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Prova Omoda 5 – SUV formato risparmio

La nuova crossover cinese punta sul un prezzo allettante e su una dotazione completa. L'importante è non aver fretta...

Una delle cose per cui in Europa ricorderemo gli anni Venti di questo secolo dal punto di vista automobilistico è il proliferare di nuovi marchi. Negli ultimi tempi sono infatti spuntati come funghi brand prima sconosciuti, molti dei quali nati all’ombra della Grande Muraglia cinese. L’ultimo ad aggiungersi alla lista è Omoda, che rappresenta il lato chic e modaiolo del gruppo Chery e che sbarca sul mercato italiano con la Omoda 5, o “five” che dir si voglia.

Omoda 5

La gamma della Omoda 5: quale scegliere?

La Omoda 5 è un C-SUV, una macchina da famiglia che gioca soprattutto su un buon rapporto tra equipaggiamenti e prezzo. Stante un’unica motorizzazione 1.6 turbobenzina priva di ogni genere di elettrificazione, le versioni al lancio sono due. Sono la Comfort, proposta a 27.900 euro, e la Premium, che costa invece 29.900 euro e che in periodo di lancio viene venduta allo stesso prezzo della entry level. In ogni caso – scontata o meno che sia – è lei quella da scegliere. Listino alla mano, gli equipaggiamenti aggiuntivi valgono più della differenza di prezzo. Nella dotazione sua di serie ci sono infatti tra le altre cose uno stereo Sony con otto altoparlanti, il tetto apribile, il volante riscaldabile, il portellone elettrico e telecamere che offrono una visuale a 360 gradi. Sono tutti gadget non comuni su un’auto da meno di 30.000 euro, così come peraltro non lo è la garanzia di 7 anni o 160.000 km.

Omoda 5

Le misure della Omoda 5

E ora entriamo più in concreto nel merito della Omoda 5, partendo dalle dimensioni. Questa crossover è lunga 437 cm, larga 182 e alta 159 con proporzioni dunque abbastanza atletiche. A dare dinamismo alla linea sono poi l’andamento un po’ a cuneo della fiancata e il taglio dei montanti e delle superfici vetrate, oltre allo spoiler che spunta sopra il lunotto inclinato.

dettaglio frontale Omoda 5

Molto originale è anche la mascherina a nido d’ape, che si sviluppa a tutta la larghezza nel muso. La fanaleria è divisa in due parti, con sottili luci diurne a LED separate dai fari principali, mentre in coda i gruppi ottici creano un effetto 3D.

Interno Omoda 5

Come in poltrona

Passando nell’abitacolo a catturare lo sguardo sono subito i sedili anteriori sportivi con poggiatesta integrato, che sono pure riscaldabili e ventilati. Un altro elemento personale è la plancia, sulla quale è piazzato sull’attenti un pannello che ingloba due schermi da 12,4 pollici, Uno è per la strumentazione e uno è per l’infotainment e assicura la connettività wireless con Apple CarPlay e Android Auto,. Entrambi fanno la loro figura, ma se la prima non brilla per leggibilità, il touch screen è invece migliorabile per reattività e facilità d’utilizzo. Dopo un minimo di apprendistato si riesce tuttavia a controllare tutto. Purtroppo il fatto che non ci siano comandi fisici per la climatizzazione resta un limite. Un’altra assenza di spicco è quella della classica leva del cambio, rimpiazzata da una levetta che spunta a destra del piantone dello sterzo.

mobiletto centrale Omoda 5

Uno per tutte

In attesa della versione elettrica prossima ventura, la Omoda 5 si può ordinare solo con una motorizzazione 1.6 turbobenzina. Questa unità è prodotta dalla Acteco – azienda a sua volta nell’orbita Chery – ha una potenza di 147 CV e una coppia massima di 275 Nm. Sul fronte trasmissione c’è un cambio automatico a doppia frizione con sette marce e la trazione è solo anteriore. Il tempo dichiarato per lo 0-100 è di 10,1 secondi, mentre consumi ed emissioni sono rispettivamente di 7,4 l/100 km e 168 g/km di CO2.

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