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Rally di Monte Carlo: sulle strade della leggenda

Con la Skoda Fabia Monte Carlo sull’asfalto della Formula Uno e del Rally, a pochi giorni dal via della prima prova del Mondiale WRC 2017.

I grandi appassionati di motori lo sanno bene: spesso il viaggio conta come la meta da raggiungere, se non di più. Accade soprattutto quando si ha l’opportunità di guidare su percorsi ricchi di curve e di panorami mozzafiato e magari sul cui asfalto siano state scritte pagine leggendarie dello sport. E talvolta la possibilità di affrontare queste strade può diventare addirittura lo scopo di tutto, in una sorta di pellegrinaggio verso un tempio del motorismo. 

È proprio quello che abbiamo fatto nelle zone dell’85° Rally di Monte Carlo, a pochi giorni dalla gara che aprirà il Campionato del Mondo 2017. Per fare questo giro la scelta è caduta sulla Skoda Fabia Monte Carlo 1200 TSI e non solo per il suo nome. Sulla base della Fabia di serie è infatti sviluppata la variante R5 che ha dominato nel 2016 il Mondiale WRC2, vincendo ben 10 delle 13 prove in calendario. E poi si tratta di un mezzo perfetto per dimostrare come ci si possa divertire alla grande anche con una macchina da 17.000 euro e rotti, perché mica tutti hanno il portafogli a fisarmonica.

Alla faccia del suo prezzo popolare, tra l’altro, la Skoda Fabia Monte Carlo non sfigura nemmeno tra le strade del Principato. Qui i pedoni sono abituati a vedere ben altri macchinoni, certo, ma la piccola ceca cattura molti sguardi, complici l’esclusiva tinta grigio acciaio e i molti dettagli neri, dalla griglia al diffusore, passando per i cerchi.

In un pellegrinaggio fatto per bene, dicevamo, una puntata sul tracciato del Gran Premio è assolutamente doverosa. In pratica tutto il circuito è percorribile anche nei giorni normali e le differenze rispetto alla pista della Formula Uno sono minime. Alla curva di Sainte Devote i piloti girano oltre lo spartitraffico e lo stesso accade all’uscita de La Rascasse, dove c’è la statua di Fangio, e per imitarli si andrebbe contromano. Meglio evitare e godersi la salita verso il Casino, ben più ripida di quanto non sembri in televisione. Lo stesso vale per la discesa successiva alla curva Mirabeau, seguita dal leggendario tornantino a sinistra. Due curve a destra e ci si butta nel tunnel, alla cui uscita non c’è la variante, che è creata apposta per la gara. Più avanti s’incontra invece quella delle piscine, prima di tornare a La Rascasse.

Finito il giro, è ora di far rotta sulle alture alle spalle della costa. E’ qui che si svolgono le prove speciali del Rally. Per questa edizione ce ne sono in programma 17, per un totale di 362,65 km, mentre i trasferimenti ammontano a 1.029,20 km, per un percorso complessivo di 1.411,85 km. E’ chiaramente impensabile percorrerli tutti da turisti. Volendo fare una selezione, sono da preferire due speciali in programma domenica: Luceram – Col Saint Roch e La Bollène-Vésubie – Peïra Cava, entrambe a una distanza ragionevole dalla costa e dall’autostrada.

La prima concentra in 5,5 km un mare di emozioni, con tante staccate, tornanti e ripartenze quasi da fermo. E’ un percorso in cui serve avere soprattutto freni potenti e un motore brillante, sul quale la Skoda Fabia Monte Carlo inizia a mettere in mostra le sue doti. A colpire è soprattutto l’erogazione del motore: la scheda tecnica parla di una coppia di 160 Nm e di 90 cv di potenza, valori di tutto rispetto per un 1.200 sovralimentato. Al di là dei numeri, però, impressiona come le risposte all’acceleratore siano sempre vivaci. Anche se magari una curva è stata interpretata male e viene affrontata con una marcia troppo lunga, la piccola Fabia esce comunque a testa alta dalla svolta, pure in salita. E, tra l’altro, le riprese sono accompagnate anche da una bella colonna sonora: in rapporto alla cilindrata, il rombo è pieno, anche se mai fastidioso.

La seconda speciale, da La Bollène-Vésubie a Peïra Cava, è invece il vero piatto forte del Rally e racchiude in 21,36 km tutto quello che si potrebbe trovare in un manuale di guida sportiva. E’ talmente avvincente che varrebbe la pena di percorrerla in entrambi i sensi, per apprezzare meglio in suo andamento. Sul versante settentrionale, la salita che porta da La Bollène ai 1.607 metri del Col de Turini non lascia respiro ed è un susseguirsi di curve di ogni genere, nelle quali la Fabia si dimostra docile e ben equilibrata. I tornanti e i rapidi cambi di direzione abbondano su questa strada, che si sviluppa tra scenari magnifici e lungo la quale si incontrano poche costruzioni. In cima al passo, si possono prendere due strade diverse, entrambe divertentissime; restando però sul tracciato del Rally ci si trova a viaggiare in direzione Peïra Cava su tratti che si fanno più veloci. Qui serve attenzione: è difficile non farsi prendere mano e rispettare tutti i limiti, anche perché la piccola Skoda affronta il misto con grande naturalezza e non sembra andare mai alle corde. E’ svelta a entrare in curva e segue le traiettorie senza sbavature, lasciando sempre ampio margine par fare eventuali correzioni in modo istintivo. E la sensazione di controllo totale non viene meno neppure con fondo reso infido dal nevischio. Ce n’è abbastanza per ritrovarsi sulle labbra un sorriso compiaciuto, che i gendarmi francesi potrebbero però interpretare male. 

 

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