Sulla strada verso il Monte Lerno si sente un rumore cupo, di auto da corsa. Mi volto e dal finestrino del pullman vedo una Ford nera sorpassarci a tutta velocità. Al volante riconosco Robert Kubica, il campione polacco ex Formula 1, oggi rallysta mondiale, e in quel preciso momento capisco quanto è bello seguire una competizione del genere: anche se le auto si vedono solo per pochi istanti durante le prove speciali, nessun’altra disciplina motoristica permette di stare “dentro la gara” e a contatto con macchine e piloti come questa. Facciamo un passo indietro: siamo in Sardegna in occasione del Rally d’Italia, sesta prova del World Rally Championship. Il “Sardegna” non è un rally qualsiasi ma il più impegnativo della stagione con i suoi 1.500 km di lunghezza, di cui 400 di speciali su una terra resa secca dalla calura estiva e insidiosa da sabbia e pietre grosse come palloni da calcio.Arriviamo ad Alghero il venerdì sera. Qui c’è il “parco assistenza”, il luogo dove i campioni riportano le auto a metà e al termine delle giornate di gara per la necessaria manutenzioni e dove incontriamo gli uomini del team Volkswagen del campione del mondo in carica e leader di classifica Sébastien Ogier. Ci raccontano che il primo round di questo rally italiano è andato alla Hyundai, la rivale più insidiosa della squadra tedesca, dopo una lotta sul filo dei secondi tra Hayden Paddon, pilota neozelandese al volante della Hyundai i20 WRC, e il francese Ogier su Volkswagen Polo R, staccato al termine della lunga giornata di soli 8,8 secondi.Non c’è però da preoccuparsi – ostentano sicurezza in Casa VW – perché il rally è lungo e Séb (Ogier) sa quando è il momento di spingere sull’acceleratore.Il mattino dopo torniamo al box Volkswagen dove ad accoglierci c’è Fabrizio, meccanico italiano del team VW Motorsport, che segue la squadra n. 2 di Mikkelsen e Floene.Dai suoi occhi vispi e dalle parole svelte traspare una passione sfrenata: con orgoglio ci racconta qualche numero della squadra Volkswagen impegnata nel mondiale rally. Sono 7 i bilici in giro per l’Europa, 54 le persone tra meccanici e ingegneri, cuoco e staff, oltre a 15 addetti dedicati al marketing. 28 pneumatici per ogni gara e 18 (!) paraurti.Noto all’interno del box un display che indica 45 minuti. Fabrizio mi spiega che si tratta del tempo massimo che per regolamento i meccanici possono dedicare a sistemare le auto alla sera quando rientrano in assistenza.Non sarà troppo poco? Se il tempo scarseggia i piloti possono dare una mano ai meccanici? Fabrizio storce il naso e mi risponde che “non sta bene” che pilota e navigatore mettano le mani sulla macchina. e comunque il tempo concesso dal regolamento è sufficiente per risolvere ogni problema.Dopo la chiacchierata nel box Volkswagen ci avviamo verso la partenza della prova speciale n. 15 “Ozieri-Ardara”. Questa speciale è famosa perché passa accanto a una suggestiva chiesa medioevale: il pubblico si assiepa sui caratteristici muretti a secco che delimitano i campi aridi e la strada della speciale. Fa caldissimo e gli organizzatori si affannano a mantenere ordine e a far rispettare ai tifosi più scalmanati le distanze di sicurezza.Distanziati di due minuti l’uno dall’altro, i campioni sfrecciano come palle di fucile tra le strade strettissime del tracciato, facendo la barba ai muretti. Lo spettacolo dura pochi secondi, poi spariscono dietro la collina.Durante la giornata assistiamo a un’altra speciale, l’ultima in programma il sabato. Lunga più di 40 km, si attorciglia attorno al Monte Lerno, sotto le cui pendici ci fermiamo per assistere alla prova. Da quel punto riusciamo a vedere un lungo tratto di curvoni in discesa che i piloti affrontano a velocità pazzesche ma con precisione ed eleganza incantevoli.Alla fine della discesa c’è una curva stretta dove le auto scaricano tutti i 320 cv dei motori 4 cilindri 1.6 di cilindrata. In uscita dalle ruote posteriori ad ogni accelerazione parte una sassaiola verso il pubblico. Ma il gioco dei tifosi più temerari è proprio quello di stare il più vicino possibile ai beniamini, anche a costo di prendersi una pietra addosso.Come anticipato dagli uomini Volkswagen, il campione del mondo Ogier va all’attacco e prova dopo prova nella giornata di sabato recupera parecchi secondi, complici guai meccanici alla Hyundai di Paddon, tanto che a fine giornata il francese in classifica è davanti a tutti. Attorno alle 21 circa (la gara è partita alle 7 del mattino) attendiamo il rientro al parco assistenza: il campione francese ci ripaga dell’attesa entrando nel box in sgommata. Parte il cronometro: 45 minuti per sistemare l’auto e poi tutti a nanna in attesa dell’ultima mezza giornata di gara.Le quattro prove speciali del Rally d’Italia di domenica mattina vedono ancora una volta duellare il campione del mondo Sébastien Ogier (Volkswagen Polo) e Hayden Paddon, che al volante della sua Hyundai i20 non si perde d’animo, tallonando per tutta la mattinata il rivale. Riusciamo a gustarci anche un’altra prova speciale, vista mare questa volta, caratterizzata da un salto spettacolare su un cambio di pendenza.Rientriamo al parco assistenza giusto in tempo per goderci insieme ai meccanici Volkswagen l’arrivo dell’ultima prova. Alla fine trionfa Séb Ogier, seconde e terze le Hyundai i20 di Hayden Paddon e Thierry Neuville. Ed è davvero significativa la sportività dimostrata dagli uomini del team tedesco, da cui parte un applauso spontaneo per rendere onore a Paddon mentre sullo schermo scorrono le immagini della sua Hyundai.I francesi sembrano in gran forma e dopo i successi di Sébastien Loeb anche l’altro Séb appare inarrestabile. I nordici sono sempre lì. E gli italiani? Ultimamente soffrono un po’ in questa specialità ma bisogna segnalare l’ottima prestazione di Paolo Andreucci (che non corre l’intero campionato mondiale), come sempre affiancato dalla moglie/navigatrice Anna Andreussi, che con la sua Peugeot 208 T16 a questo rally strappa l’ottava piazza assoluta, seconda nella categoria WRC2, nonostante un problema al cofano motore, a quanto pare agganciato male e apertosi durante una speciale.