Nei primi metri alla guida della Volvo EX30 si nota purtroppo come il taglio del tetto e dei montanti limiti la visibilità posteriore. La tuttofare svedese sa comunque farsi perdonare con sensori, telecamere e un sistema di parcheggio assistito molto avanzato che, volendo, compie in autonomia ogni manovra. Apprezzabile è anche il ridotto diametro di sterzata, con il volante che appare un pelo più leggero tra le mani nel caso della variante Single Motor rispetto alla sorella bimotore.
Una grande agilità
Con il passare dei chilometri la Volvo EX30 dà la piacevole sensazione di una buona maneggevolezza. Entra svelta in curva e segue la linea impostata con precisione, sfoggiando una notevole tenuta di strada, quanto meno con cerchi opzionali da 20 pollici della prova. Il tutto, tra l’altro, senza nemmeno bisogno di adottare una taratura troppo rigida per le sospensioni, uscite a testa alta anche da un tormentato percorso collinare sull’Appennino emiliano. Una nota di merito va in particolare alla sospensione posteriore, che ha un raffinato schema multilink a cinque bracci.
Troppa grazia
Dopo aver testato la versione Single Motor Extended Range e quella Twin Motor Performance, non avrei il minimo dubbio a scegliere la prima, al di là del fatto che permette di risparmiare qualche migliaio di euro. Certo, la EX30 bimotore può vantarsi di essere la Volvo più scattante di sempre, con un tempo di 3,6 secondi nello 0-100. La prestazione è però un po’ fine a se stessa e la presenza del secondo propulsore fa salire il peso in ordine di marcia da 1.850 a 1.960 kg, rendendo l’avantreno più pesante e la guida meno incisiva. Meglio “accontentarsi” di un crono di 5,3 secondi nelle prova di spunto e sentire la macchina meglio tra le mani. La trazione posteriore aiuta a chiudere le traiettorie sotto l’occhio vigile di un’elettronica ben regolata. Attenzione però a giocare con l’acceleratore, perché così facendo l’autonomia sembra scendere in maniera più rapida del solito.
Elettronica promossa a pieni voti
In generale la Volvo EX30 fa sentire il suo peso solo quando si fanno manovre sopra le righe e al momento di fermarsi. Non che i freni siano fiacchi, intendiamoci. La potenza e gli spazi di arresto sono più che adeguati, ma la prima parte della corsa del pedale pensa più alla modulabilità che alla rapidità d’intervento. Ultimi ma non meno importanti, i sistemi di assistenza alla guida. Gli ADAS si attivano (e si disattivano pure, volendo…) in modo veloce e aiutano il pilota senza essere troppo invasivi. Promossa anche la funzione one pedal, che è tra le meglio tarate e consente di alternare bene accelerazioni e rallentamenti senza scossoni.