Anche se lo abbiamo già ampiamente spiegato nell’intervista a Rene Timmermans (Ceo Emea di Vittoria), vale la pena ricordare cos’è il grafene, le cui proprietà solo in pochi nel mondo delle due ruote sembrano aver compreso.Si tratta di un materiale bidimensionale, praticamente un reticolo esagonale di atomi di carbonio, che ha la resistenza meccanica del diamante e la flessibilità della plastica. Vittoria ha scommesso su questo elemento al punto di acquistare quote di Directa Plus, l’azienda di Lomazzo che produce il grafene più pregiato al mondo, assicurandosi in questo modo una fornitura esclusiva per un po’ di anni.Dalle ruote alle gomme: l’evoluzione era stata annunciata ed ora è una interessante realtà. Le nuove mescole sviluppate grazie all’utilizzo del grafene rendono la copertura “intelligente”: se la direzione di marcia è univoca e costante, la gomma è compatta e offre la minore resistenza al rotolamento possibile, mentre se si sta frenando, curvando o accelerando, la mescola si ammorbidisce, favorendo flessibilità, ossia grip e trazione. L’introduzione del nuovo materiale permette di aggirare alcuni ostacoli, senza dover scendere a compromessi tra velocità e aderenza o resistenza alle forature e peso.Gli ultimi sviluppi tecnologici permettono di utilizzare nelle nuove coperture off-road fino a 4 mescole (4C) e di combinarle con il grafene, creando una mescola (più leggera e longeva) chiamata G+ Isotech e dando vita a prodotti innovativi, i cui tasselli hanno una maggiore resistenza, soprattutto alla base, e un minor consumo. Il nuovo Mezcal è la gomma di riferimento per il Cross Country grazie alla bassa resistenza al rotolamento e a tasselli molto efficaci in frenata e in curva. Morsa è, invece, il nuovo modello da Enduro/DH, che promette di essere efficace in qualsiasi condizione.E-Barzo ed E-Goma sono i primi modelli dedicati espressamente alle eMtb, campo in cui i benefici sono fra i più alti proprio per le sollecitazioni gravose a cui le gomme sono sottoposte. L’uso del grafene assicura maggior resistenza e durata della gomma, che è quindi capace di sopportare la potenza generata dal motore elettrico, ma anche una durata superiore della batteria grazie alla bassa resistenza al rotolamento delle coperture.Innovazione ed evoluzione anche nel mondo road dove, grazie alle velocità maggiori, i miglioramenti diventano più sensibili. Ne è un esempio la nuova carcassa Corespun, rinforzata con Kevlar, e il nuovo battistrada che utilizza la rivoluzionaria tecnologia a 4C. Combinando 4 mescole, tra cui il G+ Isotech, si garantisce un’ottimizzazione di ogni sezione della copertura per incrementare le doti di velocità, tenuta e durata.Il Corsa Speed TLR, oltre a essere il primo prodotto di Vittoria tubeless-ready pensato per la bici da corsa, è considerato il più leggero (205 grammi) e il più veloce sul mercato: testato dai laboratori indipendenti di Wheels Energy ha dimostrato un 40% in meno di resistenza al rotolamento rispetto al medesimo prodotto senza l’utilizzo di Gìgrafene. Corsa Speed TLR è in grado di resistere virtualmente a qualsiasi tipo di foratura, cosa che possiamo confermare per avere assistito di persona alla dimostrazione sul campo, durante la quale una “cavia” ha guidato più volte, avanti e indietro, sopra una tavoletta piena di chiodini da 20 mm. Corsa Speed TLR è disponibile nella versione 23-622 (700x23C). Corsa Tubolare è disponibile nelle sezioni 23-28 (265 grammi), 25-28 (280 grammi), 28-28 (330 grammi). News anche per la famiglia All-Round Rubino, migliorata grazie all’implementazione del grafene. La rivoluzione è cominciata. RIDELa nostra prova ha visto il nuovo tubolare Vittoria con mescola del battistrada in grafene G+ alle prese con tre mesi di inverno lombardo. Abbiamo scelto la versione da 25 mm di sezione, montandola su cerchi Lightweight Standard III (profilo di 47,5 mm), a loro volta parte di una bici dal taglio racing: piccola taglia e tanta rigidità caratterizzano, infatti, la Pinarello Dogma 60.5 con Dura Ace Di2 utilizzata come base per il test.La prima osservazione riguarda il particolare disegno del battistrada: la parte centrale è completamente liscia; a lato, invece, compaiono alcune incisioni longitudinali, più fitte man mano che ci si avvicina alla spalla del tubolare. La parte incisa è molto malleabile, morbida al punto che in curva si avverte chiaramente il rumore che la gomma deformata provoca sull’asfalto. L’impressione all’inizio è straniante, anche perché a tubolare nuovo e su determinati asfalti il rumore si avverte distintamente: ben presto, però, si comprende come proprio la deformazione garantisca un grip molto rassicurante. Non è possibile ipotizzare una superiorità netta rispetto alle proposte della concorrenza senza approntare una rilevazione scientifica: tuttavia – ed è un aspetto che conta – la sensazione di chi è in sella è subito molto positiva. Il tubolare concede fiducia, facendo facilmente dimenticare le precarie condizioni dell’asfalto, che d’inverno oltre a essere rotto è anche freddo e sporco. In particolare in curva, dove si avverte il rumore tipico, ci si comincia a fidare sempre di più, osando angoli di piega sempre più significativi e in qualche caso, considerata la stagione invernale, estremi.A fronte, poi, di prestazioni senza dubbio non convenzionali, i tubolari Vittoria dopo oltre 1.500 chilometri di test hanno evidenziato la limitata usura del battistrada, segno che si può contare per parecchio tempo sul loro speciale grip. Costruiti a mano e allineati per il peso finale alla migliore concorrenza, hanno un limite estetico: la disponibilità del solo fianco chiaro, infatti, penalizza la resa su bici integralmente “dark”‘.