Perché presentare un cambio “manuale automatico”? Perché togliere la leva del cambio e quella della frizione? Perché montare questa dotazione su una naked sportiva come la MT-09, rivoluzionata proprio quest’anno?
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La prima risposta è che Yamaha ha avuto coraggio, sicura della qualità di ciò che propone. E non ha paura dei motociclisti più conservatori, che presumibilmente commenteranno così: “il sistema non serve a nulla e mortifica la sportività della moto”; “so cambiare benissimo da solo e mi piace usare il cambio”, “tanto vale comprare uno scooter” e così via. Commenti e obiezioni più che legittimi, sia chiaro, che hanno accompagnato nel passato anche recente molti tentativi di innovazione intrapresi dalle aziende per rendere più facile, veloce e comodo cambiare marcia o gestire la frizione. Unanime, invece, l’accoglienza positiva per il cambio elettronico (quickshifter), che permette di non utilizzare la frizione e velocizza il passaggio da un rapporto all’altro, senza nulla togliere all’abilità di chi guida.
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L’azienda giapponese scommette che anche il nuovo Y-AMT (Yamaha Automated Manual Transmission), o cambio manuale automatizzato, sarà ben accolto, sulla base di due punti di forza: più comfort e sportività garantita. Non è un caso, ovviamente, che il sistema debutti sulla MT-09, naked sportiva che è stata appena rinnovata ed è il modello più rappresentativo della gamma MT (Masters of Torque).
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La base è l’ottima MT-09 2024, appena rinnovata
Facciamo un cenno alla moto prima di concentrare l’attenzione sul cambio: il modello 2024, provato nel corso del lancio stampa del febbraio scorso, vede radicalmente modificata la posizione in sella, con un trasferimento netto del carico sull’avantreno, a beneficio della guida, che diventa molto sportiva, immediata e divertente. La posizione in sella è stata modificata in profondità rispetto al modello precedente: il manubrio è più basso di 34,4 mm ed è stato arretrato di 1,5 mm, oltre a essere regolabile nell’avanzamento ruotando i riser. Le pedane possono essere impostate su due posizioni, oltre a essere più alte di 9,5 mm e arretrate di ben 30,6 mm. Ridisegnato il serbatoio, più basso di 30 mm e più largo; differente il disegno della sella, che ora è separata per pilota e passeggero. Forcella e ammortizzatore KYB sono stati rivisti nella taratura, mentre nel comparto freni è arrivata la pompa radiale anteriore Brembo. Novità anche per la strumentazione, incentrata su un bel pannello TFT a colori da 5” di diagonale, che si interfaccia con sette controlli elettronici, tra cui il freno motore Brake Control.
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Il motore è identico alla MT-09 standard: 3 cilindri in linea, 119 CV di potenza a 10.000 giri e 93 Nm di coppia a 7000. Identici anche i controlli elettronici basati sulla piattaforma inerziale a 6 assi. Sono disponibili tre Riding Mode preimpostati (Sport, Street e Rain) e due personalizzabili (Custom 1 e Custom 2), che permettono di combinare a piacimento l’erogazione della potenza (4 livelli), il controllo di trazione (3 livelli), lo Slide Control (3 livelli), il Lift Control per l’impennata (3 livelli) e l’ABS (Cornering attivo o non attivo). Avvertibili le vibrazioni su sella, pedane e manubrio tra 6.000 a 9.000 giri. La MT-09 può contare su consumi interessanti, vicini ai 20 km con un litro di carburante.
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Yamaha MT-09 Y-AMT Un cambio manuale con qualcosa in più… E in meno.
Torniamo al cambio Y-AMT (Yamaha Automated Manual Transmission): il termine “Automated” suggerisce che si tratti di un cambio manuale con qualcosa in più. L’obiettivo è di rendere ancora più intuitiva e facile la guida, esaltando al contempo la sportività. Una dichiarazione di intenti chiarissima da parte di Yamaha, che sgombra il campo da equivoci sui criteri di sviluppo.
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Come funziona il cambio automatico Yamaha
Cosa c’è in più rispetto alla moto standard? I due attuatori elettrici che agiscono sul selettore del cambio e sulla frizione, ben nascosti da due piccoli carter in materiale plastico. In più c’è una centralina dedicata e che si interfaccia con le altre, attingendo a tutti i dati disponibili, compresi quelli della piattaforma inerziale (IMU). Il collegamento tra quest’ultima e la centralina di gestione del cambio non è diretto, ossia il flusso è mediato. Dall’IMU i dati affluiscono alla centralina motore, da cui la centralina del cambio ovviamente attinge dati. Ed è proprio l’integrazione tra i flussi delle centraline, che sono in totale tre, a portare al risultato finale.
Cosa c’è in meno? La leva del cambio e quella della frizione! Cos’altro in più? I blocchetti elettrici specifici, con a destra il selettore AT/MT e a sinistra il bilanciere per cambiare rapporto. E infine cosa in meno? Nessuna sigla, adesivo o colorazione dedicata. Niente che distingua la MT-09 Y-AMT dalla MT-09 standard.
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In modalità automatica sono previste due logiche di funzionamento: la più votata al comfort (D) effettua il cambio marcia sfruttando al massimo la coppia del motore, ed è quindi adatta alla guida rilassata, anche in città; la modalità D+, invece, alza il regime di cambiata, assecondando la naturale sportività della MT-09. Il passaggio da un Ride Mode automatico all’altro è semplicissimo, tramite il pulsante Mode in bella vista sul blocchetto destro. Lo stesso pulsante, quando la modalità inserita è manuale (MT), permette di passare da un Ride Mode all’altro tra i cinque già visti sulla MT-09 (Street, Rain, Sport, Custom 1, Custom 2).
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I comandi sono nei blocchetti al manubrio
Sul blocchetto destro c’è il deviatore che permette di scegliere tra la modalità d’azione manuale (MT) o automatica (AT). Nel primo caso è il pilota a cambiare marcia, utilizzando il bilanciere sul blocchetto sinistro; nel secondo caso la centralina pensa a tutto.
Sul blocchetto sinistro, in basso, il bilanciere collega i due tasti, siglati rispettivamente “-” (per scalare) e “+” (per inserire il rapporto superiore). Dato che sono collegati l’uno all’altro è possibile salire o scendere di rapporto utilizzando anche soltanto l’indice e non indice e pollice come con altre soluzioni, ad esempio i controlli di trazione di alcune supersportive. Lasciando il pollice a stringere la manopola la sicurezza aumenta, perché la presa è migliore.
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Una nota importante: in ogni momento e anche in modalità automatica il pilota può cambiare marcia, innestando il rapporto inferiore o quello superiore tramite il bilanciere. L’azione del pilota, infatti, prevale sempre sulla gestione automatica AT, perciò per cambiare marcia basta toccare il selettore a sinistra. Il sistema, poi, ritorna direttamente in modalità automatica, senza richiedere alcun intervento. Questa logica è molto simile a quella dell’Honda DCT.
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Il peso in più? Solo 2800 grammi
La semplicità del sistema è uno dei suoi punti di forza: i due attuatori, cioè i due motori elettrici che intervengono rispettivamente sul cambio e sulla frizione, comportano un aumento di peso di 2,8 kg, per un totale di 196 kg dichiarati per la MT-09 in ordine di marcia. Senza che, come detto, nulla sia visibile all’esterno a parte i due piccoli carter in materiale plastico, e a parità di ingombro rispetto alla MT-09 standard. Questa è una differenza degna di nota rispetto alla concorrenza, ad esempio l’Honda E-Clutch che è riconoscibile per il carter specifico che sporge (poco) sul lato destro del motore. In quel caso, però, si parla di frizione a controllo elettronico, ed entrambe le leve (frizione e cambio) restano al loro posto. Il peso in più si attesta a 2 kg, 800 grammi meno rispetto all’Y-AMT.
Prima di passare alla guida, va ricordato che fin dal 2006 Yamaha ha scommesso sull’innovazione: la FJR 1300 AS – rinnovata nel 2013 – aveva la frizione automatica e le leve sotto il manubrio (tecnologia YCCS). Logica simile a oggi ma tempi di intervento molto meno rapidi di quanto permesso dal nuovo Y-AMT, per i limiti tecnici di allora.
Proposta anche in versione da 35 kW per guida con patente A2, la Yamaha MT-09 Y-AMT è disponibile nelle stesse tre colorazioni della versione standard (Tech Black, Midnight Cyan e Icon Blue) da novembre 2024 a 11.399 euro, soltanto 500 euro in più della standard. Un prezzo che dice molto della volontà di lasciare un segno sul mercato.