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Servizi su abbonamento: e non finisci mai di pagare

Si pensava che la tecnologia Over the Air sarebbe stata un grande vantaggio per gli automobilisti. Invece è - anche - un "amo" per vendere servizi in abbonamento, pagandoli più di quanto si pensi...

Immaginate che un giorno la vostra lavatrice smetta di fare la centrifuga e si fermi al lavaggio, a meno di pagare 3,99 euro al mese, o 44,99 euro all’anno, bontà loro che fanno 2,89 euro di sconto fedeltà; e se siete proprio così cocciuti da volerli strizzare a tutti i costi, questi panni, 219,99 euro e non se ne parli più per sempre. Sì, anch’io mi arrabbierei se dovessi pagare per sbloccare una funzione già presente nel prodotto che ho acquistato. Oppure, ancora, provate a pensare alla smart TV che funziona, sì, ma solo con l’antenna, niente funzioni smart quindi niente Netflix e niente Disney+, se non dietro obolo mensile di 2,19 euro. Anche in questo caso ci sarebbe di che innervosirsi. È vero, il mondo va nella direzione dei servizi in abbonamento e il singolo consumatore può ben poco: diciamo che almeno la consapevolezza è un buon punto di partenza per evitare di trovarsi nella situazione degli americani. Negli USA, secondo un’indagine della C+R Research, i cittadini spendono in media – in abbonamenti – il 250% in più di quanto pensino: 219 dollari effettivi contro 86 “percepiti”.

C’è ma non si vede (se non paghi)

E adesso vi richiedo l’ultimo sforzo di immaginazione: è inverno e salite sulla vostra elettrificata, connessa, intelligente e iconica auto top di gamma di un brand premium (il lessico è quello del marketing, per chi non lo avesse intuito). Cercate il pulsantino per attivare il riscaldamento del volante e del sedile ma niente, non c’è. Eppure lo scorso inverno l’avevate utilizzato. Ah già, il pulsantino non c’è più: ora è tutto touch, più bello e moderno. Però anche nel menu del sistema di infotainment non trovate il comando. Nel frattempo si sta facendo tardi e partite, mani e lato B congelati per i primi minuti di viaggio.

sedili riscaldati - servizi in abbonamento 

Poi, l’illuminazione: basta andare nel negozio virtuale della Casa attraverso lo schermo immersivo (anche questo è vocabolario da marketing) del sistema di infotainment ed ecco che il riscaldamento di volante e sedile è lì, basta pagare. Poco eh, però pensare di portarsi in giro tutto ciò che serve per scaldare quei due pezzi di abitacolo e di dover pagare per avere il tasto ON/OFF sa di presa in giro. Anche perché è bene mettersi in testa una cosa: non è che se non lo attivi non lo paghi, quel servizio. E nel prossimo paragrafo capiamo perché.

Portarsi in giro tutto ciò che serve per scaldare quei due pezzi di abitacolo e di dover pagare per avere il tasto ON/OFF sa di presa in giro

Pagare due volte, o poco meno

Se tutti gli esemplari di un determinato modello montano l’hardware per, potenzialmente, offrire tutti i servizi disponibili, quel servizio lo pagate due volte: non c’è bisogno di spiegare, infatti, che nessuna azienda al mondo – giustamente – regala qualcosa, anche quando quel qualcosa non lo avete richiesto; e questo è già meno giusto. Ok, forse (ma forse) pagate meno non attivando un accessorio rispetto a quanto paghereste per averlo come optional “tradizionale”, però se proprio non vi interessa e mai lo utilizzerete state senza dubbio pagando qualcosa inutilmente (se per esempio vivete a Tropea e il sedile riscaldabile non è tra le vostre priorità). E non solo in termini di prezzo d’acquisto o di canone di noleggio, ma anche di consumi, perché avere “tutto” a bordo significa aumentare il peso della vettura, a discapito della sua efficienza.

Gli accessori on demand sono già realtà

Se pensate che stia parlando del futuro, sappiate che servizi in abbonamento che le Case già ora propongono su abbonamento sono numerosi. Oltre al già citato riscaldamento di volante e sedile c’è, per esempio, il sistema che aziona lo sterzo per parcheggiare l’auto: i sensori a ultrasuoni, lo schermo su cui proiettare le immagini, i cablaggi e tutti i dispositivi necessari sono già lì, basta pagare per farli funzionare. E se state pensando che è giusto farsi pagare il software, sappiate che si tratta di una tecnologia che ha circa dieci anni, che è già installata sulla vettura e non si tratta certo di un’intelligenza artificiale ultra raffinata, anzi…

Altro esempio è quello delle luci a LED “base”, che possono diventare, pagando, a matrice e attive. L’hardware rimane quello, cambia solo il software che gestisce il fascio luminoso. Ultimo esempio, ma non meno importante: cruise control adattivo e mantenimento automatico della corsia. Su alcune auto viene montato tutto l’hardware necessario ma se non si paga non lo si può utilizzare.

Pagare di più per volontà altrui

Questo per dire anche un’altra cosa: un errore di guida potrebbe costarvi molto caro. Caro a un livello che non vi sareste nemmeno immaginati perché magari, legittimamente, nemmeno eravate a conoscenza dell’esistenza dei fari a matrice di LED. Altra meraviglia, si fa per dire, è quella di far pagare Android Auto e Apple CarPlay: sì, avete letto bene. Ciò che sullo smartphone è gratuito e che sulle auto (tuttora, per fortuna) è il più delle volte compreso nel prezzo e sempre a disposizione, su alcuni modelli si paga per poterlo usare. Poco anche in questo caso, 0,99 euro al mese: meno di un caffè al mese, di quelli molto acidi però.

Semplificare la produzione

Il motivo che ha portato le aziende a muoversi in questa direzione è ovviamente quello della semplificazione della produzione e, quindi, della riduzione dei costi connessi. Un vantaggio che, per il momento, non sembra essersi riverberato sui consumatori: prendete il listino delle auto di 12 mesi fa, stesso modello, stesso motore e allestimento e guardate di quanto sono aumentati i prezzi. Va anche detto che, per fortuna, i servizi su abbonamento non sono così diffusi e che quindi difficilmente avrebbero potuto incidere sui listini, su cui invece hanno pesato, e molto, la crisi degli approvvigionamenti e l’aumento delle materie prime. La speranza è quella che un adeguamento verso il basso ci sarà, se e quando la situazione tornerà a “normalizzarsi” sui mercati mondiali. Ecco, se dovessi sbilanciarmi in una previsione, direi che difficilmente una razionalizzazione della produzione si trasformerà in un vantaggio per il cliente. Idem per il discorso degli abbonamenti.

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