Una vera, piccola fuoristrada
Se vi dico che la maggior parte dei SUV, almeno fino ai 4 metri e mezzo di lunghezza, è solo a trazione anteriore, di sicuro non vi dico nulla di nuovo. E poi c’è la Swift, che è rimasta una delle pochissime auto – nel suo segmento – disponibile anche a trazione integrale. E una della altre, peraltro, è la sorellina Ignis. Ok. Lo so, ormai tra pneumatici invernali e un’elettronica sempre più raffinata, impantanarsi è sempre più difficile. Ma non impossibile, soprattutto se si vive fuori città.
E poi, se è vero che con i pneumatici giusti si arriva quasi dappertutto, 365 giorni all’anno, è anche vero che l’accoppiata gomme adatte alla situazione e 4×4, la sicurezza – reale e percepita – aumenta esponenzialmente. E poi c’è sempre quel quasi di mezzo. Un quasi che può fare la differenza tra il dover montare le catene oppure no, per esempio sulle salite più ripide. Oppure tra l’arrivare a destinazione, o il rimanere a metà strada.
Ovviamente, per quanto diverse, le tre Swift hanno tantissimo in comune. Soprattutto, a rendere così flessibile questa auto, così capace di adattarsi a utilizzi opposti, è la piattaforma su cui è nasce. Molto resistente alle sollecitazioni, fa lavorare al meglio le sospensioni e regala una sensazione di solidità, di ben fatto, davvero fuori dal comune. Che gli ostacoli siano i binari del tram in città, i cordoli di una pista o le pietre di una mulattiera, l’impressione è quella di essere su un’auto di categoria superiore.
Il tutto, senza rinunciare al design – punto di forza da sempre della Swift – e, come detto all’inizio, alla tecnologia ibrida: ciò significa che non solo con la due ruote motrici, ma anche con la Sport e con la 4×4 si può accedere nelle zone a traffico limitato, come l’Area C di Milano, senza bisogno di pagare il ticket.
Come va e quanto consuma in città