Il posto di guida della Volkswagen T-Roc si dimostra molto valido dal punto di vista ergonomico. Sedile e volante consentono infatti ai piloti di qualsiasi taglia di trovare una sistemazione adeguata, con tutti i comandi a portata di mano. Ogni cosa appare tra l’altro confezionata con cura, sia a livello di materiali, sia in fatto di precisione degli assemblaggi.

Anche i passeggeri posteriori non si possono certo lamentare. L’aumento delle dimensioni regala più agio nella zona delle gambe e anche in altezza, così come in senso trasversale, i centimetri abbondano.

Un ottimo compromesso
Se in manovra , la scarsa visibilità posteriore crea qualche impaccio e costringe ad affidarsi a sensori e retrocamera, pian piano che si macinano i chilometri sono molti i motivi per cui la T-Roc stampa un sorriso compiaciuto sulla faccia del guidatore. La prima cosa che si fa apprezzare è il buon confort di marcia. Pur in presenza di assetto sportivo e dei cerchi opzionali da 19 pollici (quelli delle foto), il SUV tedesco digerisce infatti bene buche e avvallamenti. Il tutto senza lasciare tanto spazio al rollio una volta che si affrontano le curve con piglio sportivo. Complice una massa di circa 1,4 tonnellate, i tecnici tedeschi sono riusciti infatti a trovare un ottimo compromesso a livello di taratura delle sospensioni.

Queste tra l’altro adottano sull’intera gamma un raffinato retrotreno multilink, soluzione prima riservata solo alle versioni più potenti e costose. La T-Roc entra dunque in traiettoria in modo incisivo, percorrere la linea impostata senza sbavature e si dimostra sempre sicura, anche nelle correzioni.

Luci e ombre
Promuovo a pieni voti pure lo sterzo, pur dovendo precisare di aver provato l’auto in configurazione R-Line e quindi con comando progressivo. Una piccola critica la muovo invece ai freni e non solo per il fatto che sono più modulabili che potenti. Il pedale è un pochino spugnoso e non offre un gran feedback.

Pollice alto invece per il motore. Il 1500 Volkswagen è una di quelle unità che aiuta a ricorda quanto l’industria europea abbia ancora una marcia in più rispetto alla concorrenza cinese quando si parla di meccanica. Nella versione più potente, quella da 150 CV, sfodera una impeccabile regolarità ai bassi, una progressione fluida e buone doti di allungo. Il tutto con poche vibrazioni e un sound a tratti anche coinvolgente, quando si guida allegramente.

Il verdetto
In definitiva, questa Volkswagen non solo mette su mezza taglia ma si avvicina agli standard della categoria superiore, dimostrandosi una delle proposte più indovinate del segmento. Dal 2019 a oggi la sua progenitrice se si è rivelata la Volkswagen più venduta in Italia e lei ha tutte le carte a regola per confermare questo primato. Più o meno allo stesso prezzo di prima, in fondo, ci si porta a casa un’auto con motore 1.5 ibrida invece che 1.0 a benzina, automatica invece che manuale, con sospensioni migliori e meglio equipaggiata.