LIVECategoria? Sotto i 4 metri. La S1 Sportback ne fa parte di diritto per quei 25 centimetri che le mancano per fare cifra tonda. È un dato che identifica una categoria di sportive in cui le dimensioni contano almeno quanto le prestazioni. L’Audi S1 unisce la modernità del suo motore turbo da due litri alla nota trazione quattro, vanto della Casa tedesca, e al classico cambio meccanico a sei rapporti. Gli appassionati della velocità del cambio sequenziale S tronic potrebbero rimanere delusi ma, purtroppo, sulla S1 manca fisicamente lo spazio per alloggiarlo.
E comunque. Siete davvero stufi di giocare con cambio e frizione? Noi crediamo di no, soprattutto se vi accomodate al posto di guida e iniziate a prendere confidenza con il volante e la leva del cambio, spingendo la lancetta del contagiri fino alla zona rossa! Questa è la S1. Perché nelle dimensioni compatte, nel ridotto volume che ospita il quattro cilindri da 231 cavalli c’è tutta la sportività Audi.
Quello della S1 Sportback è un vestito attillato, disegnato nell’atelier S di Audi. Tra i dettagli principali annovera i cerchi ruota da 17 pollici a razze doppie che si lasciano vestire da pneumatici supersportivi e ribassati, adatti a ridurre i trasferimenti di carico nella percorrenza delle curve. I passaruota sono maggiorati, i quattro scarichi cromati larghi come fucili a canne mozze, mentre le appendici aerodinamiche aumentano la deportanza fino ai 250 km/h di velocità massima autolimitata.
Gustosa fuori, certo. Ma è l’abitacolo a saziare i palati più raffinati. Chi si accomoda è accolto nel monolocale più sportivo che esista. Dietro non si sta comodi, almeno non quanto su un’Avant, per citare le famigliari del gruppo. Il divano posteriore è accessibile dalle porte posteriori ma non offre più del minimo sindacale anche se gli ospiti della seconda fila possono raggiungere il metro e 80 centimetri d’altezza. Meglio davanti, e se il posto di guida è occupato al “navigatore” (in stile rally) spetta di diritto un’esperienza di emozione pura.
DRIVEVicini all’asfalto, con il sedile che avvolge fianchi e spalle, impedendo anche la più piccola traslazione laterale. La pelle riveste il volante, caratterizzato dalla parte inferiore della corona diritta, per raccogliere la posizione di guida. Per stare a stretto contatto con la pedaliera sportiva in alluminio, per avere le braccia correttamente piegate ed essere pronti a reagire. La S1 Sportback è un raffinato concentrato di guida e pretende, se si decide di ingaggiare tutti i 231 cavalli, il coinvolgimento di tutti i sensi. Banditi i deboli, proibito non fidarsi delle quattro ruote motrici quando si affonda l’acceleratore a fondo corsa percorrendo una curva in terza o quarta marcia.
La piccola Audi dimostra di avere le carte in regola per mettere in crisi su percorsi guidati anche la più esuberante delle GT. Dalla sua ha leggerezza, equilibrio, perfetta ripartizione della trazione tra i due assi e una rapidità nel prendere giri e aggredire con decisione la curva successiva che sorprende. Con la S1 è possibile portare la frenata fin dentro la curva, chiudere la traiettoria e mantenere la giusta distanza dal bordo stradale agendo direttamente sullo sterzo. Non serve scalare con decisione per ridurre repentinamente la velocità, basta affidarsi alla potenza frenante dei quattro dischi.
Nel misto stretto è il motore a essere l’assoluto protagonista. Coppia, potenza e soprattutto il turbo permettono di sfruttare tutto il regime di rotazione a partire da 1.000 giri. Così fuori da ogni curva, anche la più lenta, si è proiettati furiosamente fino alla frenata successiva. Più che la potenza a stupire è come viene scaricata sulle quattro ruote. Nessun effetto sottosterzante dovuto alla quantità di cavalli, poco trasferimento di carico verso l’asse posteriore e nessuna perdita di aderenza anche disattivando i controlli: tutto ciò fa sì che anche il tragitto più ordinario si possa trasformare in una esperienza di guida di altissimo livello.