Il conto alla rovescia per i Saloni d’autunno è partito e il grande pubblico è impaziente di conoscere vita morte e miracoli delle novità 2017. In attesa che gli altri costruttori tirino fuori il proverbiale coniglio dal cilindro, Honda ha deciso di giocare d’anticipo, stuzzicando gli appassionati con filmati, informazioni e dati relativi al nuovo X-ADV. Il protagonista di questo strip tease mediatico è uno scooter con taglio enduristico che pare nato da una costola dell’Integra. Con le sue caratteristiche ha tutte le carte in regola per far nascere una nuova categoria, un po’ come fece il T-Max con gli scooter sportivi. Di sicuro qualcosa di nuovo nel mondo dei maxi scooter o, se preferiamo dei “moto-scooter”.
Un salto nel passato
A ben vedere, però, la strana coppia rappresentata da scudo e tassello è sdoganata da tempo nel mondo delle due ruote e non è certo qualcosa di totalmente inedito. Il Booster, che si può considerare il vero pioniere del genere, risale infatti ormai al 1988.Il suo nome è ormai scomparso dal listino italiano, assieme al marchio MBK, ma la sua storia continua in Francia. Qui da noi resta molto amato dai giovani con la sua altra identità, Yamaha BW’s, diventato nel frattempo anche 125. È proprio in scia al Booster che, negli anni Novanta, nascono molti altri scooter 50 pronti a far vivere ai giovani suggestioni dakariane e ad affrontare senza patemi d’animo gli sterrati, grazie a ruote paffute più o meno artigliate. L’elenco che si potrebbe fare è lungo: dall’Aprilia Rally 50 al Peugeot Buxy, passando per il Beta Ark o il Gilera Typhoon, arrivato fino ai giorni nostri dopo essere stato adottato dal marchio Piaggio nella sua variante 125. Per anni questi modelli hanno popolato la parte alta delle classifiche di vendita, prima dell’inesorabile declino accusato dai cinquantini. Ancora oggi, comunque, hanno i loro estimatori e sono sempre la base preferita dagli scalmanati che, in varie zone d’Italia, danno vita ai campionati di Scootercross. A loro probabilmente sarebbe piaciuto anche lo Yamaha TTX Adventure, una variante del popolare TTX (best-seller sul mercato thailandese) allestito per Salone di Bangkok nel 2012 e mai entrato in produzione.Tornando più indietro nel passato, tra l’altro, anche in casa Honda si può ritrovare una specie di antenato dell’X-ADV: il Cub 90, nome in codice EZ-9. Presentato al Salone di Tokyo nel 1990, è sempre attuale, con il suo look giocattoloso, senza alcuna parte meccanica a vista. Si tratta di un modello piuttosto ricercato dagli appassionati e dai collezionisti, che viene scambiato a cifre salate sul mercato dell’usato, nell’ordine addirittura di varie migliaia di euro. E, volendo ben vedere, le ruote da offroad le ha pure lo Zoomer, altro mezzo con cui la Casa Alata ha intonato una voce fuori dal coro qualche anno fa. In generale, insomma, parlare oggi delle potenzialità degli scooter fuori dai nastri asfaltati è un po’ come scoprire l’acqua calda.
Benvenuto X-ADV
Alla Honda va tuttavia il merito di aver sviluppato il concetto per la prima volta in grande, tra le medie cilindrate, e la cosa potrebbe dare i suoi frutti. L’Honda X-ADV pare infatti perfetto per gli scooteristi che vogliono allargare i loro orizzonti fuori dalla città e fare turismo a 360 gradi ma che guardano con un certo timore reverenziale alle moto vere e proprie. In questo senso l’X-ADV potrebbe dunque rappresentare il cugino più alla mano dell’Africa Twin, con in comune l’animo da globetrotter e la vocazione per l’avventura. Uno scooter, in fondo, può portare molto lontano: c’è chi ci ha fatto il giro del mondo e, nel 1980, due Vespa P200E riuscirono addirittura a terminare la Parigi-Dakar.