I talebani del traliccio e del cicalare della frizione a secco stanno già recitando il de profundis, per gli appassionati di tecnologia invece è una grande notizia. Per tutti i ducatisti l’occasione per confrontarsi con una evoluzione del marchio che ormai pare inarrestabile e fortunatamente apre Ducati ad altri mondi. Perché non si vive solo di tralicci, pomponi e manubri bassi. C’è tutto un mondo intorno e se si vuole restare protagonisti su un mercato sempre più complesso occorre farsi trovare preparati.Ecco perché negli ultimi anni abbiamo assistito ad un progressivo e costante cambiamento, evoluzione che ha portato la gamma stradale di Ducati e in parte anche il mondo racing a intraprendere nuove direzioni. Il risultato è sotto gli occhi di tutti, la piccola Casa italiana -piccola se paragonata ai colossi giapponesi- si sta distinguendo per risultati sorprendenti nelle competizioni e numeri di vendita di moto in costante crescita.
Debutto nel 2023
Il 2023 segna dunque un altro importante passo in avanti verso il mondo elettrico ma sempre sportivo. Una data vicinissima, perché nella prossima primavera la MotoE marchiata Ducati e di rosso vestita inizierà ufficialmente la sua avventura nello stesso paddock della MotoGP. Parte dalle corse, come tutto per Ducati, anche l’avventura elettrica. Un’avventura di cui crediamo in molti a Borgo Panigale avrebbero fatto anche a meno ma che visto che l’elettrificazione c’è, arriva e sarà sempre più presente è meglio farsi trovare preparati.
Le gare nel DNA
Il team che ha preso in mano il progetto della Moto Elettrica Ducati è uno spinoff della squadra di Ducati Corse, gente abituata a trattare il cronometro con rispetto e che sa perfettamente come muoversi quando a disposizione c’è solo un foglio bianco e si deve progettare una moto da gara. Va sottolineato che prima di tutto una moto è una moto, per cui per la progettazione della Ducati MotoE è stato ha rispettato, il metodo di sviluppo adottato nella realizzazione di una “classica” moto con motore endotermico.
La forza di un colosso
Ok diamo per scontato che la parte ciclistica (misure, quote, rigidezze) sia materia ben nota in casa Ducati, la parte più difficile da sviluppare di tutta la Ducati MotoE diventa quindi la batteria, e qui le conoscenze di Audi e del gruppo Volkswagen sono state preziose. Trovare il migliore compromesso tra prestazioni, peso e gli effettivi ingombri non è cosa da poco. Nel caso della Ducati MotoE, gli elettroni alloggiano all’interno di un blocco da 1.152 celle cilindriche – simili a quelle di Tesla per intenderci – che pesa 110 kg. Il sistema funziona con una tensione di 800 Volt e la batteria è in grado di ricaricarsi dell’80% in 45 minuti. Anche inverter e motore sono stati progettati e realizzati internamente dagli uomini Ducati. Un paio di dati per il motore: pesa 21 kg e sviluppa 150 cavalli con una mostruosa coppia di 140 Nm.
Scelte tradizionali
Il progetto è partito da una richiesta chiara di Dorna/MotoGP, realizzare una moto pronto gara che pesasse meno di 237 kg. Il target è stato raggiunto e superato, la Ducati MotoE ferma la bilancia a 225 kg (una Panigale V4 supera di poco i 200 con il pieno per dare un riferimento), ha un interasse di 1.471 mm e una ripartizione pesi distribuita 54% – 46% tra anteriore e posteriore. Tanto il lavoro di integrazione dei componenti disciplina in cui Ducati se ci pensiamo bene è maestra utilizzando da sempre motori portanti anche quando endotermici. La batteria, quindi, è un elemento stressato e centrale del progetto al quale anteriormente è collegato un telaio in alluminio come accade sulla Panigale. La forcella è una Öhlins NPX 25/30 da 43 mm e posteriormente il forcellone è in alluminio con monoammortizzatore Öhlins cui si aggiungono i freni Brembo con pinze monoblocco radiali e dischi dalla misura record di 338,5 mm.
Tutta elettronica
Che per Ducati sia fondamentale acquisire il know how per la progettazione di una moto elettrica lo sottolinea anche il fatto che hanno deciso di farsi tutto in casa. Non solo il motore, il monoblocco, ma anche l’elettronica è tutta fatta in casa realizzata ad hoc da Ducati Corse e mutuata proprio dall’esperienza di gara, non è un caso che a portare avanti lo sviluppo in pista siano Michele Pirro collaudatore storico e Alex De Angelis protagonista in passato proprio del campionato MotoE. Oltre al ride by wire la Ducati Elettrica si fregia del controllo del freno motore, controllo di trazione e impennata e non ultimo della derapata in fase di accelerazione.
Il battesimo del fuoco
La MotoE scenderà in pista ufficialmente per la prima gara solo nel 2023, in realtà di chilometri ne ha già fatti tanti. Il debutto? manco a dirlo al Mugello, nelle mani di Michele Pirro, pilota “fac totum” (collauda la Moto GP, corre il CIV SBK, dice la sua sulle moto di produzione, e ora collauda anche la MotoE) che l’ha portata tra i cordoli del Mugello. Il risconto è stato più che positivo culminato con una prima velocità massima di 275 km/h; a convincere però è stato il comportamento dinamico tra le curve veloci del tracciato toscano e solo il sibilo acuto del motore elettrico ha reso inusuale questo primo assaggio del futuro a due ruote.