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12H Cycling Marathon – Epilogo

Arrivano le 7.30, mi spalmo un po’ di olio canforato sulle gambe perfettamente depilate (l’ho visto fare al Cribiù, quindi mi farà andare sicuramente più veloce) e comincio il riscaldamento nei paddock. Non ho ancora capito se il tempo scorre più veloce quando pedali o quando aspetti di farlo…Alle 8 è stimato il cambio, dieci minuti prima entro in pit lane e mi preparo. Eccolo, via! Ci do troppo dentro e quando imbocco il rettilineo non vedo il gruppo. Il tempo di pensare al peggio e mi raggiunge il suo rumore: mi lascio inghiottire con un sospiro di sollievo. È più nutrito di come lo avevo lasciato qualche ora prima e anche più veloce. Al Serraglio e sul rettilineo prima della Parabolica leggo punte di 55 all’ora.12H_Monza_2016_07Immaginavo che il finale sarebbe stato tirato, ma in realtà è solo nervoso; giochi di squadra – a me oscuri -, qualche rilancio, tentativi di fuga prontamente rintuzzati, imprecazioni ed esortazioni più o meno colorite, false indicazioni tipo “oh, ultimo giro!!!”. Cerco di restare sempre nella prima parte. La tensione è alta, gli occhi controllano la ruota di chi sta davanti e il manubrio di chi è accanto. Sono così concentrato che non mi accorgo nemmeno che, una decina di metri dietro di me, c’è il Selvetti, che subdolamente si nasconde per cercare la zampata sul traguardo, e che all’inizio del penultimo giro abbiamo superato la nostra Rambo Giulia, al termine della sua eccezionale  impresa.12H_Monza_2016_69Mi sentivo come Sagan a 5 km dal traguardo! Era il mio primo sprint e mi chiedevo cosa sarebbe successo in vista dell’arrivo. Addirittura mi immaginavo a fare la volata per recuperare quel maledetto secondo che ancora ci separava da chi stava davanti (e che non sapevo nemmeno che maglia avessero…). Ovviamente, non essendo Sagan, sono riuscito solo a non perdere la testa del gruppo nei vari allunghi e cambi di linea che si succedevano sul veloce rettilineo della Parabolica e ad arrivare al traguardo in scia dei primi. Ero a tutta e ci fossero stati altri 50 metri sarei scoppiato. Purtroppo a tutti i componenti del gruppo è stato assegnato lo stesso tempo e quindi abbiamo mantenuto il 35esimo posto nella classifica generale e il 7° in quella di categoria, con una media di 41,6 km/h, a un giro dai vincitori e precedendo di due giri il RED Team gemello. E Giulia? Ho conquistato uno straordinario terzo posto, tanta gloria e una piaga sul sedere che le ha tenuto compagnia per una settimana!!!Al box abbracci, gioia, occhi rossi e una messe di aggettivi ripetuti come un mantra: entusiasmante, divertente, suggestiva, avventurosa, sorprendente, aggregante, stimolante, adrenalinica, insonne, bagnata, unica, surreale, faticosa, affascinante, veloce…È il bello dell’endurance. Un modo di correre che trasmette euforia e causa dipendenza, al punto che prima di salutarci avevamo già deciso di iscriverci alla seconda puntata della 12H Cycling Marathon, quella che si disputerà a settembre sul circuito di Misano… “Tutti a Pinerolo!!!” 

 

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