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Padana Sviluppo: un viaggio dentro una realtà dal cuore italiano

Siamo stati in visita al nuovo polo tecnico di Padana Sviluppo, storico importatore italiano che ha fatto la fortuna di Kymco in Italia e in Europa e che si sta preparando a replicare questo successo anche con altri marchi, scopriamo di cosa stiamo parlando...

Quando ci si imbatte in un’azienda di successo, si è spesso portati a pensare le solite cose. Il pensiero “va be, saranno già stati ricchi prima di iniziare” o ancora “avranno avuto un colpo di fortuna” è quello che più spesso ballonzola in testa. Tutti pregiudizi, che non devono distogliere dalla comprensione di realtà che spiccano grazie a competenza, passione e impegno. Una di queste aziende si chiama Padana Sviluppo; probabilmente non tutti sanno che,  in qualità di importatore italiano di Kymco, ha fatto la fortuna di uno dei marchi di scooter più apprezzati del momento.Logo Padana Sviluppo

Un po’ di storia

Tutto nasce nel 1976 quando Franco Gianotti, fratello dell’attuale AD Stefano, decide di fondare la PROMA. Chi in quegli anni passava le notti in garage a elaborare scooter conosce bene le marmitte bresciane, e magari ne ha comprata qualcuna. Dopo venticinque anni passati a produrre marmitte, commercializzare ricambi e dopo il passaggio da PROMA a Padana Ricambi SpA, arriva la svolta. Siamo nel 1991 e l’azienda capitanata da Gianotti diventa importatore unico di Kymco per Italia, Svizzera e Paesi Bassi.Officine Padana Sviluppo

Ai tempi Kymco non era come la conosciamo ora, gli scooter taiwanesi non godevano del successo al quale siamo abituati. Ed è proprio qui che entra in gioco l’azienda bresciana, oggi conosciuta come Padana Sviluppo SpA. Affiancando Kymco nello sviluppo degli scooter, curandone il design e consigliando nomi e dotazioni, la factory bresciana ha contribuito a trasformare gli scooter taiwanesi da perfetti sconosciuti a protagonisti del mercato. Se raccontata così vi viene difficile da capire, sappiate che il parco degli scooter italiani è passato dal contare zero Kymco immatricolati a circa mezzo milione, nel giro di trent’anni…

Fortuna, lungimiranza o…?

Fortuna, lungimiranza, impegno e fiducia reciproca, probabilmente il risultato ottenuto da Kymco e Padana è un po’ un insieme di tutte queste cose. Una cosa è certa: l’azienda bresciana non è mai stata un semplice importatore. Nel corso degli anni è stata in grado di dar vita a reti di distribuzione e assistenza efficaci; oltre a rappresentare un ponte tra la cultura cinese e quella italiana. Per rendersi conto di come in Padana abbiano a cuore lo sviluppo dei mezzi che importano, basta fare un giro nel nuovo polo tecnico, inaugurato da qualche settimana.Polo tecnico Padana Sviluppo

A essere onesto, prima della nostra visita, non mi capacitavo di come un “semplice” importatore potesse avere voce in capitolo nello sviluppo di un nuovo mezzo; dopo aver visto con i miei occhi la struttura creata appositamente per assolvere a questo compito, le cose sono diventate subito più chiare. Il quartier generale di Padana Sviluppo non è un semplice magazzino dotato di uffici, dove vengono stoccati ricambi e veicoli pronti a essere consegnati; è un vero e proprio R&D, dove si svolgono attività di ricerca e sviluppo. Ci sono aree dedicate all’assistenza e alla formazione dei clienti; dei reparti pensati per la saldatura dei telai e la manutenzione dei motori; ci sono persino delle zone dedicate allo sviluppo dell’elettronica, con tanto di ingegneri specializzati. Per rendere l’idea, in Padana possono contare su un simulatore in grado di analizzare e settare la risposta di controlli come l’ABS, leggendo i dati provenienti dai sensori della moto.

Il quartier generale di Padana Sviluppo non è un semplice magazzino dotato di uffici, dove vengono stoccati ricambi e veicoli pronti a essere consegnati; è un vero e proprio R&D, dove vengono fatte ricerca e sviluppo

C’è di più…

Da qualche anno Padana Sviluppo ha deciso di allargare i propri orizzonti, principalmente in due direzioni. Da una parte il recente accordo con Yadea – secondo costruttore al mondo di veicoli a due ruote e primo per quanto riguarda gli elettrici – e dall’altra l’intesa con il colosso cinese Loncin, che tra le altre cose produce motori per KTM e BMW, per importare CFMOTO e Voge. Considerando il successo ottenuto con Kymco e tenendo conto della struttura di cui l’azienda dispone, c’è da essere certi che in Italia, arriveranno molti modelli interessanti, in grado di competere con concorrenti molto più blasonati. D’altronde non è solo una questione di disponibilità economiche e fortuna, per raggiungere obbiettivi importanti servono competenza, passione e impegno e possiamo garantire che in Padana non manca nulla di tutto questo.CFMOTO 650MT

Leggi anche: Confronto crossover economiche con CFMOTO e Voge 

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