Le forme appuntite di questa bici vi ricordano qualcosa? Forse le avete viste poco tempo fa sfrecciare sul parquet di Londra, dove il britannico Alex Dowsett ha percorso la bellezza di 52.937 metri in 60 minuti, ottenendo il nuovo record dell’ora, poi battuto da Bradley Wiggins che ha portato il limite a 54,526 km. Oppure l’avrete vista le scorse settimane, con la livrea verde-blu del Team Movistar all’ombra delle palme del lungomare di Sanremo, dove si è corsa la prima bellissima tappa del Giro d’Italia 2015 e gli uomini di Quintana hanno conquistato un’ottima quinta piazza. Questi successi hanno contribuito a stuzzicare anche in noi la voglia di pedalare la Canyon Speedmax: l’abbiamo fatto per strada e tra i cordoli dell’autodromo di Monza.LIVESe il cronometro è il nemico numero 1 della Speedmax, il vento è sicuramente il numero 2. Questo genere di bici viene utilizzato nelle gare di triathlon no-draft, sulle distanze lunghe in cui è vietato succhiare la scia agli avversari, oppure nelle gare ciclistiche a cronometro, dove il più delle volte si è soli, senza lo schermo dei compagni di squadra a lottare contro la resistenza dell’aria.La prima preoccupazione dei tecnici Canyon? Ottenere la maggior efficienza aerodinamica possibile. Innanzitutto definendo opportunamente la forma degli elementi del telaio in carbonio, cosiddetta a “tridente”, appuntito in varie direzioni per penetrare non solo l’aria generata dall’avanzamento ma anche l’eventuale vento che proviene lateralmente. Per limitare le turbolenze tutti gli spazi tra i vari componenti sono ridotti. I freni, ad esempio: sia quello anteriore sia quello posteriore sono completamente integrati nella forcella e nei foderi orizzontali.Inoltre sia i cavi dei freni sia quelli del cambio sono inseriti all’interno del telaio attraverso inserti nell’attacco manubrio e quindi completamente protetti dall’aria. Per evitare turbolenze all’altezza del reggisella si è persino evitato di utilizzare il classico collarino, preferendogli un sistema integrato nel tubo orizzontale.La forcella della Speedmax, anch’essa in carbonio, vanta una chicca che consiste negli inserti Rake Shift: il ciclista può intervenire sulla posizione dei forcellini su cui si innesta la ruota anteriore, modificando l’interasse della bicicletta e conseguentemente le sue caratteristiche di guida. Ci sono tre posizioni e ognuna offre una differenza di 2,5 mm.La Speedmax CF 8.0 del nostro test, con gruppo Shimano Ultegra Di2 e ruote Mavic Cosmic Elite S WTS, pesa 8,1 kg e costa 3.999 euro. Non è un peso piuma, come non lo sono normalmente le bici da cronometro, complici in questo caso le ruote non proprio leggerissime. L’offerta di ruote aero comunque è talmente vasta che ci pare azzeccata la scelta di Canyon di lasciare al post-vendita l’eventuale acquisto di componenti più leggeri. RIDEBella! La Speedmax fa la sua figura con quelle forme aguzze e inusuali, che catturano lo sguardo di ciclisti e non solo. E fatta bene, secondo gli standard abituali della Casa tedesca, con le superfici delle tubazioni, i raccordi e le connessioni molto puliti, senza imperfezioni. Lo stesso discorso vale per la verniciatura, omogenea su tutta la superficie del telaio, anche vicino a fori e rivetti.Potete cucirvi addosso la Speedmax come volete: la sella presenta un sistema di regolazione a due viti parallele al reggisella, molto pratico e ben accessibile. Anche le appendici del manubrio e l’altezza dei poggiagomiti sono regolabili, per adattarli a misure e stile di guida.Un neo della Speedmax legato a tutte queste regolazioni e alla viteria in generale è che le viti sono di varie misure e forme: portaborraccia, chiusura placchetta freni e attacco manubrio, forcellini, chiusura estensioni, chiusura sella… Se volete cambiare assetto durante l’uscita, dovrete portarvi in giro una fornita cassetta di attrezzi, che vanno dalle chiavi torx a quelle a testa esagonale da 2.5, 3 mm ,4, 5, 6 e oltre. Troppe, bisognerebbe razionalizzare.La sella Fizik Ardea TRI si è rivelata comoda; per quanto riguarda la posizione il ciclista può mettere le mani sul manubrio, basso, largo e piuttosto ravvicinato, oppure sulle estensioni, protese in avanti alla ricerca della massima distensione della schiena per essere aerodinamici.La Speedmax è molto stabile, sia con le mani in presa ravvicinata sia impugnando le estensioni, e la ragione risiede nei numeri: 1.053 mm di interasse (in taglia L), 420 mm di carro e 642 mm di tubo orizzontale delineano una bicicletta particolarmente lunga, se confrontata con un modello da corsa “normale”. La Look 795 Aerolight ad esempio, misura 1.006, 405 e 572.Questa caratteristica non pregiudica eccessivamente la guidabilità della Speedmax che anzi, sia nello stretto sia in discesa, si mostra agile, soprattutto con la posizione del rake ravvicinata.Il terreno ideale sono i grandi spazi, meglio se chiusi al traffico come l’asfalto del circuito di Monza, dove il ciclista non deve far altro che poggiare i gomiti sulle comode imbottiture e pedalare. Ci mette un po’ a “partire” la Speedmax, ma una volta raggiunta un’adeguata velocità mostra un consistente effetto volano, che le dona una scorrevolezza invidiabile, e ciò nonostante lo speciale asfalto dell’autodromo brianzolo generi un attrito con le gomme superiore a quelli normali e le bici sull’asfalto dei circuiti scorrano come quella famosa pubblicità dell’integratore di sali minerali.A testimonianza della predilezione per i rettilinei ci sono i lunghi rapporti (53/39 davanti e 11/23 dietro) del gruppo Shimano Ultegra Di2 11v, impeccabile nel funzionamento: mai un salto di catena né dalla corona né dal pignone, e apprezzabile per silenziosità, grazie alla catena HG- sil-tec. Ergonomici e accessibili anche i comandi del gruppo elettronico, sia quelli al manubrio sia quelli sulle estensioni.Difetti? A parte la viteria variegata, abbiamo dovuto serrare oltre misura la vite di chiusura posteriore della sella, poiché sulle “cordolate” più dure, o comunque sullo sconnesso, tende ad allentarsi.Tester: Carlo Mariani