Sono passati pochi mesi dall’arrivo della V40, nuova entry level (per quanto riguarda le dimensioni) della gamma Volvo, che ha mandato in pensione la V50 e la piccola C30; pochi mesi, dicevamo, ma già qualcosa sembrerebbe bollire in pentola. Stiamo parlando della “voglia”, parzialmente confermata dall’amministratore delegato di Volvo Stefan Jacoby, di un'auto di segmento B premium (utilitaria chic, per dirla all’italiana…) capace di impensierire le regine del segmento: MINI e Audi A1, per esempio.
Se la tendenza ad avere un prodotto in ogni segmento (per quanto ridotto come volumi) è tipica di realtà più “imponenti” come Volkswagen, è anche vero che, come ha dichiarato lo stesso Jacoby, “dimensioni dell’auto e numero di cilindri non sono più fattori determinanti nella scelta dei consumatori, oggi contano altri fattori”. L’ipotesi più accreditata, quindi, è che Volvo stia iniziando a guardarsi in giro, magari per sviluppare alleanze strategiche “per la condivisione di piattaforme e motori, oltre che per avviare economie di scala”, ha proseguito l’ex Chief Executive di Volkswagen America.
In più, a rendere l’ipotesi molto più che un semplice fantasia, ci pensano la piattaforma modulare SPA (Scalable Platform Architecture) e la nuova generazione di motori quattro cilindri, entrambi presentati all’ultimo Salone di Francoforte. Cosa aspettarci quindi? Una piccola “stilosa”, dal design high-tech e dalla forma “ibrida” (un po’ station, un po’ coupé, proprio come la V40) capace, a colpi di finiture pregiate e motori ecologici, di mettere in difficoltà vere e proprie icone del segmento B, compito non certo riuscito alla pur promettente C30 all’interno del segmento C. Difficile ipotizzare una tempistica precisa: di certo i prossimi Saloni europei forniranno indicazioni più precise, magari già sotto forma di concept.