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Seat: 300 auto in cerca di un museo

Ci sono marchi che nascono dal niente e che farebbero carte false per avere una storia da raccontare e ce ne sono invece altri che la storia ce l’hanno ma sono talmente presi a pensare al presente e al futuro da non riuscire per il momento a guardarsi indietro, come invece sarebbe talvolta bello fare. Al secondo gruppo appartiene sicuramente la Seat, che ultimamente colleziona un record di vendite sull’altro e che è nel pieno di un’offensiva di prodotto epocale, che la proietterà in una nuova dimensione su scala mondiale. Davvero niente male per un marchio che ha mosso timidamente i primi passi negli anni Cinquanta e ha dato a tante famiglie spagnole l’opportunità di acquistare la prima macchina economica. Il paragone con Cenerentola è quasi scontato, ora che Seat frequenta l’alta società dell’auto. Il cammino fatto dalla Casa di Martorell può essere ripercorso passo dopo passo ammirando la Collezione di Auto Storiche della Seat, custodita gelosamente nel capannone A-122 della Zona Franca di Barcellona. Tanto gelosamente che attualmente non può essere visitata dal pubblico, dato che lo spazio che ospita l’esposizione si trova infatti in un’area off limits. C’è da sperare che presto i vertici del Gruppo Volkswagen decidano di investire un po’ dei profitti di Seat e di realizzare il progetto di un museo all’altezza del parco mezzi, che si compone in totale di circa 300 esemplari, 190 dei quali raggruppati proprio nella struttura che ho avuto modo di visitare.

Nelle tre navate del capannone c’è veramente di tutto, a partire dalle prime Seat 1400 e dalle varie edizioni della 600 che per molti anni è stata best-seller sul mercato iberico. Proseguendo nella carrellata ci si imbatte nella milionesima Seat prodotta, una 124 del 1969 immacolata, e nella Seat Panda Papamobile realizzata per permettere a Giovanni Paolo II di muoversi agilmente anche negli angusti passaggi interni agli stadi Camp Nou e Santiago Bernabéu, in occasione dei suoi incontri con i fedeli. Non manca poi la Seat Ibiza dorata che fu regalata da Juan Carlos all’attuale re Felipe VI al suo diciottesimo compleanno, personalizzata con tanti dettagli speciali e con un motore ipervitaminizzato.

Nella Collezione si possono ammirare anche diverse Seat da corsa, come alcune piccole monoposto del passato, una Panda Gruppo 2 su cui mosse i primi passi Carlos Sainz, una Ibiza a due motore, uno anteriore e uno posteriore, e la Leon TDI vittoriosa nel Mondiale WTCC nel 2008 e nel 2009. Tra le arzille vecchiette da gara c’è anche la 124D con cui corre ancora oggi Salvador Cañellas, la cui carriera è davvero molto particolare. Primo pilota spagnolo a vincere nel Motomondiale, si aggiudicò anche la 24 Ore del Montjuïc con una Ducati, prima di passare alle quattro ruote e finire – proprio su una 124 – quarto nel Rally di Montecarlo del 1977 vinto nientemeno che dal “Drago” Sandro Munari.

In attesa che tutto questo patrimonio storico venga messo a disposizione del pubblico, gli appassionati possono rifarsi gli occhi al computer, scorrendo le foto della galleria immagini e visitando il Museo Digitale cui si accede anche dal sito di Seat Italia.

 

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