Riciclo. Si tende a ricondurre questo termine, insieme alle innumerevoli attività connesse, all’attualità e ai tempi moderni, con temi solitamente legati al green, al risparmio sia economico sia energetico. In realtà non c’è niente di nuovo, se non nelle tecnologie impiegate: sono usanze praticamente sempre esistite nella storia umana, laddove sia riconducibile a testi e documenti. Persino il concetto applicato ai rifiuti si può ritenere una pratica comunemente in uso fra le popolazioni antiche.
PER DEFINIZIONE
Oggi, ovviamente, si tratta di attività svolte in modo organizzato e in alcuni casi industriale: per riciclo si intende l’insieme di strategie volte a recuperare materie utilizzabili dai rifiuti anziché smaltirli. Il materiale riciclato riduce perciò lo spreco di materiali sfruttabili e diminuisce il consumo di materie prime di energia e soprattutto l’emissione di gas serra associati.
LA MACCHINA DEL TEMPO
Nel corso della storia, in periodi in cui le risorse erano scarse, gli studi archeologici di antiche discariche confermano la scarsa presenza di elementi e rottami domestici tipo oggetti di legno, elementi rotti o danneggiati e ceramiche varie: ciò conferma l’attitudine al riutilizzo di cose e oggetti dismessi.
In epoca preindustriale, è riportato che in Europa fosse già usanza fondere rottami di bronzo e altri metalli per recuperare la materia prima. In Gran Bretagna, la cenere del fuoco e il carbone venivano raccolti e reimpiegati come materiale base per la produzione di mattoni da costruzione. L’industrializzazione provocò presto la domanda di materiali a prezzi accessibili; i rottami di ferro erano molto ricercati in quanto più economici. Molti beni secondari venivano recuperati, trattati e venduti da commercianti lungo le strade urbane, per poi fare ricerca porta in porta di macchinari usati, pentole, padelle, e altre fonti di recupero metalli.
NOVECENTO
Durante la Prima guerra mondiale migliaia di questi venditori ambulanti circolavano per le strade delle città americane. Proprio la carenza di risorse causata dai conflitti globali, in aggiunta ad altri eventi che hanno condizionato il pianeta e gran parte dei popoli, hanno stimolato sensibilmente il riciclo. Massicce campagne di promozione vennero effettuate anche durante la Seconda guerra mondiale in tutti i Paesi coinvolti, con l’invito ai cittadini a donare i metalli, come questione di importanza patriottica. Nel 1939, l’Inghilterra lanciò la sua campagna di riciclo della carta (Paper Salvage) per incoraggiare il riciclo dei materiali e sostenere i costi bellici.
IL DOPOGUERRA
Un momento epocale nel riciclo si è attivato in pieno periodo di rilancio post guerra, negli anni Settanta, a causa dell’impennata dei costi energetici. Per avere un esempio dei vantaggi, il riciclo dell’alluminio usa solo il cinque per cento dell’energia richiesta per la sua produzione da minerale vergine. Il riciclo di vetro, carta e metalli ha risultati meno efficaci, ma comunque molto significativi sul risparmio di energia delle creazioni di materia nuova.
MATERIALI E FONTI
I materiali riciclabili sono tutti i rifiuti che possono venire riutilizzati per produrre nuovi oggetti uguali allo scarto (vetro, carta) oppure utilizzati per produrre nuovi materiali (legno, tessuti). Suddividendo in macro categorie, possono essere riciclate le principali materie prime o di scarto derivanti da processi di lavorazione, e i semilavorati in genere, provenienti da comunità di ogni genere (città, organizzazioni, villaggi turistici, eccetera), o da altri enti che producono materie di scarto che andrebbero altrimenti sprecate o gettate come rifiuti. Tutto ciò oggi è possibile e facilitato grazie a un precedente processo di raccolta differenziata. È un concetto chiave nel moderno trattamento degli scarti e un componente essenziale nella più corretta e avanzata gestione dei rifiuti, oltre che una fonte concreta di guadagno per chi opera e investe nel settore.
OPPORTUNITÀ E VANTAGGI
Il riciclo apre comunque un nuovo mercato in cui nuove piccole e medie imprese recuperano i materiali riciclabili per rivenderli come materia prima o semilavorati alle imprese produttrici di beni, un mercato che si traduce spesso in nuova occupazione.
NEGATIVITÀ NE ABBIAMO?
Punti a sfavore dell’attività di riciclo sono:
- I costi ambientali del processo della trasformazione dei rifiuti.
- In basso rendimento nella quantità delle materie prime ottenute.
- La minor qualità dei prodotti finali.
Inoltre, c’è una linea di pensiero secondo cui le attività di riciclo comunicate male alle masse possano indurre o giustificare condotte consumistiche alla popolazione.
UTILITÀ
I sistemi più efficaci sono quelli basati sulla riduzione dei materiali di rifiuto e sul reimpiego dei prodotti (il cosiddetto vuoto a rendere) in cui, una volta terminato l’utilizzo di un oggetto esso non va ad aumentare la mole dei rifiuti. Infatti, dopo un processo di pulizia viene reimpiegato nuovamente senza che i materiali di cui è composto subiscano trasformazioni. L’esempio tipico è quello delle bottiglie di vetro come contenitori di latte e acqua.
QUANTO SPRECO!
La mancanza, in molte aree, di politiche di sostegno del riuso con incentivi e disincentivi comporta che oggi la gran parte dei contenitori, delle confezioni e degli imballaggi sia invece ancora costituita da plastica e carta, e non possa quindi essere riutilizzata tal quale.
RISPARMI A NOVE ZERI
Secondo i calcoli della UE, spingendo sull’economia circolare l’Italia entro il 2025 potrebbe portare il beneficio economico a 12 miliardi di euro l’anno grazie al risparmio di materie prime. Finora la carenza di aziende con strutture adeguate ha frenato, soprattutto al Sud, lo sviluppo dell’industria del riciclo.