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Prova nuova Porsche Cayenne – Come prima, più di prima

Il restyling è accompagnato da tante novità succose, anche a livello meccanico e di telaio.

A bordo della nuova Cayenne si trova un arredo tipicamente Porsche, che fonde stilemi ereditati dal vecchio modello con altri presi invece dalla Taycan. Obiettivamente fa un certo effetto calarsi nell’ambiente digitale della Porsche Driver Experience, con il quadro strumenti privo di un tetto sopra la testa. Ai nostalgici farà comunque piacere sapere che tra le schermate personalizzabili ce n’è anche una con i classici cinque indicatori circolari. Non è invece un assenza che pesa quella della leva del cambio. Il suo lavoro lo fa benissimo la levetta piazzata sulla plancia e la sensazione di spaziosità che dà un mobiletto sgombro è apprezzabile.

C’è tanto spazio

Che i centimetri a bordo abbondino non è però solo un’impressione creata dai designer con giochi da illusionisti. La Cayenne è infatti davvero accogliente. Anche accomodandosi sul divano della variante Coupé si ha grande libertà di movimento e il tetto non incombe più di tanto sulla testa neppure se l’esemplare è dotato di tetto panoramico.

Datevi delle arie

In occasione di questa prova ho avuto modo di testare – anche se per brevi tratti – tre diverse versioni della Cayenne, tutte accomunate dalle sospensioni pneumatiche adattive. Vesto per un attimo i panni del personal shopper e dico che è un optional super consigliato. Permette infatti di associare le eccellenti capacità di assorbimento dei colpi delle modalità più soft alla grande neutralità delle funzioni più rigide. In un clic si passa dunque da una specie di ammiraglia a ruote alte, comoda e rilassante anche con cerchi oversize, a una sportiva che nasconde in maniera magistrale baricentro alto e peso considerevole.

Girotondo

Il massimo per gli amanti della guida è però abbinare questo optional all’asse posteriore sterzante. I movimenti del retrotreno rendono la macchina più agile a bassa velocità e in manovra, aumentando nello stesso tempo la stabilità alle andature più sostenute. Si tratta di un bell’asso da tenere nella manica e che permette di sfruttare al meglio le potenzialità del sistema di trazione integrale attiva. Quest’ultima, in abbinamento a un torque vectoring evoluto, dosa sempre in modo impeccabile la ripartizione della coppia in funzione della situazione e delle modalità impostate dal pilota. Continuando con i consigli per gli acquisti, direi che si tratta di qualcosa di irrinunciabile soprattutto per la Cayenne E-Hybrid. La presenza delle batterie rende infatti la coda un po’ più pesante e l’asse posteriore sterzante maschera bene l’aggravio di peso.

L’unione fa la forza

Neanche a dirlo, la Cayenne ibrida plug-in è la scelta giusta per chi ha percorrenze quotidiane limitate e ha la possibilità di ricaricare spesso la batteria. In questo modo è infatti possibile viaggiare spesso in modalità elettrica. Va però detto che anche sfruttando la staffetta tra il motore termico e quello elettrico le soddisfazioni non mancano, con passaggi di consegna dolci e un lavoro corale che dà comunque una notevole brillantezza.

L’imbarazzo della scelta

Per chi ha a cuore le prestazioni ma non cerca proposte estreme e non è attratto dalla elettrificazione la Cayenne S rappresenta un’ottima scelta. Il suo V8 si dimostra pronto sin dai bassi regimi e spinge con grande regolarità lungo tutto la curva di erogazione. Difficile trovargli un punto debole, con un rendimento esemplare in ogni situazione, che si tratti di portare la famiglia a spasso o di lanciarsi a capofitto tra le curve. Il tempo di 5 secondi nello scatto da 0 a 100 km/h la dice lunga su quali siano le doti di spunto oltre che di motricità. Il cambio PDK asseconda questa innocua forma di sdoppiamento della personalità, confermandosi dolce quando si va a passeggio e rapido nel momento in cui si seleziona magari il driving mode Sport Plus e si decide di giocare un po’ con i paddle al volante. 

Un bell’accontentarsi

Chi non accusasse sintomi di prurito cronico al piede destro potrebbe invece fare un pensierino alla Cayenne standard. Snobbarla, pensando a lei come una specie di “vorrei ma non posso” è davvero un delitto. Il suo V6 non certo lo smalto del V8 di cui sopra, ma garantisce comunque tutto il dinamismo che serve per la stragrande maggioranza delle situazioni.

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