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Eugene Laverty

Il secondo posto conquistato con i denti lo scorso anno, poi il divorzio con l’Aprilia. Nonostante avesse vinto quanto l'idirato Tom Sykes, per lui non c’era più posto nel team ufficiale della Casa di Noale. Così ha scelto di ripartire praticamente da zero, con la Suzuki. Un salto nel buio per inseguire un sogno: la MotoGP. Eugene Laverty si racconta nelle nostre dieci domande. Presente, passato e futuro di un irlandese di talento

L’ingaggio di Melandri nel team ufficiale Aprilia ha tagliato fuori dai giochi Eugene Laverty. Sylvain Guintoli aveva un contratto che prevedeva la riconferma nel caso avesse chiuso il Mondiale nella top 3. Così è stato e l’irlandese, in scadenza di contratto con la Casa di Noale, è stato costretto a cedere il posto al ravennate. Dopo settimane tese, nella quali ha rischiato di rimanere a piedi, Laverty ha scelto la Suzuki. Non certo la moto più performante del mondiale ma sicuramente una porta per andare in MotoGP. L’inizio non è certo stato esaltante, ma adesso, a poche settimane dall’inizio del Mondiale, che scatterà il prossimo 23 febbraio dall’Australia, Eugene Laverty è pronto per tornare a combattere. E a lottare per le posizioni che gli competono.

IL DIVORZIO “Non posso dire di essermi arrabbiato con l’Aprilia. Piuttosto ero frustrato. E sono convinto che lo siano stati anche loro. Per chi non ha vissuto dall’interno ciò che è successo, il mio divorzio dall’Aprilia può sembrare una scelta da pazzi. Nel 2013 ho vinto nove gare, sono arrivato secondo nel Mondiale e sono rimasto a piedi. Purtroppo la partenza di Gigi dall’Igna dall’Aprilia ha scombinato i piani che aveva preparato per me. Lui voleva portarmi in MotoGP, invece sono rimasto a piedi. Sia io sia i ragazzi dell’Aprilia sappiamo che non siamo più assieme solo per una serie di circostanze”.

LA PAURA “Dopo il divorzio con l’Aprilia avevo opzioni aperte con Ducati Pramac in MotoGP e Suzuki in Superbike; l’Aprilia mi ha chiesto di aspettare a firmare, perché stava cercando di mettermi su una terza moto ufficiale. Il tempo però passava e io continuavo a rimanere senza una moto. E sono entrato nel panico. Mentre a Jerez, nei primi test invernali, guardavo gli altri provare le loro moto nuove, mi sono detto che dovevo firmare un contratto al più presto, perché non c'erano più tante selle disponibili in giro”.

LA SCOMMESSA “Ho scelto di correre con la Suzuki per mettere un piede dentro l'azienda. Ho firmato con loro perché voglio andare in MotoGP nel 2015. Quest'anno voglio impressionare la Suzuki per fare il salto nei GP il prossimo anno con loro. Credo molto nel team Crescent. Durante il 2013 ha fatto tanti progressi. La moto ha grande potenziale. Credo potremo riportare la GSX-R davanti”. 

IL DEBUTTO “Nel primo test abbiamo avuto problemi che il team non aveva mai avuto prima. Sapevo non sarebbe stato facile ma siamo stati molto sfortunati. Onestamente non avrei mai pensato potesse essere così dura. Il primo giorno abbiamo avuto un sacco di guai elettronici. Il secondo giorno lo stesso, così il team ha allestito la seconda moto, che dopo due giri ha rotto il motore. Il primo vero giorno di prove è stato il terzo, poi nel quarto è anche arrivata la pioggia. Poi, con l’anno nuovo, anche ad Almeria ho avuto un sacco di problemi elettronici e solo a Portimao le cose sono andate per il verso giusto”.

IL TEAM “Il team Crescent si sta impegnando molto per evolvere la moto. Ad Almeria ho testato per la prima volta l’elettronica, che ha funzionato a dovere solo a Portimao. In questi ultimi test ho dovuto fare una infinità di prove per sviluppare il nuovo sistema. Ci vorrebbe un Alex Hofmann, come in Aprilia. Un tester che fa il lavoro di sgrossamento per noi. Ci aiuterebbe parecchio nello sviluppo della moto”.

LA MOTO (nuova) “Mi piace tanto l'anteriore, un punto sul quale non mi sono mai sentito troppo a mio agio con l’Aprilia. La Suzuki, davanti, si adatta di più al mio stile di guida. Mi ricorda un po' la Yamaha R1 che ho guidato nel 2011. Non mi sono trovato subito a mio agio con la GSX-R. Ci ho messo un po’ ad adattarmi. Ho dovuto cambiare il mio stile di guida, perché è molto diversa dall’Aprilia e anche dalla Yamaha, che anche se era una quattro cilindri aveva gli scoppi irregolari. La Suzuki è più simile ad una Supersport, va guidata col motore molto alto di giri”.

IL COMPAGNO DI SQUADRA “Alex Lowes, anche se è un debuttante, è molto forte. Per me è uno stimolo in più ma io guardo il mio lato del box ed il lavoro che devo fare io”.

GLI AVVERSARI “Sicuramente la Kawasaki è la moto da battere. Tom Sykes è velocissimo, inoltre ha un feeling con moto e squadra incredibile. Sono assieme da anni e nei test invernali è andato davvero molto forte. Sarà una bella lotta”.

L'APRILIA “La moto è molto veloce e anche Marco. Non parto con l’obiettivo di batterli. Io voglio vincere e arrivare davanti a chiunque. Non ho rancori con loro, siamo ancora in ottimi rapporti. Ho avuto due grandi anni con l'Aprilia. Mi sono divertito a guidare la loro moto, mi sono divertito col team. Entrambi avremmo voluto continuare assieme ma non è stato possibile. Dopo Jerez ero tremendamente triste. Avevo vinto due gare, finendo il Mondiale alla grande, e ho dovuto dire ciao”.

L’AUSTRALIA “Lo scorso anno sono arrivato secondo in gara 1 e ho vinto gara 2. L’Aprilia parte favorita, perché Phillip Island è una pista che le si addice molto. Ma ora che le cose con la Suzuki vanno meglio credo che anche noi saremo della partita. Siamo ad un buon punto. A Portimao ho girato con tempi molto buoni, anche migliori di quelli fatti lo scorso anno quando ho vinto gara 2, quindi vado in Australia carico. Molto carico”.

 

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