, comunque, il comfort resta di buon livello, pure sui fondi sconnessi. La Casa dichiara di aver raggiunto ottimi risultati riguardo ai parametri NVH, ovvero Noise, Vibration e Harshness. In affetti la macchina è silenziosa, non vibra e non mostra alcuna ruvidezza.
Meglio Eco che Sport
Certo, per godersela al meglio non bisogna mettere troppa irruenza nella guida. Disegnando le traiettorie in modo rotondo ci si può anche divertire un po’, cosa mai scontata con mezzi di questa stazza. L’importante è non forzare gli ingressi in curva né seviziare l’acceleratore in uscita, alla ricerca di una sportività che non è nelle corde della Santa Fe.
Anche per questo motivo non ha molto senso usare il driving mode Sport e le palette al volante per selezionare manualmente le marce. Tanto vale sfruttare l’impostazione Eco, che migliora l’efficienza. In questo caso i paddle consentono di modificare l’intensità della frenata rigenerativa. In questa funzione – la strumentazione lo mostra chiaramente – si riesce a viaggiare lasciando spesso spenta l’unità turbobenzina, anche se tecnicamente non c’è un tasto EV per escluderla del tutto. L’entrata in funzione dell’ 1.6T GDI è peraltro sempre dolce e i passaggi di consegne tra i due motori – gestiti in toto dalla centralina – avvengono con tempismo e discrezione. A conti fatti, la Hyundai Santa Fe è un’auto dunque che mantiene le promesse che fa dal punto di vista dell’abitabilità, dimostrando però di avere un carattere molto meno spigoloso della sua carrozzeria.