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Prova Audi A1 Sportback 2012

11 millimetri che valgono due porte in più. Audi presenta la A1 Sportback: tecnologia e qualità tedesche per una compatta finalmente pro giovani

LIVEL’attacco frontale è stato lanciato. Audi A1 Sportback vuole creare scompiglio in un settore – segmento B premium – dove si sente parlare quasi esclusivamente di MINI. L’area presidiata dall’antagonista, che detiene circa il 28% di un mercato, vale 32mila unità cioè il 2% del venduto nazionale.Due porte in più sulla piccola Audi equivalgono ad una variazione di 11 millimetri in altezza dell’abitacolo e rendono più confortevole la vita a bordo degli ospiti posteriori. Undici millimetri che hanno modificato la forma dei montanti posteriori e del tetto ma non della struttura che rimane fedele alle dimensioni della già conosciuta A1 a due porte.Diventare un po’ più grande, significa creare un nuovo filone di clienti, fino a oggi rimasto lontano dal mondo Audi. Lo scoglio più grande per entrare a far parte della famiglia era il prezzo, con la nascita della piccola il problema è parzialmente risolto. Oggi si può guidare un’Audi senza eccessivi patemi e salassi al portafogli: 17.830 euro è il prezzo base della nuova Audi A1 Sportback Attraction e motore benzina 1.2 TFSI – turbo – da 86 cavalli.Gli allestimenti previsti per la A1 Sportback sono due, Attraction e Ambition disponibili per tutte sette le motorizzazioni che diventeranno nove entro l’estate.In questa prima fase di lancio sono tre le cilindrate disponibili, due benzina di 1.2 e 1.4 litri con potenze variabili da 86 a 185 cavalli  e un diesel da 1.600 centimetri cubi e potenze comprese tra i 90 e 105 cavalli in attesa del due litri TDI diesel da 143 cavalli e del 1.4 TFSI da 140 cavalli.I prezzi variano da 17.830 euro fino ai 27.380 euro della A1 Sportback 1.4 benzina TFSI da 185 cavalli disponibile con il cambio S tronic e allestimento Ambition.  Tutti i modelli della Sportback, a parità di versione/motorizzazione, costano 680 euro in più della A1 tre porte.La A1 Sportback è chiaramente un’Audi! Il carattere della Casa degli anelli è evidenziato dai dettagli della carrozzeria. Il muso spicca per la grande bocca centrale il disegno aggressivo dei fari anteriori e la forma bombata del cofano motore.  Il profilo è caratterizzato dall’altezza della linea di cintura che infonde al guidatore una sensazione di sicurezza accomodandosi al posto di guida.Anche la coda è caratterizzata da linee aggressive al punto giusto, anche se, vista l’appartenenza alla dinastia Sportback avrei  scelto un lunotto posteriore dal taglio meno obliquo, più verticale e simile alla A3 al costo di farla assomigliare ad una station wagon compatta.Nemmeno l’abitacolo difetta da questo punto di vista, salire sulla Sportback significa trovare la buona qualità che è propria della casa tedesca. L’eleganza delle linee all’interno dell’abitacolo e la qualità dei materiali scelti riporta a vetture di classe superiore già provate. Non c’è dettaglio che sembri posticcio o buttato lì a caso; il sedile di guida è avvolgente e facile da regolare, il volante lascia un’ampia visuale sulla strumentazione completa e il tunnel centrale ha una disposizione razionale di tutti i comandi del climatizzatore ai tasti del navigatore satellitare.Accomodarsi sul divano posteriore, con l’avvento delle due porte, non è più difficile come in passato. L’accesso per passeggeri di seconda fila è rapido, anche se la possibilità del quinto posto senza sovrapprezzo ci sembra una forzatura considerate le dimensioni generali. Ok, l’omologazione per il pokerissimo è scritta nero su bianco sul libretto, ma sfidiamo chiunque ad accettare la sfida di un viaggio extraurbano relegato nel posto centrale.L’abitabilità è voce che prende il punteggio meno alto: i pedali sono separati da pochi centimetri e a volte, se non si possiedono piedi da ballerina, capita di azionare due comandi contemporaneamente. Problemi di dimensioni si presentano anche con i posti posteriori: per due adulti di taglia nord europea – circa 180 cm – lo spazio per le gambe è essenziale, conviene che alle spalle degli occupanti della prima fila si siedano bimbi o ospiti disposti a qualche rinuncia.DRIVEQuesta è, senz’ombra di dubbio, l’Audi dallo spirito più “young” che sia mai stata prodotta. L’idea è di piacere a un pubblico giovane, a coppie con un figlio piuttosto che a rampanti donne in carriera; insomma automobilisti con una marcia in più e sportivi dentro, che non hanno eccessive pretese di volumi di carico. Perché le dimensioni compatte – 3.954 mm – convivono perfettamente con la reattività nella guida. E’ veloce nel rispondere ai comandi del volante, per nulla “morbidosa” nella guida in autostrada e ben piantata nella percorrenza delle curve a velocità sostenuta.La prima presa di contatto ha messo a disposizione la gamma completa ma, per ridotto tempo a disposizione, ho optato per due soluzioni benzina che saranno, assieme al 1.6 diesel le più vendute: il piccolo 1.2 TFSI da 86 cavalli e il 1.4 TFSI da 140 cavalli che non verrà commercializzato a febbraio ma si dovrà attendere l’estate.La risposta del quattro cilindri al carico sull’acceleratore è confortante, ma non bisogna insistere oltre i 4.500 giri indicati; soddisfaTutti i motori che equipaggiano la A1 Sportback sono figli della filosofia del “downsizing” che prevede cilindrate sostanzialmente ridotte ma equipaggiate di turbo. In questo modo anche il piccolo milledue, che deve spingere comunque una tonnellata di peso, riesce a spuntare prestazioni più che dignitose.già dai 2.500 giri indicati ma superata questa soglia, la spinta si affievolisce rapidamente e conviene passare al rapporto successivo. La silenziosità di marcia del quattro cilindri si apprezza soprattutto a velocità costante mentre nelle forti accelerazioni il piccolo di famiglia alza troppo la voce.Con i 140 cavalli del 1.4 TFSI la musica cambia. Il cambio a sei marce fa schizzare molto più rapidamente la lancetta del contagiri verso la zona rossa dove il limitatore entra in gioco a 6.200 giri indicati. Questa motorizzazione benzina è quella che sposa meglio l’idea di sportività e confort senza l’esagerata performance offerta dal top di gamma con i suoi 185 cavalli. Viaggiando a 130 km/h si risparmiano 200 giri rispetto al piccolo 1.200 che è costretto a girare più alto per tenere il passo.La differenza di potenza non cambia il feeling di guida che si mantiene molto buono sia nell’impostare e percorrere curve a velocità sostenuta sia nel cambiare rapidamente direzione e il pacchetto autotelaio/sospensioni fa egregiamente il suo dovere, con ruote anteriori e posteriori sempre ben allineate.Il 1.4 TFSI da 140 cavalli si distingue per l’opzione cylinder on demand. Questa tecnologia mutuata dalle grandi cilindrate V8 permette di ridurre i consumi in qualsiasi condizione di utilizzo: circa 0,5 litri ogni 100 km percorsi. In pratica un servomeccanismo disattiva il funzionamento dei due cilindri centrali spostando “letteralmente” le camme che comandano le valvole di aspirazione e scarico. Il sistema funziona tra 1.400 e 4.000 giri in tutte le marce. Qualora il guidatore necessiti tutta la potenza il sistema allinea nuovamente le camme sulle aste delle valvole ridando il moto in soli 30 millesimi di secondo.  Vi consigliamo di vedere il video allegato per capirne esattamente il funzionamento.

 

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