In qualsiasi sport, disciplina, area tecnica e umanistica è così: quando sei a un livello altissimo, ogni miglioramento costa altrettanto in termini di sforzo fisico, economico e/o intellettuale. Per guadagnare ancora qualcosa, quando si è già in vetta, si deve mettere in conto un impegno fuori dal comune. Una dinamica che in Ducati conoscono benissimo perché la vivono giorno dopo giorno, da anni, nelle competizioni (WSBK e MotoGP) e nel prodotto di serie. Prodotto di serie la cui espressione più estrema è senza dubbio la Ducati Panigale V4 (nell’ambito del marchio italiano ovviamente). A EICMA 2021 la supersportiva si aggiorna praticamente in ogni area, piccoli aggiornamenti che solo in apparenza portano risultati di poca portata, ma che tutti insieme fanno la differenza. Ecco tutto quello che c’è da sapere sulla Ducati Panigale V4 2022.
Il V4 Desmosedici Stradale migliora ancora
Se nel 2021 il motore è stato rivisto per rientrare nei limiti della normativa Euro 5, per il MY 2022 è stata implementata una nuova pompa dell’olio. Quest’ultima, di minor cilindrata, è capace però di assicurare la medesima quantità e qualità della lubrificazione, ma anche di assorbire meno energia, a vantaggio sia delle prestazioni sia dell’efficienza. All’aumento di potenza contribuiscono i nuovi silenziatori, che hanno un diametro di uscita di 38 mm (contro 35): in questo modo si riduce la contropressione allo scarico. Risultato: la potenza cresce di 1,5 CV, arrivando a 215,5 CV a 13.000 giri. La coppia tocca il picco di 123,6 Nm a 9.500 giri, già a 6.000 giri il pilota ha a disposizione più di 100 Nm.
Rapporti accorciati per il cambio
Per massimizzare le risposte nella guida in pista, prima, seconda e sesta marcia sono più lunghe e ricalcano quelle della Panigale V4 R, la moto impegnata nel mondiale Superbike. Nel dettaglio, la prima marcia si allunga dell’11,6%, la seconda del 5,6% e la sesta dell’1,8%. Grazie a questa nuova rapportatura è ora più facile utilizzare la prima marcia nelle curve più strette, perché si gode sia di un miglior freno motore, sia di una migliore accelerazione. Inoltre, il minor salto tra i primi due rapporti consente al Ducati Quick Shifter di lavorare meglio, offrendo performance più elevate. Inoltre, il software della centralina controllo motore, aggiornato, gestisce le curve di coppia dedicate per tutte e sei le marce, in modo da offrire sempre la spinta ottimale ad ogni apertura del gas.
Aerodinamica, l’evoluzione nei dettagli
Il perfezionismo di Ducati quando si parla di aerodinamica è noto: è stata la prima a credere con determinazione nello sviluppo in galleria del vento per la MotoGP. Un know-how che si estende al prodotto di serie e che con la Panigale V4 MY 2022 si concretizza nelle nuove ali con disegno a doppio profilo, più compatte rispetto a quelle del modello 2021, capaci però di garantire il medesimo carico verticale, pur offrendo una resistenza all’aria minore.
Rivista anche la parte inferiore della carenatura, con prese di estrazione ridisegnate per migliorare il raffreddamento e quindi le performance del motore, in particolare durante l’utilizzo in circuito. Ciliegina sulla torta, che i visitatori di EICMA 2021 potranno subito vedere con i propri occhi, è la nuova livrea con il nero per i loghi applicati alle carene, la sella in doppio tessuto (bicolore sulla versione S) e, per la versione S, il tag rosso sui cerchi neri.
Ciclistica ancora più racing
Per la Panigale V4 S 2022, Ducati ha scelto il meglio disponibile sul mercato: la forcella pressurizzata Öhlins NPX 25/30. Questi i punti di forza: la corsa è maggiorata di 5 mm rispetto a quella delle forcelle tradizionali (per un totale di 125 mm) e il sistema è pressurizzato. In pratica, un pistone da 25 mm gestisce la compressione nello stelo sinistro e un pistone da 30 mm gestisce l’estensione nello stelo destro. Uno schema che riduce al minimo il rischio di cavitazione dell’olio durante l’utilizzo più intensivo, eliminando qualsiasi discontinuità nel controllo idraulico.
Il vantaggio di questa soluzione è un maggior feeling di guida per il pilota, una maggiore velocità di esecuzione e un incremento della facilità nella guida al limite. Sempre grazie all’escursione maggiorata, la nuova forcella non solo può adottare setting più morbidi (la rigidezza delle molle è passata da 10 a 9,5 N/mm) migliorando le capacità di “copiare” l’asfalto e il grip in condizioni critiche. Sulla nuova Panigale V4 il pivot del forcellone si posiziona più in alto di 4 mm rispetto a quello della Panigale 2021, al fine di aumentare l’effetto anti-squat; questa nuova posizione del pivot consente di aumentare le possibilità di regolazione delle sospensioni. A proposito di feeling di guida, sella e serbatoio ridisegnati migliorano il controllo della moto in staccata e in piega.
L’elettronica per andare più forte
La novità principale apportata alla Ducati Panigale V4 2022 (qui la prova della Panigale 2021), lato elettronica, è la definizione di una nuova strategia dei Power Mode. Questi sono abbinati di default ai 4 Riding Mode disponibili (Street, Sport, Race A ,Race B), ma possono anche essere selezionati singolarmente. I Power Mode disponibili prevedono 4 configurazioni motore: Full, High, Medium e Low, caratterizzati da livelli di spinta e di relazione acceleratore/farfalla rivisti, e in due casi completamente nuovi rispetto al passato.
L’opzione “Low”, una delle due nuove, è pensata per la strada: la potenza è limitata a 150 CV e la risposta al gas è molto gestibile. All’estremo opposto si posiziona il Power Mode “Full”, che consente al motore di esprimere – senza filtri elettronici – tutto il suo potenziale. Questo Power Mode non è agganciato automaticamente a nessun Riding Mode: va assegnato dal pilota scegliendolo tramite dashboard. Capitolo dashboard: arriva la nuova schermata Track Evo concepita per fornire una consultazione immediata delle informazioni necessarie durante la guida in circuito (pur essendo comunque omologata per la strada). Nell’area destra del display sono presenti quattro settori di colore diverso, ciascuno dedicato a un controllo (DTC, DWC, DSC, EBC): questi si accendono quando il controllo specifico inizia a intervenire e restano accesi per il tempo necessario al pilota per individuare, durante la guida, quale controllo si è attivato.