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Suzuki festeggia i primi 100 anni

Monozukuri è una parola giapponese che significa progresso continuo, non solo di un prodotto ma anche delle persone che lo realizzano: Suzuki è questo.

Non so voi, ma a me affascina sempre leggere le storie delle aziende, soprattutto quella dei colossi del mercato. In modo particolare quelle nate nel secolo scorso. Se poi sono giapponesi, la curiosità è ancora maggiore perché affondano le radici in un substrato di cultura e sociologia lontanissimo da quello che, bene o male, accompagna la storia economica occidentale.Non sto qui a ripercorrere tutte le vicende che hanno portato Suzuki ad essere ciò che è oggi, ma accenno solo alcuni passaggi fondamentali di questa straordinaria avventura. Se si sarà accesa la vostra curiosità, sul sito potrete leggere la storia del marchio in ogni suo dettaglio.

UN TELAIO PER LA MAMMA

Nel 1909 Michio Suzuki realizzò un telaio innovativo, nel suo laboratorio di Hamamatsu, per permettere alla mamma di migliorare la sua condizione di tessitrice di stoffe. In poco tempo, divenne un riferimento per i villaggi della regione e poi per il Paese. Nel 1920, dopo aver superato il travagliato periodo della Grande Guerra, Michio costituì la Suzuki Loom Manufactoring Co., che in pochi anni conquistò una posizione di leader mondiale.

LA BICICLETTA A MOTORE

Dopo aver superato anche lo stop della Seconda Guerra Mondiale, grazie alle tecnologie sviluppate per il moto alternato dei telai, Suzuki progettò un motore alternativo che applicò alla bicicletta Power Free. Era il 1952.

LA PRIMA AUTO

Nel 1954 Suzuki Loom si trasformò in Suzuki Motor Corporation Ltd. e già nel 1955 vide la luce la prima auto a marchio Suzuki: la Suzulight con motore a due tempi da 360 cc. Nel frattempo continuò anche lo sviluppo nel mondo delle due ruote e nel 1962 arrivò il primo titolo mondiale.

ACQUA E TERRA

Dall’asfalto al mare: nel 1965 Suzuki fece il suo ingresso anche nel mondo dei motori fuoribordo. E dall’asfalto alla terra: nel 1970 fu lanciata la LJ10, un nome leggendario per tutti gli appassionati di off-road. Era la prima 4×4 Suzuki, capostipite della stirpe Jimny.Il resto è un intreccio di evoluzione e prodotti innovativi nei vari settori (uno su tutti, la Suzuki Alto nel 1979), cui sottende una filosofia immutata dal 1962. Una dichiarazione d’intenti che definisce i tre pilastri della politica aziendale: sviluppo di prodotti e servizi di qualità con elevato valore aggiunto; innovazione, positività e lavoro in team sono valori imprescindibili; ricerca di un miglioramento continuo.Se poi oltre alla storia vi piacciono anche i numeri, sul sito ne trovate da fare indigestione.

 

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