La Seal U DM-i è la prima ibrida plug-in, ossia ricaricabile anche alla spina, che BYD lancia sul nostro mercato: sinora il Costruttore cinese – presente in Europa dal 2022 – aveva in gamma soltanto modelli totalmente elettrici. E in effetti anche la Seal U ha recentemente debuttato in versione elettrica pura, alla quale ora va ad affiancarsi questa nuova PHEV. Dalla gemella EV la distinguono pochi dettagli: il principale è la calandra con feritoie, dal momento che qui c’è da raffreddare anche un motore endotermico.
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Un fisico abbondante
Siamo di fronte a un SUV di dimensioni generose (467 cm di lunghezza, per 189 di larghezza e 167 di altezza), le cui linee linee mostrano evidenti richiami alla Seal berlina. BYD parla di Ocean Aesthetics, con ciò intendendo che le forme sono ispirate al mondo marino. L’insieme è abbastanza personale ed equilibrato – merito pure dei cerchi da 19” che riempiono bene i passaruota – e condito di elementi hi-tech come la fanaleria totalmente a led (i fari hanno gli abbaglianti assistiti).
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BYD Seal U DM-i: AWD e FWD
La Design del test è la più potente delle due versioni in listino, e ha la trazione integrale (AWD). Infatti, il suo powertrain vede all’opera un quattro cilindri turbo 1.5 a benzina a ciclo Atkinson (131 CV) e due unità elettriche, una anteriore da 204 CV e una posteriore da 163 CV. La potenza di sistema è di 324 CV e la coppia complessiva di ben 550 Nm. In alternativa c’è la Boost a trazione anteriore (FWD), mossa da un 1.5 aspirato a ciclo Miller (98 CV) combinato a un singolo motore elettrico (197 CV); in questo caso, il sistema produce 218 CV e 300 Nm di coppia totali.
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Fino a 70 km a emissioni zero
La Seal U DM-i cela nel pianale una batteria BYD Blade LFP (litio-ferro-fosfato, priva di cobalto). Capace di 18,3 kWh, promette fino a 70 km di autonomia in modalità EV (80 km nella Boost), e accetta la ricarica a 11 kW in corrente alternata e a 18 kW in corrente continua (35 minuti per rigenerarla dal 30% all’80%). La vettura supporta la funzione V2L, e può fornire 3,3 kW di potenza a dispositivi esterni. Le batterie LFP sono ritenute fra le più sicure rispetto al rischio d’incendio.
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Arriverà anche con accumulatore maggiorato
Se non viene ricaricata da rete, questa BYD funziona come una (sofisticata) full-hybrid: a rifornire la batteria ci pensano il sistema di recupero dell’energia in rilascio/frenata e il motore termico, in base alle condizioni di marcia; in tal caso può regolare il livello di carica di mantenimento fra il 25% e il 70%, nell’ottica di poter passare alla marcia in EV al bisogno. Dopo l’estate sarà introdotta la Seal U DM-i Comfort, con powertrain della Boost ma con batteria da 26,6 kWh, che porta l’autonomia in EV a 125 km (se vi paiono pochi in rapporto alla capacità, tenete conto che questa non viene mai utilizzata in toto).
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Dentro, c’è di tutto
Dal tetto panoramico in vetro apribile elettricamente alla selleria in pelle vegana, passando per la doppia base di ricarica wireless per lo smartphone e per l’head-up display, in questa BYD è tutto di serie quale che sia la versione scelta. E i materiali, come le finiture, non deludono.
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Al centro della scena c’è il mega-touchscreen (15,6”) orientabile elettricamente in orizzontale o in verticale, dal quale si controllano tutte le funzioni della vettura, dalla navigazione al climatizzatore; il sistema supporta i comandi vocali, Android Auto, Apple CarPlay e gli aggiornamenti on-air, oltre a varie funzioni delegate a una specifica app per smartphone (il quale può diventare una “chiave” NFC per aprire e avviare la vettura).
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La dotazione di serie è davvero completa anche per quanto riguarda gli ADAS, che impiegano una telecamera e cinque radar: si va dal cruise control adattativo con funzione freno al mantenimento di corsia, fino al rilevamento dei punti ciechi e del traffico trasversale dietro la vettura. Naturalmente in manovra si può contare su telecamere a 360° che offrono pure la visione virtuale 3D.
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Ok l’abitabilità, ma il bagagliaio…
Con un passo di 277 cm, la BYD Seal U DM-i è generosa di spazio anche per chi siede dietro, tanto che sul divano non è di troppo nemmeno un passeggero centrale (anche grazie al pavimento sostanzialmente piatto, e al poco invadente mobiletto con le bocchette d’aerazione).
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Bene pure i portaoggetti, in particolare il pozzetto sotto il bracciolo centrale e la vasca sotto il tunnel “sospeso”. Ma da un’auto di queste dimensioni, e chiaramente rivolta alla famiglia, mi sarei atteso qualcosa di più quanto a capacità del bagagliaio (comunque provvisto di portellone elettrico): con il divano in uso siamo a 425 litri, un valore solo disceto. Reclinando lo schienale (con suddivisione 60:40) si arriva a 1.440 litri, ma in quel caso nel piano di carico si forma un gradino.