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Prova Renault Zoe

C’è una nuova attrice sul grande palcoscenico della mobilità urbana. È la berlina compatta di Renault, rigorosamente elettrica. L’abbiamo provata nel suo habitat ideale, la grande città, nel percorso casa-ufficio e ritorno. Una bella sorpresa, a prezzi accessibili per la categoria (21.650 euro)

Il nome esotico fa subito intendere che si tratta di un oggetto misterioso, e la sua natura elettrica fa immaginare forme futuriste. A prima vista, invece, l’impressione è quella di conoscersi già. Nonostante, infatti, le prime proposte creative esprimessero orientamenti molto radicali, capaci di evocare l’avvento della nuova “era elettrica”, l’approccio dei designer si è fatto via via più razionale e coerente con i codici formali dell’automobile nella sua accezione “classica”. L’appartenenza della Zoe al mondo dell’elettrico è rivelata da pochi, eloquenti particolari, come l’aspetto azzurrato della losanga Renault e dei gruppi ottici anteriori. Dettaglio insolito per un’auto di serie, i gruppi ottici posteriori sono trasparenti, con linee concentriche blu, e diventano rossi soltanto in frenata e con l’accensione delle luci notturne. Presentata al Salone di Ginevra 2012, la Zoe esprime più chiaramente all’interno dell’abitacolo la sua anima innovativa, soprattutto nel cruscotto, che consente di consultare i parametri legati alla guida e all’autonomia del veicolo. Un indicatore del livello di carica della batteria precisa l’autonomia residua in funzione dei parametri di guida degli ultimi 200 chilometri percorsi; un econometro indica se ci si trova in fase di consumo o di recupero energetico; la colorazione dello schermo (verde, blu o viola) indica se lo stile di guida è più o meno parsimonioso. Il rapporto tra conducente e auto è inoltre concepito come completamente interattivo: può essere gestito dallo smartphone o dal pc, consultando informazioni come il livello di carica, l’autonomia residua e la localizzazione delle colonnine pubbliche di ricarica elettrica; oppure programmando il pre-condizionamento dell’abitacolo o avviando la ricarica a distanza.DRIVESe si dovessero riassumere in poche parole le sensazioni dinamiche che la Zoe trasmette, non si potrebbe non citare la facilità di guida. Basta poco per prendere confidenza coi comandi, per apprezzare la maneggevolezza e sperimentare una certa sorpresa quando le si chiede rapidità e spunto, soprattutto nel breve. È infatti nei percorsi cittadini che emergono le migliori caratteristiche del motore elettrico con rotore a bobina da 65 kW (88 cv), che offre un eccellente rendimento energetico in tutte le fasi di utilizzo, ed eroga quasi istantaneamente, in meno di un centesimo di secondo, una coppia massima di 220 Nm, che consente accelerazioni e riprese vivaci fin dai bassi regimi: gli occorrono appena 4 secondi, ad esempio, per accelerare da 0 a 50 km/h, un range frequente nell’utilizzo urbano. I punti deboli emergono, piuttosto, negli allunghi tipici di percorsi autostradali ed extra urbani.Il motore elettrico dunque non solo non fa rimpiangere, in determinati contesti, quello termico, ma offre anche sensazioni apprezzabili in situazioni di traffico intenso: esso, infatti, induce una guida più calma e rilassante, in particolare grazie all’assenza di rumori e vibrazioni. L’accelerazione fluida – merito del riduttore che trasmette la velocità di rotazione dal motore alle ruote senza bisogno di frizione né di convertitore – e la silenziosità di funzionamento si rivelano riposanti per il conducente, a cui è offerta un’esperienza di mobilità urbana del tutto originale e piacevole.LIVE Il tipico percorso casa-ufficio di un cittadino dell’hinterland di una grande città è il terreno ideale per la Zoe, ed è stato questo il terreno su cui l’abbiamo provata: 50-60 km tra andata e ritorno, strade perlopiù urbane, possibilità di ricarica grazie alle colonnine pubbliche. L’autonomia è al contempo il punto forte e il punto debole della Zoe: il punto forte perché, con la possibilità di percorrere da 100 a 150 km circa, in funzione delle modalità di guida e delle condizioni meteorologiche, è la maggiore della categoria; il punto debole perché si tratta di ordini di grandezza ancora non paragonabili rispetto a quelli dei veicoli tradizionali.Buona parte del funzionamento di questo modello di mobilità è nelle mani – o, meglio, nei piedi – del guidatore. È lui che può preservare l’autonomia della sua auto non solo attivando la modalità Eco (che però penalizza in modo importante le prestazioni) ma adottando uno stile di guida attento al risparmio energetico, grazie al quale si può guadagnare, in media, il 16% di autonomia. Il conducente è chiamato a cambiare il proprio stile di guida, e per certi versi anche a cambiare il modo in cui è abituato a muoversi e il proprio atteggiamento nei confronti della città. La tecnologia lo aiuta molto in questo cambiamento: il sistema “Range OptimiZEr” comprende tre innovazioni fondamentali allo scopo, come la frenata recuperativa, che ricarica la batteria in fase di decelerazione e di frenata; la pompa di calore, che a parità di riscaldamento dell’abitacolo consuma fino a tre volte meno energia di un tradizionale impianto di riscaldamento; i pneumatici Michelin EnergyTM E-V, progettati per ridurre la resistenza al rotolamento, molto dispendiosa in termini energetici.La ricarica avviene, nel 90% dei casi, a domicilio, con una Wall-Box: è la soluzione preferita perché si fa nelle ore notturne ed evita di deviare dal percorso previsto. In alternativa bisogna rifornirsi dalle colonnine di ricarica pubblica, infrastrutture che si stanno progressivamente diffondendo, nei parcheggi dei centri commerciali, nelle stazioni di servizio, etc. (in Italia per ora sono 577, imbarazzante il confronto con l’Olanda che ne ha 5.000 e 700 solo ad Amsterdam!). Grazie al caricatore Caméléon di serie, la Zoe si ricarica in un tempo compreso tra 30 minuti e 9 ore, attraverso una presa collocata sotto il logo frontale.Quello della ricarica è un pensiero con cui il conducente della Zoe deve convivere (anche se in realtà la percorrenza media giornaliera è ampiamente inferiore all’autonomia offerta), ma, in compenso di può liberare di molti altri pensieri. Quali? I costi di manutenzione del veicolo, per esempio, fino al 20% inferiori a quelli delle versioni termiche (assenza della cinghia di distribuzione, nessun filtro dell’aria o del carburante da sostituire, né cambio dell’olio); pollution charge o congestion charge di alcuni centri urbani; blocchi della circolazione; pagamento del bollo auto. Chi percorre tutti i giorni il tragitto casa-ufficio e poco altro può mettere in conto un paio di ricariche alla settimana e dimenticarsi in un colpo solo della sosta al distributore e dei blocchi alla circolazione.

 

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