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Prova Kia Niro, l’ibrido dinamico

Crossover in tutti i sensi, la nuova Niro porta al debutto la nuova piattaforma ibrida compatta di Kia. Linea gradevole, buona abitabilità, guida dinamica ma parsimoniosa. Può contare sull’abbinata ibrido/DCT unica sul mercato. 

Con una crescita costante sul mercato europeo (385.000 veicoli venduti nel 2015 8,8% di market share, per il 2016 attese 420.000 immatricolazioni), e star del calibro di Sportage, in Kia possono davvero dire di essere soddisfatti… ma non del tutto. Per avere una gamma davvero completa e al passo con i tempi al giorno d’oggi è necessario che nella famiglia nascano anche auto a basso impatto ambientale, elettriche o ibride. Kia con il green ha già dimostrato di saperci fare, la Soul Eco Electric  è una vettura tecnicamente molto riuscita l’unica che riesce ad ottenere prestazioni e autonomia (circa 180 km) degne di nota senza ricorrere a un design a supposta o pneumatici da bicicletta. Il che significa che “sotto” la parte elettrica è di ottimo livello. Ma l’elettrico è un mondo che si sta espandendo più lentamente di quello che ci si aspettasse, occorre qualcos’altro, qualcosa che liberi i clienti dall’ansia della ricarica o del “se finisco la batteria?”. Occorre Kia Niro, altro tassello che porterà Kia ad avere nel 2020 ben 11 modelli green in gamma.LIVEMa cos’è Kia Niro? A Seoul hanno realizzato un crossover sotto tanti punti di vista, perché Niro si piazza nel centro di un ipotetico triangolo ai cui vertici trovate le SUV (alte, grosse, e con un anima poco green), le Hatch di segmento C (come la Cee’d) e le Station Wagon. Kia Niro sta lì in mezzo, non è alta come una SUV, ma più alta e lunga di una Hatch, è Ibrida ma ben disegnata. Con i suoi 435 cm di lunghezza (+45 rispetto a una Cee’d) e un passo si 270 cm (+50 vs Cee’d) non è una SW ma ha una ottima abitabilità e un bagagliaio da 427 litri (che aumentano naturalmente abbassando il sedile frazionabile 60/40). Insomma non è né alta né bassa, né lunga né corta. Forse è semplicemente giusta.2017 NiroNon è una SUV. È una HUV. Vale a dire un’Hybrid Utility Vehicle. Sceglie, infatti, la tecnologia Ibrida, rinunciando per ora al plug-in (che arriverà nel 2017) anche con l’idea di semplificare la vita all’utente medio che ancora fatica (ed è la verità) ad orientarsi tra ricariche colonnine e quant’altro. Con Kia Niro niente spine. Entri, pigi il pulsante start e vai.La parte termica è affidata al collaudato 4 cilindri 1.6 GDi, a iniezione diretta di benzina, per cui è stato scelto il più efficiente ciclo Atkinson. Il motore da 105 cv e 147 Nm di coppia, abbinato a un’unità elettrica da 44 cv e 167 Nm alimentata mediante un compatto pacco batterie ai polimeri di litio del peso di soli 33 kg. Niro può così contare complessivamente su 149 cv e 264 Nm di coppia, oltre che su di una percorrenza media dichiarata di 21,3 km/l. La trazione è anteriore, mentre la trasmissione si affida a un cambio a doppia frizione a 6 rapporti – una soluzione tutt’altro che scontata per un’ibrida – e la piattaforma è inedita; appositamente realizzata per Ioniq e Niro.Il nuovo pianale promette di portare in dote una netta riduzione delle masse rispetto alla media della categoria, complice il ricorso ad acciai altoresistenziali (che il gruppo cui appartiene Kia produce in casa) per il 53% della scocca della vettura. Un obiettivo cui concorrono l’adozione di un accumulatore ai polimeri di litio in luogo della classica batteria a 12 Volt e la parziale realizzazione in alluminio di elementi di carrozzeria (cofani motore e bagagliaio), delle sospensioni e delle pinze freno. Niro, del resto, mira a contrastare non solo le crossover tradizionali, ma anche le berline ibride Toyota, sfidando il gigante nipponico sul suo terreno d’elezione promettendo un piacere di guida superiore e a un comportamento dinamico più sportivo della media. 2017 NiroIbrido nell’ibrido, Niro è un po’ crossover, un po’ compatta e un po’ berlina sportiveggiante: un corpo con diverse anime. Un corpo, in ogni caso, attento all’assistenza alla guida, irrinunciabile per un’auto moderna. L’innovativo pacchetto Eco-DAS (Driver Assistance System) include, infatti, i sistemi Coasting Guide, che suggerisce al guidatore quando rilasciare il gas e quando iniziare a frenare per risparmiare energia, e Predictive Energy Control, che sfrutta le indicazioni del navigatore per gestire i flussi d’energia prevedendo l’arrivo di una salita e caricando al massimo le batterie prima della stessa per poi sfruttare l’energia elettrica nel momento di massimo carico.con la collaborazione di Sebastiano SalvettiDRIVEOccorre vederla dal vivo per comprenderne realmente le dimensioni, perché dalle foto si faticano a intuire gli ingombri reali di Niro che effettivamente sta a metà strada tra molti mondi. Gradevole l’atmosfera all’interno, l’abitacolo è ben rifinito (anche se con Cee’d Kia ha fatto anche meglio) e lo spazio a bordo per quattro passeggeri più bagagli (sperimentato live nel trasferimento aeroporto-hotel) è buono. Anche se chi sta davanti si “rilassa” i passeggeri posteriori hanno comunque un ottimo spazio per le gambe e per la testa. Confortati dal suono eccezionale dell’impianto JBL con 8 speaker e 370 w di potenza premiamo il pulsante start e avviamo una strumentazione ben riuscita in cui al display centrale TFT si abbina una strumentazione completa e gradevole.2017 NiroChi ha mai avuto modo di provare il motore Gdi di Kia non fatica a capire come l’abbinata con l’elettrico sia stata per questo 4 cilindri un vero toccasana. L’unità elettrica arriva, infatti, a compensare quello che a questo motore è sempre mancato ovvero la spinta ai bassi regimi. Non è una Plug-in e la parte elettrica (batterie e motore) è decisamente compatta e leggera (il motore in particolare, orgoglio di Kia è il più compatto e leggero del mondo automotive) per cui i due sistemi si spalleggiano di continuo. Niro parte elettrica, e come tutte le ibride per dare il meglio richiede una guida molto green. Il piede destro si deve fare piuma. In questo modo, si riescono a percorrere davvero molti km in modalità elettrica anche a velocità superiori agli 80 orari magari raggiunte grazie al motore termico ma poi mantenute senza problemi grazie al veleggio o usando pochi elettroni. Segno che nel complesso la Niro è efficiente, scorrevole. Nel tragitto hotel-aeroporto con due persone più bagagli e un percorso misto (con tanto di salite) sono riuscito a fermare il consumo sui 3,8 litri/100 km, questo nonostante i cerchi da 18 non aiutino certo i consumi.I due “soci” (motore elettrico e termico) continuano a palleggiarsi spinta e ricarica nel solito balletto evidenziato dal diagramma dei flussi di energia che potete consultare sul display centrale e che aiuta non poco a tenere una guida accorta, anche se il rischio è di dedicargli troppa attenzione e di perdersi le indicazioni del navigatore.KiaNiro-100Di Niro piacciono parecchie cose: comfort e silenziosità innanzitutto, l’auto è davvero curata sotto questi aspetti e soprattutto priva di fruscii aerodinamici (anche il cx è basso, si ferma a 0,29 grazie anche a soluzioni come paratie attive e deflettori d’aria per le ruote anteriori) assicurando un comfort acustico di pregio. A livello di dotazione non le manca proprio niente anzi, ha addirittura qualcosa in più come i sedili riscaldati e ventilati cosa poco usuale per il segmento, e pure per quelli superiori.Piace anche per la parte telaistica, scocca, sospensioni (Mc Pherson davanti, Multilink dietro), assetto (la versione con cerchi da 18 pollici ha un assetto ottimizzato) assicurano una guida di ottimo livello con pochissimo rollio e un dinamismo –telaistico- effettivamente insospettabile per una ibrida. Dinamismo sottolineato dalla scelta premium per gli pneumatici che sono i nuovi Michelin Pilot Sport 4, da 225/45-18 roba da sportiva vera.L’abbinamento ibrido/cambio DCT è una novità assoluta nel settore, e un fiore all’occhiello della Niro che fa capire come questa abbinata possa essere vincente e più gradevole da usare rispetto al CVT utilizzato normalmente in tutte le soluzioni ibride. Le cambiate sono morbide (il motore elettrico supporta il calo di coppia nella cambiata) non velocissime ma impercettibili e la Niro consente quindi (una volta passati in modalità sport semplicemente spostando la leva del selettore del cambio verso sinistra) di cambiare leggermente carattere con una risposta più pronta di acceleratore cambio e sterzo. Nulla di trascendentale intendiamoci, la Niro offre una bella guida ma le prestazioni sono comunque tranquille perché il 1.6 GDi non è una forza della natura e il motore elettrico lo aiuta molto sì, ma certo non lo trasforma in un motore da corsa. Guidata con calma e con la solita attenzione ai processi rigenerativi (frenate “lunghe” e dolci sul gas, il feeling sul pedale del freno è un po’ gommoso ma meglio di molte ibride) i 4 litri per cento km sono sempre alla portata, cosa che rende la Niro molto interessante per chi cerca un’auto spaziosa, a prova di famiglia, che acceda ai centri storici e che abbia un’anima green può trovare in lei (che arriverà in Italia nei prossimi mesi a un prezzo non definito ma che dovrebbe attorno ai 27.000 euro, quindi molto interessante visti i contenuti) una scelta azzeccata.

 

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