L’ultima volta che avevamo aperto uno scatolone ci avevamo trovato dentro una freeride da 160 mm di escursione (leggi qui la prova della Canyon Strive AL 8.0). Ora siamo su tutt’altro pianeta: quello del cross country puro, delle gare a testa bassa a 180 pulsazioni costanti. E di scatoloni davanti agli occhi ne abbiamo tre, ciascuno contenente una Bianchi Methanol: una SL2 con ruote da 26”, una 29.1 SL Team Replica e una 27.1 SL, tutte protagoniste della stagione agonistica italiana e mondiale appena conclusa.A dire il vero le 26” sono sparite dal catalogo 2014 della Casa di Treviglio (ad eccezione del modello entry-level Kuma), sostituite dalle front con ruote da 27,5” che vanno ad affiancare i vari modelli 29er (Methanol FS e SL/SX). Ma abbiamo voluto comunque averle a disposizione tutte e tre per capire se davvero si può parlare di “evoluzione della specie” o se, per quanto riguarda le tanto dibattute misure delle ruote, si tratta semplicemente di scelte commerciali delle Case.LIVEVotate per indole a leggerezza e reattività, tutte e tre le nostre Methanol hanno telaio monoscocca in carbonio e reggisella integrato. 1.170 g è il peso dichiarato del solo telaio della 26”; 1.185 quello della 27,5” e 1.190 il peso del telaio della 29”. SL è la sigla che identifica i telai top, costruiti in fibra di carbonio ad altissimo modulo Toray 40T, 30T e 700T (Toray è l’azienda giapponese leader nella produzione della fibra, mentre T indica la resistenza del filo di carbonio) e rete protettiva in titanio inserita sotto al tubo obliquo per proteggerlo dai sassi e dagli urti.Le linee della 26” sono un po’ agee se confrontate con quelle moderne e aggressive di 29 e 27,5. Molto bello sui modelli Methanol attualmente in gamma il tubo sterzo di grosse dimensioni, su cui brilla lo storico stemma dell’azienda, e la forma scolpita e molto ricercata dei tubi obliquo e orizzontale.Sono tre mezzi pronto gara con guarnitura e componenti al top, che sfiorano i 6.000 euro di prezzo di listino: nello specifico, Sram XX sia per la SL2 sia per la 29.1; mentre la prima monta il 2×10, la seconda, nell’allestimento a nostra disposizione, vanta il nuovo 1×11 (con una sola corona e la cassetta con 11 pignoni). Alta gamma anche per l’allestimento della la Bianchi Methanol 27.1 SL, firmato Shimano con trasmissione 2×10 mista XTR/XT.100 mm di escursione della ruota anteriore è la misura che caratterizza tutte e tre le nostre Methanol: Magura DurinRace MD100R RCL per la SL2; Fox 32 Float CTD Evolution per la 27,5” mentre la 29” in prova è equipaggiata con la nuovissima e tecnologica Magura TS8, dotata del sistema eLECT. In pratica il bloccaggio della forcella (operazione opportuna nel xc, per esempio in salita o nei tratti scorrevoli per non disperdere energie preziose) è gestito automaticamente in base alle informazioni raccolte da un accelerometro che lavora su tre assi. L’altra chicca di questa forcella è una sensore di caduta, che la sblocca quando rileva che la bici è in volo, consentendo un atterraggio morbido.Oltre al premio forcella più tecnologica, la 29.1 SL vince anche quello per le ruote più belle, grazie alle Crank Brothers Cobalt 3 in alluminio a 12 raggi del peso di appena 1.735 g. La 26” in prova monta, invece, ruote Fulcrum Red Metal Zero XRP e la 27,5” ruote DT Swiss XR 1501 Spline (ma in questa misura sono disponibili a scelta anche le Crank Brothers Cobalt 2 e 3). Sul fronte freni, Magura MT8 (con comandi in carbonio, i più leggeri sul mercato) per 26 e 29 – quest’ultima con disco anteriore da 180 mm e posteriore da 160 mm – e Formula R1s per la 27,5 con dischi da 160 mm sia davanti sia dietro.RIDEFine della 26”? Sembrerebbe di sì, almeno guardando alle scelte di molte aziende, che la propongono ormai quasi esclusivamente sui modelli più economici o per le bici da discesa, dove servono escursioni che le ruote di maggior diametro non sono ancora in grado di offrire. Angolo di sterzo piuttosto chiuso e triangolo posteriore dalle dimensioni compatte: sono le caratteristiche principali delle geometrie di tutte e tre le Methanol in prova, che quindi non lasciano spazio a dubbi circa la loro natura. Sono bici da gara, progettate per essere quanto più rigide e reattive possibile.La 29.1, soprattutto per chi – come chi scrive – è abituato alle MTB da 26”, impressiona per la sua pedalabilità. Nelle ripartenze è sicuramente meno pronta di Methanol 26 e 27,5, a causa del maggior diametro delle ruote ma, una volta partita, sembra non perdere mai velocità ed essere in grado di “spianare” qualsiasi ostacolo. Bisogna solo far girare le gambe, ma anche su questo tema la sensazione è che il trasferimento di potenza alla ruota posteriore avvenga con il minimo della dispersione di energia.Nei tratti pianeggianti scorrevoli, la Methanol 29.1 SL è un carrarmato. In quelli più tecnici, invece, la 26” si è dimostrata la più reattiva e agile a districarsi tra sassi e radici, anche se richiede un bel po’ di mestiere e di movimenti fuori sella per combattere la tendenza, rispetto alle sorelle con le ruote più grandi, a impuntarsi sugli ostacoli. La Methanol 27,5, come c’immaginavamo, ci è sembrata attestarsi a metà tra la pedalabilità della 29 e l’agilità della 26, anche se una spanna dietro alla 29 quanto a facilità di pedalata sullo sconnesso stando seduti in sella.In salita la 29.1 dimostra un’ottima trazione e una notevole facilità a superare radici e sassi senza scomporsi, a patto però di avere la gamba sufficientemente allenata.Con la 26” è sicuramente più facile fare lo slalom tra gli ostacoli anche sulle salite più insidiose, pagando però un bel po’ in termini di trazione; la Methanol con le ruote da 27,5”, ancora una volta, si pone a metà tra le due, dando comunque la sensazione di riuscire a svoltare negli stessi spazi (ridotti) della 26” anche nelle curve più strette.Compatte, rigide e con appena 100 mm di escursione, le tre Methanol non sono certo mezzi “gravity oriented”, anche secon il giusto “pelo” riescono a essere velocissime su ogni tipo di discesa. Se si viene dalla 26”, la 29” richiede un po’ di tempo per acquisire il giusto feeling nel dare direzionalità alle ruotone; se però la si mette in appoggio scegliendo la giusta traiettoria, non si scompone e si viene ripagati da una stabilità eccellente.26 e 27,5 sono senz’altro più veloci a entrare in curva e consentono di cambiare o correggere la traiettoria impostata con più facilità, al prezzo però, soprattutto per la 26 – non solo per la dimensione delle ruote ma anche per il manubrio più stretto – di essere scalciati di qua e di là.Queste le nostre sensazioni, ma visto che sono biciclette racing, perché non chiedere il parere di tre campioni delle ruote grasse? Tra breve, sul nostro 2Senza, sapremo cosa pensano sull’argomento Tony Longo, campione italiano marathon in sella a una Bianchi Methanol 26; Leonardo Paez, che con la sua 27.5 ha vinto la medaglia di bronzo al Mondiale Marathon, e Gerry Kerschbaumer, campione mondiale Under 23 con la Methanol 29.1.