Cercheremo di essere politically correct il più possibile. Avete presente quella donna, o quell’uomo, su cui un “pensierino” ce l’avete fatto, anche se lontano dal vostro ideale di bellezza? Ecco, l’Alfa Romeo 75 Turbo Evoluzione è esattamente così. A giudicarla razionalmente, fai fatica a definirla bella nel senso più pieno del termine, perché è eccessiva, vistosa, forse addirittura sguaiata. Eppure, alzi la mano chi non le metterebbe mani addosso. Cosa? Qualcuno ha detto di no? Beh, siete in pochissimi. Lo dimostra, tra le altre cose, il fatto che oggi, per averne una, bisogna sborsare come minimo 40.000 euro.
Nulla è lasciato al caso
Per arrivare all’Evoluzione, la Squadra Corse parte dalla 75 Turbo 1.8. Di invariato ci sono solo potenza e interni. E se il numero di cv non cambia, il motore sì, perché per raggiungere l’omologazione nel Gruppo A – classe entro i 3 litri – la cilindrata dei motori turbo dev’essere moltiplicata per il fattore di 1,7. Ecco perché i 1,779cc del 4 cilindri di base vengono ridotti a 1.762cc. Inoltre, per non lasciare per strada nemmeno un cv, si lavora sulla pressione di sovralimentazione e sui condotti d’aspirazione. Molto importanti gli interventi sul telaio: le ruote diventano più larghe (di conseguenza i passaruota vengono “gonfiati”), le sospensioni più rigide e i freni più potenti.
Spigolosa, non per tutti
La sovralimentazione la fornisce un turbocompressore della Garrett: un T3 dotato di intercooler. Inutile dirlo, si tratta di un turbo vecchia maniera, di quelli che quanto entra in pressione rifila un calcio nella schiena. Il che, unito all’elettronica che non c’è, alle gomme di 30 anni fa e della misura 205/50-15 (maggiorate sì, ma non larghissime), compone un mix esplosivo. La 75 Turbo Evoluzione va più facilmente di traverso che dritta, perde aderenza senza dare un grande preavviso. E anche per questo è amata.
Dentro è quasi “triste”
A integrazione di quanto scritto sopra, gli interni della Evoluzione non sono identici a quelli della 75 base. Non ci sono modifiche strutturali, però la forma dei sedili è specifica, così come la colorazione arancione della strumentazione. Il resto invece è tutto uguale. Ed è un peccato, perché almeno la leva del cambio, la corona del volante e/o qualche badge identificativo non ci sarebbe stato per niente male.
Una carriera agonistica discreta
A dimostrazione che le auto (e le moto) spesso sono più una questione di pancia che di testa, la 75 Turbo Evoluzione, così cara agli alfisti più irriducibili, nelle competizioni porta a casa un bottino davvero magro: la vittoria di maggior prestigio è quella ottenuta nel Giro d’Italia Automobilistico nel 1988 con Patrese/Biasion/Siviero e, nel 1989, guidata da Francia/Cerrato/Cerri. La 155, uno dei modelli più odiati dagli alfisti, è infinitamente più vincente.
Ne hanno fatte pochissime
Se la 75 Turbo Evoluzione è tanto ricercata dai collezionisti – a proposito: se 40.000 euro vi sembrano troppi, sappiate che rappresentano un ottimo investimento per il futuro, perché le quotazioni sono previste in ascesa – c’è il fatto che di questa auto, realizzata dalla Squadra Corse Alfa Romeo e lanciata al Salone di Ginevra del 1986, ne siano stati prodotti solo 500 unità stradali. Quante ne bastano, non una di più, per arrivare all’omologazione per correre nel Campionato Turismo.